Pochi giorni fa sono state depositate ufficialmente le motivazioni della sentenza di condanna di Massimo Bossetti, il quale anche per i giudici dell’Appello è il solo responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio. Ad oggi, il muratore di Mapello ha già ricevuto due ergastoli in primo e secondo grado, ma non si arrende sebbene alterni “momenti di fiducia a momenti di disperazione”. Così parlava lo scorso 17 ottobre l’avvocato Claudio Salvagni, a commento della reazione avuta dal proprio assistito dopo aver appreso le motivazioni della condanna in appello al carcere a vita. Eppure, in quelle stesse motivazioni, oltre al contestato (da parte della difesa dell’imputato) rifiuto di una superperizia sul Dna, emerge anche un profilo differente rispetto a quello reso noto dal suo legale difensore. Perché Bossetti, stando a quanto contenuto nelle 376 pagine depositate, durante il suo periodo di detenzione avrebbe anche riposto grande attenzione all’aspetto economico della triste vicenda che lo vede protagonista. Sono gli stessi giudici a citare alcune intercettazioni tra Bossetti e la moglie Marita Comi risalenti al novembre 2014: “Stanno parlando del clamore mediatico che ha avuto il processo per l’omicidio di Yara e dei vantaggi economici che ne possono ritrarre con memoriali ed interviste ben pagate (poi effettivamente realizzate)”, si legge nelle motivazioni.
I COLLOQUI IN CARCERE TRA L’IMPUTATO E MARITA
Al centro delle intercettazioni tra marito e moglie, secondo quanto riportato da Il Gazzettino, ci sarebbero proprio le interviste a pagamento, quelle avvenute nello studio di Matrix. “La nostra quota è sempre sui 25, 25 mila euro a Matrix, (…) mi conoscono in tutta Italia eh. Il mio è il caso più pagato fuori dalla Elena Ceste…”, avrebbe detto un orgoglioso Massimo Bossetti durante un colloquio in carcere con la moglie. Dalle motivazioni, dunque, emergerebbe un Bossetti più interessato al guadagno che a proclamare la propria innocenza. L’imputato avrebbe poi chiesto a Marita di girare il denaro ricevuto dalle interviste a pagamento al suo avvocato: “Gliel’ho detto, quelli che mi arrivano di Matrix, glieli giro a loro. Sai quanti vorrebbero assumersi il mio caso? Il primo mese ‘non si preoccupi lavoro gratis’, il secondo devo pagare”. A seguire, le risate di entrambi i coniugi. I giudici dell’Appello, ovviamente, non potevano trascurare questo atteggiamento, tanto da scrivere nelle loro motivazioni: “L’atteggiamento di Bossetti non è certo quello di una persona disperata che proclama la sua innocenza (…) ma quello di chi cerca di gestire a suo vantaggio il clamore mediatico sorto da tale vicenda”.