La pinna che esce dall’acqua per fendere le onde e l’enorme corpo che si avvicina da largo: uno squalo bianco nelle acque vicino a dei pescatori, ma non siamo né al cinema né negli oceani, bensì nella tranquilla Rimini, con le acque vicino a Cervia che hanno scoperto in maniera alquanto curiosa (e spaventosa) la venuta dell’animale non propriamente “consueto” nelle acque de Mar Adriatico. È certamente un incontro poco comune quello che Gino Allegri e Lorenzo Fraiese, armatori cervesi di 75 e 50 anni, hanno fatto giovedì nel mare Adriatico, nelle acque territoriali dell’Emilia Romagna di fronte a Rimini. Il video che trovate qui sotto documenta il tutto, non si tratta di fake news neanche di esagerazione; lo squalo c’è e non è al cinema, come invece tantissime pellicole hanno immaginato e raccontato in questi lunghi anni di continui “remake” del primo film e pietra miliare “Lo squalo”. Ma cosa ci faceva a Rimini uno squalo bianco? Secondo i due pescatori, si tratta di un animale che proviene da Gibilterra o dal Canale di Suez per via del cambiamento climatico; «Lo squalo ha anche lasciato qualche danno alla barca: ha rotto due canne con fili grossi da 80 libbre, 36 chili circa», spiegano i pescatori a Il Resto del Carlino che hanno assistito a qualcosa di forse unico nelle tranquille acque del Mar Adriatico.



“UNO SQUALO LUNGO 7 METRI”

«Non avremmo mai pensato di vederlo in queste acque, è stata una sorpresa – raccontano ancora emozionati i due piccoli armatori –. Nessuno lo aveva mai visto qui. Ce ne siamo accorti perché abbiamo messo giù le canne e, attorno alle 14, una di queste si è mossa in modo strano. In quel momento lo squalo è arrivato e ha addentato l’esca». Il filmato è arrivato di conseguenza visto che si stava trattando di un evento a suo modo storico, altro che film: «Abbiamo visto diverse volte degli squaletti, ma in quel momento ci siamo resi conto che quello era diverso: aveva pinna nera e occhi vitrei – proseguono i due pescatori – e quando si è avvicinato ci siamo resi conto delle dimensioni: tra i sei e i sette metri. È passato tre o quattro volte attorno alla nostra barca, poi è andato via. Eravamo emozionati, ma anche un po’ impauriti. Se avessimo avuto il sacco della fitta o del pescato sanguinante lo squalo se lo sarebbe preso. È molto aggressivo», spiegano i due pescatori ancora al quotidiano bolognese. Insomma, se la sono vista brutta anche se resta l’emozione per un evento storico che non sarà semplice che si ripresenti, al netto dei profondi cambiamenti climatici che stanno stravolgendo anche la fauna marina.



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