La legge contro l’aborto tardivo è al vaglio della Camera (House of Representatives) e il Presidente Trump si è giocato gran parte della sua “riserva” elettorale dei pro-life americani: come detto in campagna elettorale, anche ora il tycoon promette una legge immediata nel momento in cui il Congresso approvasse il disegno di legge a firma Trent Franks. La Camera non dovrebbe avere problemi data la grande maggioranza di Repubblicani, ma sarà il Senato la prova definitiva visto che nel 2015 fu proprio in quella parte del Congresso che i Democratici bloccarono la legge anti-aborto tardivo. «Firmerò la legge appena avrà superato il Congresso. Così finalmente sarebbe un crimine eseguire o tentare un aborto dopo 20 settimane di gravidanza, con la possibilità di una multa, fino a cinque anni di carcere o entrambi». Una promessa e una mossa “pro-life” con la quale una buona parte degli elettori giudicherà il già discussissimo Donald. (agg. di Niccolò Magnani)
LA LEGGE PER RENDERE GLI USA PIÙ UMANI
Negli Stati Uniti oggi si decide se vietare o meno l’aborto tardivo. La Camera dei Rappresentanti americana oggi, martedì 3 ottobre, prenderà una decisione sulla legge che potrebbe vietare l’aborto se il feto ha un’età superiore alle 20 settimane. La legge ha un obiettivo: proteggere i bambini non ancora nati ma comunque in grado di sentire dolore. Negli Stati Uniti è vivissimo il dibattito su una questione di estrema delicatezza e peraltro molto complessa. La legge, nel caso venisse approvata, prevederebbe due eccezioni: lo stupro e l’incesto. In tal caso, bisognerà presentare un referto medico che attesti che il bambino è stato concepito per un atto di stupro o incesto. Stando al Centro per il controllo delle malattie, nel 2013 ci sono stati almeno 5.770 aborti tardivi nei neonati di età superiore alle 20 settimane. «Questa legge tutela la santità della vita ed eviterà inutili sofferenze», ha dichiarato Kevin McCarthy.
DUE BOCCIATURE IN PASSATO
Non è la prima volta che negli Stati Uniti si parla di aborto tardivo: già nel 2013 e nel 2015 leggi simili vennero approvate dalla Camera dei Rappresentanti, ma non vennero mai approvate dal Senato statunitense. Il presidente americano Donald Trump si è detto pronto a firmare la legge, qualora venisse approvata. Ma, appunto, c’è un iter da seguire. E c’è un dibattito in corso sulle sofferenze che gli aborti tardivi provocherebbero ai feti. Stando a quanto riportato da AbortionProcedures.com, alcuni aborti tardivi vengono eseguiti con il metodo della “dilatazione ed evacuazione”, che consiste nell’apertura della cervice della donna, nel drenaggio del liquido amniotico dall’utero e nello smembramento del feto. In altri casi si inietta la diossina nell’utero per causare l’arresto cardiaco mortale per il bambino. Procedure contro le quali si oppone una fetta della società americana, convinta della sofferenza provocata ai danni di questi feti.
LA TESI DEI SOSTENITORI DEL PROVVEDIMENTO
Il disegno di legge per il divieto dell’aborto tardivo «proteggerà quei bambini che, come dimostrato dalla scienza, possono sentire dolore e darà loro l’opportunità di crescere e vivere una vita piena e felice». Sono queste le parole di Kevin McCarthy, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della California, che sostiene l’approvazione di questa legge. «Abbiamo l’obbligo di difendere coloro che non possono farlo da soli. Questi bambini vanno protetti», ha aggiunto. Marjorje Dannenfelser, Presidente della Susan B. Anthony List, sostiene che quello americano sia un caso atipico nel mondo: «Le nostre leggi sull’aborto sono estreme e permissive. Siamo una delle sette nazioni al mondo che permette ai feti di essere uccisi per qualsiasi motivo fino al momento della loro nascita. Siamo in compagnia di Cina e Corea del Nord. La maggioranza degli americani sostiene l’armonizzazione delle nostre leggi con la decenza umana».