Le rivelazioni fatte da un’ex compagna di cella di Veronica Panarello, secondo cui la mamma di Santa Croce Camerina avrebbe accusato del delitto del piccolo Lorys il suocero soltanto per vendetta, sono state commentate dal suo legale, Francesco Villardita. Queste le sue parole riportate da fanpage:”Se dobbiamo credere alla detenuta fino in fondo allora Veronica non ha ucciso Lorys – ha chiosato il legale parlando con i giornalist -, ma si è strangolato da solo con la fascetta alla gola. Se dobbiamo dare credito a tutta la sua ricostruzione – ha aggiunto Villardita – allora è stato un incidente domestico…La verità è che le dichiarazioni di una ex detenuta che dice che Veronica accusa il suocero per vendicarsi del marito che l’ha abbandonata rientrano nelle dinamiche sconosciute che ci sono all’interno di un carcere”. (agg. di Dario D’Angelo)



RESPINTA LA RICHIESTA DI CONFRONTO CON IL SUOCERO

Presso la Corte d’Assise d’Appello di Catania, oggi va in scena la seconda udienza per il processo a carico di Veronica Panarello con le richieste importanti che la difesa aveva fatto alla Corte dopo la condanna in primo grado a 30 anni di reclusione – deciso dal Gup di Ragusa lo scorso 19 ottobre 2016, per l’omicidio del piccolo figlio Loris Stival – ma per la difesa la battuta d’arresto è stata molto forte. Secondo quanto riportato da La Sicilia, i giudici infatti hanno rigettato tutte le richieste dei legali di Veronica, tra cui una nuova perizia psichiatrica per valutare l’effettivo stato mentale della donna, ma soprattutto viene negato il nuovo confronto tra l’imputata e il suocero Andrea Stival. La Panarello infatti nella sua ultima e definitiva versione dei fatti, aveva accusato il nonno di Lorys di essere stato il suo amante e l’assassinio del piccolo bimbo. L’avvocato Francesco Villardita aveva sollecitato la Corte su questo confronto, ma stamattina è arrivata la decisione col diniego: Veronia è presente in aula, mentre il marito Davide ha deciso di non venire. «Il processo adesso è al suo epilogo – ha aggiunto l’avvocato Scrofani, legale di parte civile – e secondo noi la sentenza di primo grado del Gup Andrea Reale reggerà al vaglio della Corte d’assise d’appello di Catania, perché nelle motivazioni ha chiarito e sciolto tutte le criticità sollevate dalla difesa». (agg. di NIccolò Magnani)



L’EX DETENUTA, “VERONICA È STUPENDA, NON HA UCCISO LORYS”

Veronica Panarello non ha mai confessato di aver ucciso il figlio Loris Stival in carcere: lo ha rivelato un ex detenuta che ha condiviso la stessa cella con la donna condannata a trent’anni di reclusione in primo grado per l’omicidio del figlio di otto anni. «Sono stata un anno con Veronica, una ragazza stupenda. Si è sempre confidata con me, mi ha detto tutto della sua famiglia e non ha mai confessato l’omicidio. Pensa ogni giorno a suo figlio, non se l’è dimenticato», ha raccontato l’ex detenuta nell’intervista rilasciata a La Vita in Diretta. E quindi in attesa che si concluda il processo d’appello lavora in carcere: «Fa di tutto. Va d’accordo con le altre detenute, a parte qualcuna. Quando io sono uscita lei ha pianto tutto il giorno». L’ex detenuta ai microfoni del programma di Raiuno ha rievocato anche il giorno nel quale Veronica Panarello è stata condannata in primo grado a 30 anni di reclusione: «Piangeva quando è tornata, sono stata sveglia tutta la notte… Lei sostiene che sia stato suo suocero».



VERONICA PANARELLO: ECCO LA VERSIONE DI UNA VICINA DI CELLA

Veronica Panarello ha ucciso suo figlio Loris o è stato il suocero a commettere l’omicidio per vendetta? Quest’ultima è la tesi di una vicina di cella della donna, una testimonianza che però per la difesa della mamma non ha alcun valore di prova. La “confessione” avvenuta in prigione è stata raccolta dai giornalisti di Quarto Grado: la detenuta avrebbe riferito che la madre di Loris Stival avrebbe accusato il nonno del bambino, sostenendo che aveva avuto un rapporto sessuale con lui, «perché il marito l’aveva abbandonata in carcere e quindi lei si stava vendicando». Inoltre, avrebbe confessato di aver messo le fascette di plastica ai polsi del bambino perché non voleva andare a scuola e che Loris se le sarebbe strette intorno al collo da solo mentre lei era al telefono col marito. La vendette invece sarebbe scattata perché il marito l’aveva abbandonata in cella. «Gli avevo chiesto gli occhiali che sono a casa e non me li ha portati e io sto reagendo a modo mio: ho messo in mezzo suo padre, dicendo che ha ucciso lui il piccolo Loris», avrebbe confessato Veronica Panarello.

LA LETTERA A MATTINO CINQUE

Il 6 luglio è commiato il processo d’appello per l’omicidio di Loris Stival, che è ancora in corso. Veronica Panarello però crede nell’assoluzione, per questo ha deciso nelle scorse settimane di scrivere una lettera, nella quale ha ribadito la sua innocenza e descritto il rapporto con suo figlio. «Lorys è sempre stato unico, è inciso nella mia anima. Di quella mattina, del 29 novembre di tre anni fa, non ricordavo nulla. Anche io, infatti, ho le mie responsabilità e per questo ho chiesto di pagare, ma non ho ucciso Lorys», ha scritto nel messaggio inviato a Mattino Cinque. Ora, dunque, scrive di sopravvivere con il dolore della perdita del figlio e del desiderio di riabbracciare l’unico figlio che le è rimasto e che da un anno non può vedere neppure in foto. Ma ha parlato anche delle sue colpe e della condanna a 30 anni in primo grado: «Un giorno o l’altro mi crederanno. Non sono una lucida assassina né una criminale, così come scritto nella sentenza. Non mi perdonerò mai di non avere protetto Loris».