Ci sono importanti novità sull’omicidio di Emanuele Morganti, il ragazzo massacrato di botte davanti ad una discoteca di Alatri. Il caso è stato approfondito oggi da Pomeriggio 5, che ha intervistato la madre del ventenne, Lucia. «Il problema non è solo l’omertà, mio figlio è stato anche vittima di una povertà d’animo. Ho perso un angelo, era speciale sin dalla sua nascita. Dirgli di avvicinarsi a Dio gli spaventerebbe, ma così apprezzerebbero la vita, quella che ha perso Emanuele», ha dichiarato in lacrime la donna. Intanto c’è stato un altro arresto: in manette è finito Franco Castagnacci, padre di uno dei tre giovani arrestati, finora indagato a piede libero. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, che ha accolto la richiesta della Procura. Il quarto arrestato, detto “belle armi”, è indagato per concorso in omicidio volontario. Dopo la morte di Emanuele Morganti era stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Velletri con l’accusa di spaccio di cocaina, che per gli inquirenti è il vero movente del dramma consumatosi nella notte tra il 25 e il 26 marzo ad Alatri, in provincia di Frosinone.
OMICIDIO MORGANTI, ARRESTATO FRANCO CASTAGNACCI
Gli investigatori sostengono che siano emersi su Franco Castagnacci «gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto, concretizzatosi nella partecipazione all’aggressione di Emanuele subito dopo che era stato portato fuori dal locale, nell’averlo inseguito sino alla parte alta della piazza, dove il giovane aveva tentato di fuggire, braccandolo e continuando a colpirlo, nell’aver, immediatamente dopo, impedito ad un giovane, trattenendolo con forza, di accorrere in soccorso di Emanuele che, nel frattempo, dopo essersi liberato da lui, veniva affrontato ed aggredito dai tre indagati già sottoposti al regime detentivo che ne causavano, infine, la morte». La misura della custodia cautelare è stata giustificata «alla luce della condotta collaborativa tra l’arrestato e gli ulteriori tre indagati per l’intera fase dell’aggressione, per la rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento particolarmente crudele e dall’accanimento della condotta realizzata in danno della giovane vittima nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove consistenti nel pericolo che il prevenuto possa continuare a subornare o minacciare i testi, come emerso durante le indagini, per favorire la propria posizione e quella del figlio».
ALATRI, DUE IPOTESI SULLA MORTE DI EMANUELE MORGANTI
Per l’omicidio di Emanuele Morganti sono già in carcere il 24enne Michel Fortuna, Mario Castagnacci, figlio di Franco, e il fratellastro Paolo Palmisani. Indagati invece a piede libero i quattro buttafuori della discoteca: Michael Ciotoli, Damiano Bruni, Manuel Capoccetta e l’albanese Pietri Xhemal. Per i carabinieri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani sarebbero stati spalleggiati da Franco Castagnacci e aiutati da Michel Fortuna. Insieme hanno inferito su Emanuele Morganti con calci e pugni. Le indagini, come riportato da Repubblica, sono prossime alla conclusione, ma il processo si profila complicato. La consulenza medico-legale ha lasciato aperte due ipotesi circa la morte del ragazzo: la prima è che sia stato colpito a morte con un manganello, che gli avrebbe provocato la devastante emorragia cerebrale che l’ha ucciso, ipotesi che addenserebbe i sospetti su uno dei buttafuori; l’altra è che sia caduto sul montante di un’auto, quindi resterebbe aperta l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale.