L’INDAGINE DI UN EX AGENTE DELL’FBI

A circa 72 anni dalla sua morte in un campo di concentramento di Bergen-Belsen (Bassa Sassonia), la vicenda di Annalies Marie Frank, passata alla storia più semplicemente come Anna Frank, continua ancora a far discutere e non solo per quanto ha significato per tutte le vittime della Shoah e per il valore rappresentato dal suo celebre Diario, ma anche per via di una indagine che mira a fare luce sugli aspetti ancora oscuri della sua deportazione. Infatti, tale Vincent Pankoke, un ex funzionario dell’FBI oramai in pensione, ha deciso di riaprire autonomamente un vecchio fascicolo, al quale si sono interessati peraltro in molti nel corso del tempo, per provare a capire chi sia stato a tradire la famiglia Frank durante il periodo in cui questa viveva in clandestinità in un sottotetto di un’abitazione di Amsterdam. Stando a quanto si apprende, decisiva per la riapertura della suddetta indagine sono stati i documenti che la fondazione che gestisce la casa-museo nella capitale olandese ha messo a disposizione dell’agente in pensione del Federal Bureau of Investigation.



IL TEAM DI ESPERTI SULLE TRACCE DELLA FRANK

Vincent Pankoke, infatti, ha un obiettivo preciso: risolvere questo mistero, assieme a un team da lui assoldato di 19 esperti, entro l’estate del 2019, dato che il 4 agosto di quell’anno cadrà simbolicamente il 75esimo anniversario proprio dell’arresto di Anna Frank. Secondo quanto si apprende da alcune interviste che il diretto interessato ha rilasciato da quando la sua iniziativa è diventata di pubblico dominio, Pankoke ha trascorso gli ultimi anni setacciando letteralmente alcuni archivi statunitensi e parlando con storici, documentaristi e psicologici al fine di ricostruire quelle che sono state le ultime ore di libertà dell’autrice del Diario e capire così in che modo sia stato scoperto il nascondiglio che Otto Frank utilizzava per proteggere i suoi cari dalle retate della Gestapo. Insomma, come in una pellicola hollywoodiana, l’ex funzionario dell’FBI ha allestito un team deluxe di esperti nei rispettivi ambiti di competenza che, sfruttando le più avanzate tecniche forensi, proverà scovare il “colpevole” della suddetta delazione. La tesi del gruppo di lavoro inoltre punta a confutare i risultati di uno studio pubblicato proprio dalla Anne Frank House un anno fa e, secondo il quale, la cattura dei Frank sarebbe stata casuale e non conseguenza del tradimento di qualcuno dei loro conoscenti. “Questa sarà l’ultima indagine della mia carriera” ha spiegato il 59enne Pankoke, aggiungendo che lo scopo dell’indagine non è di formulare accuse contro qualcuno, ma solamente cercare dato che “non c’è mai limite alla ricerca della verità”.



UNA MOLE DI DATI E FILMATI DA ANALIZZARE

Insomma, per il team si prospetta un lungo lavoro che verterà sull’analisi di alcuni documenti finalmente desecretati e che erano stati inviati anni fa negli Stati Uniti: proprio in queste carte Pankoke avrebbe desunto alcuni indizi che hanno fatto scattare la proverbiale scintilla: questi “files” tuttavia sono stati rovinati dall’usura o parzialmente danneggiati dall’acqua ma contengono un elenco dettagliato di quelli che sarebbero stati alcuni informatori al soldo della Gestapo, oltre che di agenti sotto copertura che lavoravano nei Paesi Bassi durante il Terzo Reich. Non solo documenti e scartoffie all’apparenza insignificanti: Pankoke conta di scoprire la verità anche in alcuni filmati d’epoca (si parla di oltre 20 chilometri di pellicola da esaminare) e nei quali compaiono dei volti che potrebbero dare una svolta alle ricerche. Ad ogni modo, secondo altri esperti sarà difficile che in futuro vengano fuori altre informazioni a proposito della famiglia di Anna Frank dato che diversi documenti della Sicherheitsdienst (il servizio di sicurezza segreto delle SS) sarebbero andati irreparabilmente perduti durante i bombardamenti aerei che le forze anglo-americane avrebbero sferrato tra il 1944 e il 1945.

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