Ci sono voluti secoli per arrivare al momento dell’hic et nunc, qui e ora. Espressioni artistiche di ogni genere e tipo, hanno affermato per spingerci a sostenete la teoria del carpe diem. Poi arriva Daniel Blaukufus e smonta tutto, con un’affermazione semplicissima, “il presente non esiste“. In una lunga intervista rilasciata alla rivista culturale Doppiozero, il fotografo portoghese non ha alcun dubbio, “esistono solo passato e futuro“. Questo concetto è alla base del suo ultimo lavoro che non è una mostra, bensì un libro, una raccolta di scatti. In This business of living, Questo mestiere di vivere, il fotografo affronta il tema del vivere come una sorta di lavoro, qualcosa che ha bisogno di regole, come fosse un compito in un certo ufficio e la necessità, a volte meccanica e burocratica, di organizzare il tempo: svegliarsi, mangiare, pensare, lavorare, dormire, vivere. Tutto seguendo tre linee guida, capaci di scandire il ritmo, ovvero ieri, oggi e domani. Ma a dirla tutta, uno di questi concetti, quello che ci hanno insegnato a considerare per vivere intensamente, cioè il presente, secondo il fotografo è proprio quello che non esiste.
IL TEMPO, UN CONCETTO COMPLICATO
“In un periodo in cui avevo un momento di crisi, ho lavorato su una serie di fotografie relative a questa idea di tempo, giorno dopo giorno”, commenta il fotografo riferendosi a un appunto di Cesare Pavese su uno dei suoi diari, ovvero la frase “oggi, niente”. Proprio a Cesare Pavese, infatti, è ispirata l’opera, che tratta dell’esperienza che abbiamo del tempo e delle memorie dei giorni passati. In questo volume, come in altre sue opere, il fotografo racconta di voler indagare luoghi carichi di memoria, scavando anche nei meandri della letteratura o recuperando diverse fotografie storiche di autori anonimi, per assegnare loro altri significati, altre modalità di interpretazione. Lo fa raccogliendole in un volume perché, come spiega lui stesso, “una mostra è qualcosa di temporaneo e geograficamente limitato, mentre un libro può durare e viaggiare”. Un libro è per sempre. “Ogni immagine – spiega – può avere molte letture possibili, in base a dove, quando e da chi viene vista e da chi è distribuita. Questo è il pericolo della fotografia, ovvero che la stessa immagine può essere utilizzata per diversi tipi di informazioni, a volte in modo improprio, alterata, profondamente rivisitata ecc. Le immagini fotografiche sono materiali fragili e di conseguenza devono essere trattate con cura e questo è quello che cerco di fare”.
ESISTONO SOLO PASSATO E FUTURO
E utilizzando la fotografia, che è “memoria per eccellenza”, il fotografo conferma di ritrovarsi nella bellissima frase di Gaston Bachelard, che sosteneva come ritornare sui luoghi, permettesse di ricreare un’immagine poetica che non è l’eco del passato, ma una proiezione nel futuro. “Non c’è nient’altro che passato e futuro. È il presente, infatti, che non esiste”. A pensarci bene, a ognuno di noi questa idea sarà venuta in mente, passiamo la vita a ricordare il passato e a progettare il futuro. È anche vero, però, che lo facciamo oggi, quindi forse un po’ questo presente esiste. Il suo è un concetto particolare, come quello di tutti gli artisti, specie di quelli che indagano il concetto tempo. Daniel Blaukufus conclude rivelando la sua visione del tempo, spiegandoci perché questo argomento lo strega e lo ossessione. “Sto cercando una ragione per vivere la mia intimità interiore senza essere sopraffatto dalla velocità delle cose che mi circondano”, commenta. “Questa è la poesia, fermarsi per un attimo e respirare, uscire…”