Vegani o non vegani, è questo il dilemma. Non possiamo negarlo, una delle domanda dell’anno, del decennio e, chissà, forse una di quelle con cui verremo ricordati sui libri di scuola del futuro, insieme a quella sul cellulare sì o cellulare no, sarà questa: essere vegani è bello o no? Fa bene o fa male? Vive più a lungo un umano divoratore di carne o un umano bruca-erba? Non vi sveleremo la risposta del secolo, prima di tutto perché non l’abbiamo, e perché, svelando l’arcano, non daremmo ai nostri posteri argomenti da sviscerare sui millenials, ma vogliamo continuare a parlarne, concentrandoci su un’altra domanda: vegano perché? Perché fa bene, perché è eticamente corretto o perché è di moda? Lo facciamo partendo da un articolo pubblicato dall’autrice editorialista del New York Times, Jane E. Brody, in cui la scrittrice, palesemente contraria a una dieta vegana, sviscera dati, studi e commenti per spiegare perché, per avere una dieta sana non sia necessario eliminare carne e derivati. Ma, ci domandiamo, questa strategia di difesa, in Italia potrebbe avere senso?
NON PER FORZA UN VEGANO MANGIA SANO
Tutto cominciò con un documentario. “What the Health”, questo il titolo dell’approfondimento che la scrittrice racconta di aver guardato, spinta da amici che definisce particolarmente attenti e sensibili alla salute. “Ci ho provato – commenta la donna che si occupa di salute e nutrizione – finché non mi sono davvero infuriata sentendo citare alcuni errori clamorosi”. La donna si riferisce ad alcuni messaggi lanciati dal filmato in questione, quali l’idea che mangiare un uovo al giorno sia nocivo come fumare cinque sigarette, o che consumare una porzione al giorno di carne aumenti il rischio di diabete del 51 per cento. Sta di fatto che, queste nozioni l’avrebbero fatta così arrabbiare da dover interrompere la visione per la sua stessa salute. La donna, che ci tiene a sottolineare di non appoggiare il trattamento disumano degli animali da allevamento, commenta di non approvare nemmeno l’adozione indiscriminata di diete vegetariane o vegane in loro nome: non per forza, spiega, un vegano ha un’alimentazione sana, per esempio se elimina prodotti di origine animale e poi abusa di farine raffinate o zuccheri.
LA FILOSOFIA VEGGY, UNA SCELTA ETICA
L’editorialista del New Work Times, elenca diversi studi che provano come non basti mangiare verde per mangiare bene, studi come quello di Harvard, che hanno concluso che “non tutti gli alimenti vegetali sono necessariamente utili per la salute e che non è necessario diventare un vegetariano rigoroso per proteggere il cuore, ma solo ridurre i cibi animali, e soprattutto evita quelli con un alto contenuto di grassi”. Il commento della donna è abbastanza ovvio per noi, forse non lo è in uno stato, come quello americano, in cui i problemi legati all’alimentazione sono decisamente superiore ai nostri. Ma, da noi, forse, questa analisi delle ricerche fatte a favore della non completa eliminazione della carne sembra lasciare un po’ il tempo che trova. Questo perché, per difendere una dieta non vegana, non sembrano servire argomenti salutistici, non in Italia, dove la maggior parte delle persone che sceglie uno stile di vita veggy lo fa per tutt’altre ragioni. È solo di qualche settimana fa, per esempio, il commento del giornalista Marino Noiola, che spiegava quali sarebbero a sua avviso le ragioni del diffondersi della filosofia veggy, principalmente filosofiche e animaliste. .
WHY VEGAN?
La donna si sofferma poi su alcuni consigli dietetici, su come, introducendo per esempio del pesce, la saluti ne giovi, o altre dritte che però a noi sembrano andare fuori tema. Insomma, Jane E. Brody non sembra rispondere alla domanda che titola l’articolo, almeno non da noi, dove la maggior parte delle persone che diventano vegane lo fa per ragioni etiche. Insomma, sembra più sensato il commento di Noiola, che aveva spiegato come le ragioni di questa scelta alimentare sarebbero più ambientaliste che salutiste: in pratica, la maggior parte delle persona che optano per questa via, lo fa per amore dei fratelli a quattro zampe. Ecco perchè, a nostro avviso, l’editoriale della Brody, anche se molto atento e utile dal punto di vista nutrizionale, non sembra particolarmente utile appllicato alla situazione italiana, non se si parte dalla domanda iniziale, ovvero Good Vegan Bed Vegan? La vera domanda, semmai, sarebbe Why Vegan?