Non si placano le polemiche nei confronti di Maurizio Costanzo per la sua intervista a Pietro Maso, autore dell’omicidio dei genitori nel 1991. Accusato di “sciacallaggio” e di scarsa sensibilità solo per realizzare un’intervista che potesse creare clamore, Maurizio Costanzo è stato interpellato su Radio Rai da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari nel programma “Un giorno da pecora”. E la reazione del giornalista è stata veemente, soprattutto nei confronti dell’avvocato delle sorelle di Pietro Maso: “Gli avvocati– ha commentato Costanzo – parlano di miseria sperando di guadagnare di più” E poi ha aggiunto: “Secondo me è una storia molto vera. Consiglio alle persone prive di preconcetti di guardarla per capire una persona che ha il suo passato”. I social si sono scatenati, lanciando accuse molto dure nei confronti di Costanzo e su quella che è stata definita la sua voglia di sensazionalismo, ma il giornalista sembra non curarsene, a giudicare dalla risposta fornita in merito: “Ma li faccia parlare, devono dare un senso alla vita. In questo i social aiutano molto…” (agg. di Fabio Belli)



L’INDIGNAZIONE DELLE SORELLE

Ascolteremo certamente parole forti, questa sera, nel corso della puntata de L’Intervista realizzata da Maurizio Costanzo a Pietro Maso. Il quotidiano L’Arena ha estrapolato una frase emblematica pronunciata dall’ex ragazzo di Montecchia di Crosara, oggi 46enne, in attesa di vederlo in tv al cospetto di Maurizio Costanzo. “Penso che i miei genitori mi accompagneranno a essere veramente la persona di oggi… una persona nuova”, ha detto. Lui, dunque, si definisce una persona cambiata, “nuova” appunto, ma purtroppo non la penserebbero così le sorelle, vittime di alcune sue durissime minacce. Intanto alla vigilia della messa in onda prosegue la bufera sul web, al punto che ieri sera lo stesso giornalista Costanzo è dovuto intervenire commentando: “Io parto da un principio: le persone vanno conosciute. Lui ha fatto 22 anni di carcere e poi è uscito per volere del magistrato. Non solo: dopo che l’ho intervistato, sarebbe partito per la Spagna, avendo il passaporto che gli hanno dato le autorità”, ha spiegato Costanzo. Ad attaccarlo duramente parlando di vera “miseria” in riferimento alla sua intervista è invece stato l’avvocato difensore delle sorelle di Maso, che ha definito tutto ciò solo una trovata per ottenere qualche punto di share in più. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



RISCHIA UN’ALTRA CONDANNA

Cresce l’attesa per l’approdo in tv di Pietro Maso, assassino dei suoi genitori e condannato a 30 anni per quel massacro che compì nel 1991. Oggi il 46enne siederà al cospetto di Maurizio Costanzo nell’ambito della prima puntata de L’Intervista, in attesa di conoscere quale sarà, nei prossimi giorni, il suo destino ed il suo futuro rapporto con la giustizia. Maso, infatti, se ha già pagato per l’orrendo duplice omicidio dei genitori, a Milano risulta essere ancora sotto processo per minacce nei confronti delle sorelle. Come riporta L’Arena, tutto sarebbe partito dalle minacce neppure tanto velate rivolte alle donne ed emerse attraverso alcune intercettazioni choc durante due telefonate all’ex moglie ed al padre spirituale, don Guido Todeschini, che dalla sua uscita dal carcere lo aveva accolto tra i suoi collaboratori. Le sue parole furono sconvolgenti poiché, dopo il rifiuto ad una richiesta di denaro rivolta alle sorelle, Pietro Maso avrebbe replicato: “Finisco quello che avevo iniziato nel 1991…faccio il lavoro che so fare meglio e poi mi ammazzo”. Le frasi non passarono affatto inosservate, ma anzi portarono ad intensificare i controlli da parte delle Forze dell’Ordine nei confronti delle sorelle dell’uomo. La prima udienza del nuovo processo che vede Pietro Maso imputato si è tenuta lo scorso maggio. La prossima sarà tra pochi giorni, il 20 ottobre prossimo. E forse allora potrebbe giungere la sentenza con una nuova possibile condanna a carico del protagonista de L’Intervista di oggi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’OSPITE DI MAURIZIO COSTANZO

Intervistare un assassino. Lo fa Maurizio Costanzo con Pietro Maso, inaugurando la prima puntata de L’Intervista con un faccia a faccia clamoroso che sta facendo scatenare il popolo del web. Il protagonista della puntata in onda giovedì 5 ottobre in seconda serata sarà niente poco di meno che Pietro Maso, l’uomo condannato a 30 anni di carcere per aver massacrato i suoi genitori il 17 aprile del 1991 insieme a tre amici. Nonostante il video diffuso sia solamente di pochi secondi, sta già suscitando aspre polemiche sul web: del tutto comprensibile dal momento che l’uomo appare in tv, seduto accanto al conduttore, con un aspetto impeccabile e alle spalle le foto dei genitori uccisi. Peccato che l’aguzzino di Antonio e Maria Rosa sia proprio lui, il loro figlio. Gli utenti della rete si sono scatenati, in particolare con commenti al post sul profilo Facebook di Costanzo, in cui molti hanno parlato di “sciacallaggio”, proponendo il boicottaggio del programma. Da pelle d’oca il promo, in cui Maso presenta la sua intervista, spiegando di voler essere se stesso, senza maschere, di voler raccontare, dopo 26 anni, la sua vita. Per farlo, come commenta proprio lui, i suoi genitori saranno lì ad accompagnarlo. Metaforicamente, certo, dal momento che sono morti… per mano sua, la stessa persona che nel video scoppia in lacrime al ricordo di quella stessa sera in cui li uccise colpendoli con una padella, un tubo di ferro e perfino un bloccasterzo. E poi andò a festeggiare in discoteca.

L’INTERVISTA A PIETRO MASO, “MI SONO GIÀ PENTITO”

Mi sono già pentito. Mi sono già pentito di quello che ho fatto e cerco di ricostruire una vita”. Così Maso risponde a Maurizio Costanzo in un passo lanciato sui social dell’intervista che verrà trasmessa giovedì 5 ottobre su Canale 5. L’anchorman lo incalza, sottolineando di non aver mai letto, nei filmati, nel libro sulla sua storia, un vero pentimento: “Beh…Non l’ha mai letto o non l’ha mai visto perché – risponde Maso – il pentimento per me è una cosa seria e oggi, magari, ho l’opportunità di dirlo”. Parlando del periodo precedente il massacro, che l’uomo compì assieme a tre amici, Costanzo chiede a Maso cosa rispose alla madre quando lei gli domandò se le voleva bene: “Risposi di sì… risposi di sì… però non era così”. “Sì… – prosegue Maso nell’intervista  – Era un momento prima dell’episodio che mi segna per tutta la vita, e io lì avevo alzato tutte le barriere per affrontare il momento. Dunque io in quel momento mi ero staccato completamente dai miei genitori. Lei aveva percepito questo e mi chiese, appunto, questa frase che riascoltandola oggi mi fa male”. Costanzo prosegue sul ricordo dei genitori. “Quanto ci ha pensato a loro?”, chiede, e Maso rivela di averlo fatto “Tutti i giorni”. “Ha pianto per loro?”, chiede ancora e su questo, il reo confesso sembra titubante “Purtroppo, ho un problema, non riesco ad esternare la sofferenza che ho tramite le lacrime … e … sto molto male”.  

I COMMENTI SUL WEB, “BOICOTTIAMO IL PROGRAMMA DI MAURIZIO COSTANZO”

I commenti sul web sono spietati. “A chi interessa l’intervista di un assassino? Cosa c’è da capire e da approfondire?” commenta laconico qualcuno. Altri, invece, pensano all’esempio televisivo, “Se per caso qualche adolescente seguirà l’intervista, gli arriverà questo messaggio: se uccidi i tuoi genitori non resterai in galera a vita, ma avrai la facoltà di studiare, scrivere un libro e pubblicarlo, ottenere la libertà di lavorare all’esterno del carcere, essere intervistato in TV come un VIP”. Di certo l’operazione fa discutere e, inutile negarlo, incuriososce. Indipendentemente dal fatto che sia giusto o meno dare spazio a un assassino, sicuramente, giornalisticamente parlando, potrebbe avere il suo perché, ovvero la previsione che, a seguire questa intervista tanto criticata, ci sarà una buona fetta di pubblico televisivo. Del resto, a soli promo lanciati, questa intervista sta già facendo clamore, figuriamoci a giochi chiusi… Il legale delle sorelle di Maso, Agostino Rigoli, definisce l’operazione “una miseria”, pensata per ottenere “mezzo punto in più di share”.

PIETRO MASO: L’ASSASSINIO E POI LA DISCOTECA

Pietro Maso è il protagonista reo confesso di uno dei più clamorosi casi di omicidio a sfondo familiare della cronaca italiana. Aiutato da tre amici, il 17 aprile del 1991, nella sua casa di Montecchia di Crosara, uccise entrambi i genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari. Dopo l’orrenda aggressione, i giovani simulano una rapina e poi, tranquillamente, andarono in discoteca. Al suo ritorno a casa Pietro finse di scoprire l’accaduto e fu proprio lui a dare l’allarme. A portare i carabinieri sulle tracce degli autori del delitto, qualche giorno dopo, furono le due sorelle di Pietro, le quali scoprirono che dal conto della madre erano stati prelevati 25 milioni con un assegno recante la sua firma contraffatta. L’assegno, sosterrà l’accusa, sarebbe servito ai giovani per estinguere un debito contratto da Carbognin con una banca per comprare una Lancia Delta integrale, poi non acquistata per contrasti con i familiari. I soldi, nel frattempo, erano stati spesi nel giro di due mesi. Era stato proprio per evitare che i genitori se ne accorgessero che Pietro Maso aveva deciso di ucciderli.

Arrestato il 19 aprile 1991, l’uomo è stato condannato definitivamente a trent’anni di carcere, con il riconoscimento della seminfermità mentale al momento del fatto. Dopo averne trascorsi ventidue, è stato rimesso in libertà, per poi essere ricoverato in clinica psichiatrica dal marzo 2016. Ai suoi complici, Giorgio Carbognin e Paolo Cavazza, è stata inflitta una pena di ventisei anni, mentre al minorenne Damiano Burato tredici. 22 anni, un romanzo, decine di lettere non bastavano per dire al mondo di essersi pentito, ci mancava una trasmissione televisiva. La sua posizione, per altro, sembra poco credibile dal momento che Maso, che ha chiuso i conti con la giustizia per l’omicidio dei genitori, è comunque tuttora ancora sotto inchiesta, per aver tentato, in epoca recente, di estorcere denaro alle sorelle.