Avere l’opportunità di dialogare con don Julian Carron equivale ad andare incontro ad inevitabili spunti di riflessione, a livello etico e personale. Ne hanno avuto una prova gli studenti della Statale di Milano che hanno assistito al confronto tra il rettore dell’Università, Gianluca Vago, e l’autore del libro “La bellezza disarmata”. Un’opera nata dalle parole di commento all’attentato del 2013 alla redazione di Charlie Hebdo, a Parigi, quando Carron sulle colonne de Il Corriere della Sera si chiese:”Ma noi cristiani crediamo ancora nella capacità della fede che abbiamo ricevuto di esercitare un’attrattiva su coloro che incontriamo e nel fascino vincente della sua bellezza disarmata?“. Il rettore ha aperto il dialogo con l’intellettuale ammettendo:”Condivido uno dei temi del libro, e cioè la difficoltà che abbiamo a evocare l’interesse e la curiosità dei più giovani. C’è una difficoltà a generare una curiosità del mondo”. Un concetto condiviso anche dalla professoressa di Diritto Costituzionale, Marilisa D’Amico:”Questa rincorsa senza fine alla soddisfazione dei desideri, che secondo Carrón è all’origine del proliferare dei nuovi diritti, è un tema che richiede una presa di responsabilità da parte di noi educatori”.

LA PROVOCAZIONE DI CARRON

Carron, com’è nel suo stile, non si è limitato ad accogliere i pareri positivi dei suoi interlocutori rispetto alla sua opera letteraria più celebre. Al contrario ha lanciato una sfida, ha animato il dibattito come solo le grandi menti sanno fare. Ecco dunque le parole di colui che dal 2005 è alla guida di Comunione e Liberazione:”Siamo tornati a guardare al desiderio come nell’antichità, a tentare di ingabbiarlo. Ma da dove nasce questa sfiducia verso il desiderio? Io lancio la sfida sul tavolo“. Carron chiarisce che mentre l’abitudine è quella di tentare di arginare il desiderio, sono in pochi a domandarsi quali siano i meccanismi da cui questo scaturisce. Eppure, spiega, “tutti noi, volenti o nolenti, dovremo farci i conti, perché è una questione di fisica: la goccia non riempie il bicchiere“. 

LA DIFFERENZA DEL CRISTIANESIMO

Con il protrarsi dell’incontro, anche il rettore della Statale, Gianluca Vago, ha posto una serie di interessanti interrogativi al suo ospite. Ad esempio:”Come possiamo distinguere una proposta dall’altra, il cristianesimo da un’altra religione? Non possiamo basarci soltanto sulla soddisfazione che noi proviamo, perché ognuno trova la sua in quello che afferma e che fa, anche quando si tratta di cose o gesti discutibili“. La risposta di Carron, però, è esauriente:”A parole tutto sembra uguale a tutto, ma c’è un modo di vivere che è più umano, in cui c’è più ragione, più affezione, più libertà, più crescita dell’io, più apertura all’altro. Il bello di una società come la nostra è che non si può imporre niente a nessuno. Il cristianesimo ha una proposta da offrire, e dove c’è libertà, dove c’è pluralità, si trova a suo agio, perché è lì che può mostrare la sua originalità. A ognuno spetta prendere posizione”.