Su “Giallo” emergono nuovi dettagli inquietanti sul caso del Mostro di Firenze, che ha tenuto col fiato sospeso l’Italia, e che si è concluso con una serie di condanne che non hanno però mai convinto fino in fondo l’Italia. Si parla soprattutto della situazione del medico Francesco Narducci, morto misteriosamente nel 1985 a soli 36 anni, in circostanze misteriose che erano state derubricate come un suicidio, poco tempo dopo quello che resta come l’ultimo delitto attribuito al Mostro. Circostanze mai comprese, tanto che è stata stabilita la riesumazione della salma dell’uomo nel 2002. E l’informativa del 4 aprile 2007 del gruppo che si occupava dei delitti del Mostro di Firenze, inviata alla Procura di Perugia, parla esplicitamente del fatto che nel seppellire al medico si potrebbe aver messo in atto un inquietante scambio di persona.



MOSTRO DI FIRENZE, L’INFORMATIVA SHOCK ALLA PROCURA DI PERUGIA

“Quando e stata aperta la bara, ci si e trovati di fronte un cadavere che, per condizioni generali di conservazione, poneva seri problemi di corrispondenza con l’uomo a cui si erano riferiti gli accertamenti eseguiti dopo il ritrovamento del corpo nel lago Trasimeno nel 1985”. Questo si legge nell’informativa di cui sopra, il che perorerebbe le teorie di chi da anni afferma come Narducci non si sia suicidato, ma sia stato ucciso, col gastroenterologo sospettato di far parte del “secondo livello” delle persone che hanno organizzato i terribili delitti del Mostro di Firenze. Dopo il delitto del 1985, secondo la ricostruzione di “Giallo”, Narducci non avrebbe retto alla tensione, decidendo di rivelare ai magistrati particolarmente importanti che avrebbero fatto luce sui delitti che hanno portato poi all’arresto e alla condanna degli ormai noti alle cronache “Compagni di merende”, con in testa Pietro Pacciani.



FRANCESCO NARDUCCI: OMICIDIO E NON SUICIDIO

Gli inquirenti sembrano però ragionevolmente convinti, secondo i documenti rilevati da “Giallo”, come l’uomo seppellito nella tomba di Narducci non fosse affatto Narducci. Si legge nell’informativa: “Vi era una diffusa presenza di peli corporei e di capelli, i pantaloni sono stati rinvenuti integri, chiusi con bottoni in parte persistenti, di taglia “48 s”, cioè “small”, vale a dire “piccola”. Tali caratteristiche sono subito apparse difficilmente compatibili con quelle dell’uomo ripescato dalla località Arginone del Lago Trasimeno la mattina di domenica 13 ottobre 1985. Il cadavere di quest’ultimo era caratterizzato da perdita seppur parziale, di capelli, dalla “facies negroide” e dall’abnorme rigonfiamento, specie addominale. L’obbiettivata frattura del corno superiore sinistro della cartilagine tiroide, che il medico ha ritenuto essere avvenuta in vita, rendeva “quanto meno probabile” che la causa di morte del Narducci risiedesse in un’asfissia meccanica violenta prodotta da costrizione del collo secondo una modalità omicidiaria.” Dunque omicidio e non suicidio, per quello che sembra essere una conferma a chi ritiene Narducci coinvolto, e pronto a confessare particolari, nella sequenza criminale del Mostro di Firenze. Un coinvolgimento che avrebbe fatto clamorosamente scandalo, considerando l’onorabilità che in Toscana poteva vantare la famiglia Narducci.