TERZA GUERRA MONDIALE. Hanno spiegato nell’ultimo rapporto presentato al Congresso Usa che la Corea del Nord avrebbe un programma non solo nucleare ma anche di armi biologiche nell’immenso arsenale del regime comunista: a parlare sono gli uomini dell’intelligence di AMPLYFI e l’Università di Harvard. Si teme dunque che il regime pronto alla guerra mondiale praticamente con tutti avrebbe sviluppato decine di agenti biologici mortali tra cui anche il batterio della peste che potrebbero essere inseriti nei missili balistici destinati alla Corea del Sud e al Giappone, e non solo. La minaccia gravissima e inquietante non si ferma qui: «l’antrace, il botulismo, il colera, il tifo, la febbre gialla e il vaiolo», sarebbero gli altri agenti patogeni in mano alla Corea del Nord, sempre secondo il rapporto su dati rilevati da 840mila siti internet che contenevano il termine `armi biologiche´, di cui 23mila avevano collegamenti con la Corea del Nord, come spiega La Stampa citando il dato di AMPLYFI. (agg. di Niccolò Magnani)



LA MINACCIA DI KIM, “ARMI NUCLEARI CI DIFENDONO”

Ha parlato Kim Jong-un, dopo settimane di silenzio e in piena crisi per la possibile guerra mondiale che potrebbe scatenarsi prima del 2018: e come si poteva immaginare non sono certe parole di “pace”. «Le armi nucleari della Corea del Nord sono un prezioso frutto della sanguinosa lotta del suo popolo per difendere il destino e la sovranità del Paese dalle prolungate minacce nucleari degli imperialisti statunitensi», spiega nel discorso alla nazione riferendosi, ovviamente senza citarlo, al premio Nobel per la Pace dato venerdì scorso all’Ican, una sorta di “messaggio” alla stessa Pyongyang per smettere il proprio progetto nucleare. È tutto una propaganda unica, difendendo la propria economia e le scelte politiche mentre intanto il suo popolo muore di fame: non solo, la sorella  Kim Yo-jong viene “infilata” nei nuovi membri del politburo del comitato permanente del Partito dei Lavoratori di Corea, di fatto l’organo più potente del Paese dopo lo stesso dittatore. Come dire, la dinastia non si tocca e se qualcuno vorrà buttarla giù dovrà “pagarlo” con una guerra nucleare. (agg. di Niccolò Magnani)



TRUMP ATTACCA, “CON KIM FUNZIONA SOLO UNA COSA…”

Quando sembrava che i venti di bufera si fossero leggermente placati, ecco arrivare dal web la minaccia concreta della Terza Guerra Mondiale. A preoccupare, però, è che a formularla sia il presidente del Paese più potente del Pianeta, quel Donald Trump che sembra essersi stancato di attendere le lungaggini della diplomazia e pare intenzionato ad agire al più presto per eliminare l’ostacolo Corea del Nord. Che l’intento del presidente Usa sia quello appena esposto lo si evince chiaramente dagli ultimi due cinguettii apparsi sul suo profilo Twitter. Gli elementi del suo staff, fin dalla campagna elettorale per la Casa Bianca, sanno bene quanto possa essere pericoloso lasciare Trump con uno smartphone in mano, ma ora che nel mirino del tycoon finisce un soggetto armato di atomica com Kim e non la civilissima Hillary è forse il caso di porre un freno alle sue rischiose abitudini. Fatto sta che ormai la frittata potrebbe essere fatta. In un primo tweet, Trump ha detto:”Presidenti e loro amministrazioni hanno parlato con la Corea del Nord per 25 anni, accordi fatti ed enormi quantità di denaro pagate…”; per poi continuare:”…non ha funzionato, accordi violati prima che l’inchiostro si asciugasse, mettendo in ridicolo i negoziatori Usa. Mi spiace, ma solo una cosa funzionerà”. A cosa si riferisce? First nuclear strike: chi spara prima? Forse Trump. 



LA RUSSIA SI RAFFORZA

Nel frattempo la Russia non sta a guardare: è sempre spettatrice interessata quando la geopolitica si muove, quando le mappe di guerra tornano d’attualità. Vladimir Putin è un sostenitore della teoria per cui se un potenziale nemico si rafforza, allora si deve faro lo stesso: non per prepararsi alla guerra, ma per mantenere la pace. Chiamasi deterrente militare. Si può leggere in quest’ottica il recente rafforzamento militare russo, di cui ha dato conto in un rapporto dettagliato il viceministro della Difesa Dmitry Bulgakov, come riporta Sputniknews:”Negli ultimi cinque anni il reparto di artiglieria del ministero della Difesa ha eseguito una vasta mole di lavoro: sono andate in dotazione più di 3700 unità di armi moderne, consentendo il riarmo di 50 unità militari. Sono in corso i lavori per il miglioramento delle condizioni di stoccaggio di armi, missili e munizioni. Si stanno costruendo nuove infrastrutture di stoccaggio e si stanno ottimizzando le strutture esistenti, presso l’arsenale sarà installata una nuova tecnologia antincendio, così come nuovi strumenti di carico”. Negli ultimi cinque anni la Russia è entrata in possesso di 137 unità di armi e attrezzature moderne, tra cui il complesso missilistico “Iskander-M”, i sistemi lanciarazzi multipli “Tornado-S”, “Uragan-1M” i sistemi di ricognizione “Farah-BP” e “Sobolyatnik”, i sistemi missilistici anti-aerei S-300V4, “Buk-M2” “Buk-M3”, “Tor-M2U”, “Strela-10MN”, “Ledum” MANPADS “Verba.