Cultura araba nei costumi di sepoltura dell’epoca vichinga: mentre erano al lavoro per ricreare modelli tessili per una mostra al Museo di Enköping in Svezia, i ricercatori dell’Università svedese di Uppsala si sono imbattuti nei nomi di Allah e Ali. Il ritrovamento riapre nuovamente la questione della relazione tra civiltà musulmana e quella vichinga. I vichinghi, insomma, potrebbero essere stati influenzati dall’Islam nell’idea di una vita eterna in paradiso dopo la morte, come ha dichiarato all’Anadolu Agency Annika Larsson, ricercatore in archeologia tessile dell’Università di Uppsala. «Nel Corano, è scritto che gli abitanti del paradiso indosseranno indumenti di seta, che insieme con le iscrizioni della banda di testo possono spiegare la diffusione della seta nelle tombe di età Vichinga», ha commentato il ricercatore. Il ritrovamento si aggancia ad un altro avvenuto nel 2015, quando i ricercatori svedesi dell’università di Stoccolma hanno scoperto un anello del nono secolo in una tomba vichinga con un’iscrizione che recitava “per Allah” o “a Allah”.



SETA NEI ORIENTALE NELLE TOMBE VICHINGHE

In passato, storici, archeologi e altri ricercatori, si sono spesso scontrati nel riprodurre un quadro più vario e sfumato delle persone che hanno formato la cultura vichinga in Scandinavia. Dopo che la parola Allah è stata ritrovata raffigurata su un panno di sepoltura, il dibattito sulle vie e le abitudini dei vichinghi si è immediatamente acceso, dal momento che, come è noto, sono i musulmani a chiamare Dio Allah. Già prima di questo ritrovamento, Annika Larsson aveva sottolineato la diffusione della seta orientale nelle tombe dei Vichinghi in Scandinavia, nel sito di Uppsala, per esempio, i ritrovamenti di seta nell’abbigliamento sono più diffusi rispetto a quelli di lana e biancheria. Secondo la Larsson questo ritrovamento non può essere attribuibito solo al saccheggio e al commercio verso est, dal momento che le iscrizioni appaiono in abbigliamenti tipici utilizzati dai vichinghi, ben lontani dal cuore musulmano.



LO SCONTENTO DELLA DESTRA

I risultati della ricerca di Larsson sono stati presentati come parte della mostra Viking Couture esposta presso il Museo Enköping. Il progetto è finanziato dalla Fondazione svedese per le scienze umanistiche e sociali. In un sottoprogetto integrato, le analisi del DNA vengono eseguite su resti umani provenienti da tombe pertinenti, in collaborazione con il professor Marie Allen e il suo team di ricerca presso il Dipartimento di Immunologia, Genetica e Patologia presso l’Università Uppsala. Si spera che attraverso metodi evoluti di analisi del DNA si possano avere risposte alle domande sulla parentela dei musulmani con i Vichinghi. Come racconta Sputnik News, Mentre Annika Larsson e i suoi colleghi hanno ricevuto un’attenzione positiva da parte dei colleghi storici e archeologi, molti hanno anche espresso il loro scontento. Tra le altre cose, le rune vichinghe e le immagini sono ampiamente utilizzate dagli attivisti anti-immigrazione e dalla destra, tra cui dal controverso Movimento di Resistenza Nordica, un movimento di destra che ha recentemente organizzato una manifestazione nella città di Göteborg.

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