A dieci anni dal delitto di Perugia, e quindi dalla morte di Meredith Kercher, rimasta senza colpevoli, Raffaele Sollecito ha ricordato quei giorni. «Sono passati 10 anni, eppure niente sembra cambiato. A quest’ora ero felice e spensierato; a una settimana dalla laurea… Progettavo di studiare game development in Irlanda, invece, dopo qualche giorno mi accusarono di un omicidio che neppure sognerei mai», ha scritto su Twitter il giovane pugliese, che venne condannato in primo grado con la fidanzata di allora Amanda Knox per l’omicidio. Entrambi furono definitivamente assolti due anni fa con il secondo grado di giudizio. «Che fine ha fatto questo caso? È difficile darsi pace non sapendo esattamente cosa successe quella sera. Non sappiamo, e probabilmente non sapremo mai, nulla di nuovo su ciò che le è accaduto. Sono delusa dal sistema giuridico italiano in quanto si è contraddetto più volte nelle sue decisioni, e non ha cercato nuove piste investigative», ha scritto in una lunga lettera al legale della famiglia, l’avvocato Francesco Maresca, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno. (agg. di Silvana Palazzo)



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DELITTO DI PERUGIA, 10 ANNI FA LA MORTE DI MEREDITH

Sono trascorsi esattamente 10 anni dal primo novembre 2007, la sera in cui si consumò il delitto di Perugia che vide soccombere Meredith Kercher, studentessa inglese di 22 anni in Italia per un Erasmus, ritrovata il giorno dop senza vita, sotto un piumone, nell’appartamento di via della Pergola dove abitava. A distanza di 10 anni i dubbi su quella vicenda sono ancora tanti: basta pensare che Rudy Guede, unico condannato con rito abbreviato, per aver ammesso la sua presenza nella villetta la sera del delitto, sta scontando una pena di 16 anni di reclusione per “concorso in omicidio”. Già, ma concorso con chi? Non con la coninquilina di Meredith, Amanda Knox. Né con il suo fidanzato dell’epoca, Raffaele Sollecito. O con Patrick Lumumba, il titolare del pub di Perugia in cui Amanda lavorava saltuariamente: il primo a finire in arresto, il primo ad essere completamente scagionato. Di quelle indagini, di quei sospetti, è rimasto poco: un condannato per concorso che non si sa con chi abbia collaborato. Ma soprattutto lei, Meredith, una ragazza che non ha avuto il tempo di diventare donna: oggi avrebbe 32 anni.



CHE FINE HANNO FATTO AMANDA, SOLLECITO E LUMUMBA

Tra sentenze e cancellazioni, a mettere la parola fine sulla vicenda giudiziaria del delitto di Perugia fu nel 2015 la Corte di Cassazione, che annullò l’ultimo pronunciamento di condanna nei confronti di Amanda e Raffaele perché il quadro disegnato da chi aveva indagato “non è sorretto da indizi sufficienti”. A distanza di 10 anni da quel delitto, però, le vite dei protagonisti di questa storia non sono più le stesse. Lo ha confermato il papà di Sollecito, intervistato dall’Ansa:”Quell’omicidio ha spento la vita di una splendida ragazza quale era Meredith ma ha anche rovinato la vita di mio figlio costretto a difendersi, per colpe non certo sue, da un’accusa incredibile. Raffaele – ha aggiunto – e’ stato dichiarato estraneo alle accuse ma la sua reputazione e’ stata intaccata. Gli e’ stato negato anche il risarcimento economico per l’ingiusta detenzione. Perché?“. E Amanda? In questi anni ha scritto un libro e ha fatto sapere di voler ritornare prima o poi a Perugia per “chiudere un cerchio”. Guede, unico condannato, inizia a beneficiare dei primi permessi dal carcere. Lo dicevamo, dieci anni dopo, in un modo o nell’altro la vita continua: per tutti ma non per Meredith.