In pochi avrebbero scommesso sul fatto che Giacomo Poretti fosse un fervente sostenitore di Papa Francesco. Non che l’attore di “Aldo, Giovanni e Giacomo” non abbia già dato dimostrazione di essere affezionato al Santo Padre, intendiamoci. Ma di certo dall’intervento di Poretti pubblicato su Avvenire si capisce chiaramente come il comico sia stanco di chi cerca di limitare il raggio d’azione di Bergoglio. Poretti usa le stesse parole di Francesco in un recente intervento a Cagliari:”Senza lavoro non c’è dignità. Ma non tutti i lavori sono “lavori degni”. Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione delle armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori“. Parole che Giacomo con sottile ironia attribuisce alla “nonna con decadimento cerebrale” o a”pacifisti sedicenni”. Come mai? Poretti lo spiega:”La realtà quella vera, trova mille ragioni per convincerci che un’arma alla fin fine, da qualche parte, difende pur sempre noi stessi. Da chi? Beh, ma c’è sempre qualcuno che non ci guarda con simpatia, quindi meglio tenersi pronti, e se non vogliamo farlo direttamente noi, esistono pur sempre dei lavori che si occupano della nostra sicurezza che necessariamente devono far uso delle armi. Bello, questo concetto della pace e della fraternità, ma forse è più convenienti essere realisti“. Queste le motivazioni dei detrattori di Bergoglio, vi convincono?
“IL PAPA CAPISCE DI ECONOMIA?”
La stroncatura degli oppositori di Papa Francesco riguarda anche il punto di vista del Pontefice in tema di lavoro ed economia. Anche in questo caso l’attore prende le mosse dalle parole di Bergoglio:”Anche il lavoro precario è una ferita aperta per molti lavoratori (…). Precarietà totale: questo è immorale! Questo uccide! Uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società. Lavoro in nero e lavoro precario uccidono“. Poretti usa gli argomenti tipici degli anti-Bergoglio:”Temo che qualcuno udendo questa dichiarazione di Francesco possa sobbalzare e pensare: ma il Papa oltre a parlare di quella menata lì della teologia, della storia dei santi e delle virtù cardinali, pretende di sapere anche di economia? Ma cosa ne sa un Papa di necessità di ristrutturazione aziendale, di “core business”, di necessità di trasferire le competenze altrove, della urgente necessità di tagliare gli aspetti improduttivi della filiera, cosa ne sa il Papa di bilanci, cosa ne sa il Papa di risultati economici, di dividendi, del dovere di porsi nelle logica delle sfide globali“.
IL PAPA CICLISTA
La chiusura di Poretti (finto megafono anti-papale) non è più indulgente e parte come sempre da una metafora del Papa, che a Cagliari aveva detto:”Il sistema economico mira ai consumi, senza preoccuparsi della dignità del lavoro e delle tutela dell’ambiente. Ma così è come andare su una bicicletta con la ruota sgonfia: è pericoloso!“. Giacomo in questo caso chiosa:”. A parte che oltre ad aver studiato teologia, catechismo e tutte quelle robe lì dei preti, Francesco deve aver studiato anche da ciclista, perché mica tutti sanno che se vai con le gomme sgonfie rischi di cadere (…). A volte io temo per la sorte di Francesco e prego per lui; delle volte mi immagino che una commissione di Psichiatri, di Si E Fo vanno lì a Santa Marta con la scusa di portarlo a fare un giro, e lui, lo sappiamo, non si nega a nessuno, lo portino in qualche Casa di riposo e lo lascino li. A meno che lui, Francesco, non accetti l’invito e dica “Si però andiamo in bicicletta…“