Papa Francesco ha tenuto un’omelia a braccio per la Commemorazione dei Defunti durante la Santa Messa al Cimitero di Nettuno, dove sono sepolti i caduti americani e non solo della Seconda Guerra Mondiale: «in questo momento il mondo si prepara ad un’altra guerra, e che la guerra porta solo la morte», spiega prima di una lunga preghiera silenziosa tenuta davanti alle croci bianche del cimitero romano. «La speranza non delude, la speranza nasce e mette le radici in tante piaghe umane durante le quali viene spontaneo alzare gli occhi al cielo e chiedere Fermati Signore! Signore, non più la guerra, non più questa strage inutile, come aveva detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione». In ultima analisi, il Papa nel giorno della Commemorazione dei defunti ricorda che davanti alla guerra l’uomo è costantemente posto di fronte alla distruzione di se stesso: «l’orgoglio di una umanità che non ha imparato la lezione e sembra non voglia impararla, quando tante volte nella storia degli uomini pensano di fare una guerra, sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una primavera…. E finisce un inverno, brutto, crudele, il regno del terrore, della morte». (agg. di Niccolò Magnani)
SAN GIOVANNI DELLA CROCE E IL GIUDIZIO D’AMORE
In uno dei più importanti scritti lasciati tra i grandi Santi della Chiesa Cattolica, ve né uno molto interessante per questa Commemorazione dei Defunti che accade ogni anno il 2 novembre: si tratta del giudizio lasciato ai posteri da San Giovanni della Croce che amava ripetere, «alla sera della vita saremo giudicati sull’amore». Questo è il rivoluzionario messaggio e novità cristiana, con la difficile e traumatica “via della morte” che tratta tutti, peccatori di ogni risma ed esperienza, con un unico criterio, quello dell’amore e della richiesta di perdono. «Per il cristiano, che unisce la propria morte a quella di Gesù, la morte è come un andare verso di lui ed entrare nella vita eterna. Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre», si legge infatti nel Catechismo della Chiesa Cattolica, a conferma di quanto ha genialmente scritto San Giovanni. (agg. di Niccolò Magnani)
LA CHIESA “SFIDA” HALLOWEEN
Nella giornata dei cari defunti, la Chiesa ricorda l’unione dei Santi di Dio e dei morti che si sono “addormentati nella speranza della resurrezione”, come viene ripetuto nel Magistero della Chiesa Cattolica: in questi giorni viene facile fare il paragone tra il culto dei morti, la commemorazione dei defunti nei cimiteri, con l’altra “festa” di Halloween che tra morti viventi, creature demoniache e scherzi notturni fa da secoli da contraltare alla festa religiosa del 1 e 2 novembre. Anche quest’anno però alcuni vescovi e sacerdoti hanno voluto sottolineare tutta la differenza tra le due ricorrenze, segnalando anche una certa pericolosità nei culti e riti in scena durante i giorni di Halloween. Per mons. Sorrentino, vescovo di Assisi, «questo tipo di festa non appartiene alle nostre radici cristiane. Noi dovremmo mettere in evidenza la bellezza della santità, perché a questo tutti siamo chiamati. Voglio dire che essere santi non è cosa straordinaria: è vivere con amore, in sintonia con Dio e a servizio dei fratelli». La riscoperta delle radici cristiane, dalla santità fino alla caducità dell’essere umano, e un Cristo che è venuto ad innalzare e liberare tutti gli uomini, è il vero messaggio di questi giorni per la Chiesa. Il vescovo di Ascoli, mons. Giovanni D’Ercole, nella prefazione del libro “Halloween, lo scherzetto del diavolo”, spiega che «quando il mostruoso è considerato piacevole il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male». (agg. di Niccolò Magnani)
PREGHIERA, SPERANZA E LIBERAZIONE
Si celebra oggi la grande commemorazione per tutti i morti defunti all’interno della Chiesa e non solo, con tantissimi parenti e amici dei propri cari che si recheranno ai cimiteri per l’omaggio e la preghiera in loro memoria. La Chiesa ha da sempre ricordato come questo giorno sia un simbolo, un segno di quanto in realtà è valido tutto l’anno: «la Chiesa ci invita oggi a commemorare tutti i fedeli defunti, a volgere il nostro sguardo a tanti volti che ci hanno preceduto e che hanno concluso il cammino terreno. Nell’Udienza di questo giorno, allora, vorrei proporvi alcuni semplici pensieri sulla realtà della morte, che per noi cristiani è illuminata dalla Risurrezione di Cristo, e per rinnovare la nostra fede nella vita eterna», spiegava Papa Benedetto XVI in una memorabile udienza generale del 2 novembre 2011 dove mise in correlazione, genialmente, la cura per i morti con l’attenzione spesso distratta del mondo di fronte alla morte. Fa paura e per questo motivo “è meglio non parlarne”: ma Ratzinger propone un metodo diverso, «nonostante la morte sia spesso un tema quasi proibito nella nostra società, e vi sia il tentativo continuo di levare dalla nostra mente il solo pensiero della morte, essa riguarda ciascuno di noi, riguarda l’uomo di ogni tempo e di ogni spazio. E davanti a questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo qualcosa che ci inviti a sperare, un segnale che ci dia consolazione, che si apra qualche orizzonte, che offra ancora un futuro. La strada della morte, in realtà, è una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità».
L’uomo giustamente non riesce ad accettare che tutto quanto di bello vissuto, prodotto e visto nella propria vita, possa essere cancellata da un momento all’altro; «noi sentiamo che l’amore richiama e chiede eternità e non è possibile accettare che esso venga distrutto dalla morte in un solo momento. […] Cari amici, la solennità di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti ci dicono che solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a partire dalla speranza. Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo». Bisogno di eternità e necessità di un amore che possa durare davvero per sempre: Ratzinger e l’intera Dottrina Sociale della Chiesa da sempre spingono per riconoscere e testimoniare quell’Unico che ha saputo con la propria vita rappresentare la vera vittoria sulla morte. «Noi sappiamo che Dio è uscito dalla sua lontananza e si è fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno» (Gv 11,25-26). (agg. di Niccolò Magnani)
CIMITERI APERTI CON ORARI STRAORDINARI
Come ogni 2 novembre che si rispetti, i cimiteri di tutta Italia terranno le porte aperte per i tanti famigliari dei cari defunti, con orari straordinari per permettere il forte afflusso da oggi fino al prossimo weekend. A Milano in particolare la giornata di domani vedrà uno dei primi gesti pubblici del neo arcivescovo Mario Delpini: alle 11.30 si svolgerà al prestigioso Cimitero Monumentale la cerimonia di scoprimento delle lapidi dedicate ai 15 nuovi benemeriti iscritti nel Famedio del Cimitero storico milanese, mentre poi alle ore 15.30 Delpini andrà a presiedere la celebrazione all’estero del cimitero di Lambrate, a nord della città. Tutti i cimiteri a Milano, ma anche a Roma, resteranno aperti da lunedì 30 ottobre a domenica 5 novembre, dalle ore 8 fino alle ore 18, con possibilità di accedere alle strutture fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura. Secondo quanto riportato da Il Giorno, a Milano le porte del cimitero Maggiore sono aperte dalle 8.30 alle 17.15; «l cimitero di Muggiano rimarrà aperto i giorni 1 e 2 novembre dalle 8.30 alle 11.45 e dalle 13.30 alle 16.30. Il Sacrario dei Caduti, in Largo Caduti Milanesi per la Patria, rimarrà aperto da mercoledì 1 novembre a domenica 5 novembre dalle 9 alle 12 e dalle 13.30 alle 17». (agg. di Niccolò Magnani)
IL PAPA ANDRÀ ALLE FOSSE ARDEATINE
Lo ha comunicato poco fa durante l’Angelus e domani sarà una giornata molto importante per la commemorazione dei defunti a Roma: papa Francesco infatti ha annunciato da Piazza San Pietro che domani andrà a far visita al Cimitero Americano di Nettuno e alle Fosse Ardeatine: «Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera in queste due tappe di memoria e di suffragio per le vittime della guerra e della violenza. Ho voluto fare questo gesto in un momento in cui la nostra umanità sembra non aver imparato la lezione o sembra non aver voluto impararla», ha spiegato Papa Bergoglio facendo riferimento all’orrore avvenuto ieri a New York per l’attentato dell’Isis a Manhattan. Proprio la scelta del cimitero americano è un segno duplice in questa direzione, oltre alla commemorazione dei morti che ogni 2 novembre vede il Pontefice impegnato per i principali cimiteri della Capitale. (agg. di Niccolò Magnani)
PERCHÈ IL GIORNO DOPO LA FESTA DEI SANTI
La Chiesa ha scelto in maniera ponderata e non casuale di festeggiare la commemorazione dei defunti morti il giorno dopo la festa di Ognissanti e il motivo è riscontrabile già dal Credo professato nella Santa Messa tutti i giorni: «Credo nella santa Chiesa cattolica, nella comunione dei Santi». Per “comunione dei santi” la Chiesa intende l’insieme e la vita d’assieme di tutti i credenti in Cristo, sia quelli che operano ancora sulla terra sia quelli che vivono nell’altra vita in Paradiso ed in Purgatorio», spiega Famiglia Cristiana. Una vita di unità tra il cielo e la Terra, un confluire di fede e testimonianza per tutti, dai nostri cari defunti e i Santi di Dio. «Dalla comunione dei santi nasce l’interscambio di aiuto reciproco tra i credenti in cammino sulla terra i credenti viventi nell’aldilà, sia nel Purgatorio che nel Paradiso», scrive ancora lo speciale per il giorno dei Morti pubblicato da Fam. Cristiana. La Chiesa vuole dunque ricordare insieme questi due momenti significativi che testimoniano l’unica vera verità, quella pronunciata e incarnata dal Cristo in Terra. (agg. di Niccolò Magnani)
LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Giovedì 2 novembre sarà come ogni anno il giorno della Commemorazione dei defunti. Dopo la notte di Halloween e il giorno di Ognissanti, la tradizione italiana prevede che ci si possa prendere un giorno per commemorare i morti, una ricorrenza molto sentita nell’ambito della Chiesa Cattolica. Oltre alla celebrazione della Santa Messa, è tradizione in tutte le parti d’Italia andare a far visita al cimitero ai propri cari. Ci sono poi tradizioni molto radicate, soprattutto al Sud Italia, in cui questa notte viene attesa dai bambini come quella di Natale, poiché è tradizione che ai piccoli venga fatto trovare un regalo che si dice che sia stato portato dai morti di casa, il nonno, uno zio o comunque persone care ai quali si lascia del latte o dei dolcetti, in attesa che passino a portare un ricordo per i piccoli di casa.
UNA FESTA IN CUCINA
Il giorno della commemorazione dei defunti viene spesso dedicato anche alla preparazione di dolci tipici che, con i primi freddi, tornano il 2 novembre a fare capolino sulle tavole di tutti gli italiani. Paese che vai, dolce che trovi, ad esempio sulle tavole milanesi non è inusuale trovare quello che viene chiamato “il pan dei morti”, preparato sostanzialmente con biscotti tritati, amaretti, mandorle, cannella e noce moscata. Vengono fuori una specie di “biscottoni” che ricordano in parte gli amaretti natalizi. A Napoli si prepara invece un torrone speciale chiamato comunemente in terra partenopea “o morticiello”, glassato di cioccolato che può essere gianduia o aromatizzato al caffé a seconda dei gusti. Anche in Sicilia i dolci del 2 novembre sono un appuntamento assolutamente tipico, a Palermo vengono preparati i Frutti di Martorana, a Catania degli speciali biscotti chiamati I Vincenzi e a Messina le “Piparelle”, che vanno a loro volta inzuppate nei liquori preparati in casa. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti.
LE TRADIZIONI AL NORD ITALIA
Le tradizioni relative al giorno della commemorazione dei defunti non riguardano però solamente l’Italia meridionale. Come detto, in Sicilia vengono preparati bambini per i più piccoli, ma anche al Nord ci sono tradizioni da rispettare in maniera ferrea. Come ad esempio in Valle d’Aosta, in in cui vengono preparate delle pietanze in più da lasciare sui davanzali per i morti, che in caso contrario alzano un vento che fa circondare la casa di un gran rumore, chiamato “tzarivari”. In Piemonte si esce la sera, sfidando le notti già fredde a volte in questo periodo dell’anno, perché per tradizione le case vanno lasciate vuote per i defunti che vogliono tornare a visitarle. In Lombardia per i morti che passano a far visita nelle case non viene lasciato cibo ma una brocca d’acqua, per permettere loro di dissetarsi dopo il lungo viaggio. In Emilia Romagna invece il cibo da lasciare ai defunti viene scambiato di casa in casa, e se ne lascia anche ai poveri che vengono a bussare alle porte delle varie abitazioni.