Il caso di Victoria Cabello ha acceso i riflettori su una malattia di cui forse, fino a poco tempo fa, non si parlava molto: la malattia di Lyme. Pochi sanno, però, che questa malattia può essere un calvario incredibile e non avere fine, nonostante sia passata. Purtroppo alcuni studi medici hanno riscontrato che essa persiste, in un minimo numero di casi, anche dopo che il paziente ne risulta essere completamente guarito. Nonostante l’infezione sia andata via molti continuano ad avere gli stessi sintomi: fortissimi dolori articolari, senso di nausea, dolori muscolari e, nei peggiori casi, la persistenza di disfunzioni cognitive. Come dicevammo la percentuale è bassa, dato che si aggira attorno al 10 – 20%, ma è da tenere comunque in alta considerazione. Ancora oggi gli studiosi non riescono a capire perché la malattia di Lyme rimanga dopo il suo naturale termine; è un mistero che rimane tuttora insoluto e gli scienziati si stanno dando da fare per poterlo risolvere nel modo più veloce possibile. Il percorso per uscire da questa terribile infezione batterica è purtroppo ancora lungo. (agg. Francesco Agostini)



Dunque, le zecche sono il pericolo numero uno per contrarre la Malattia di Lyme, che come si è visto può essere profondamente invalidante. Ma quali possono essere i metodi per evitare di subire la puntura dei pericolosi insetti? Va detto che il morso della zecca in sé non è pericoloso, ma può trasmettere infezioni pericolosissime come la Malattia di Lyme, la meningo-encefalite da zecca e la febbre bottonosa del Mediterraneo. Per evitare questi “inconvenienti”, è bene innanzitutto non camminare in campagna, in montagna o nei boschi nell’erba alta, ma sui sentieri e con un abbigliamento adeguato, pantaloni lunghi e scarpe chiuse. Controllare bene i vestiti se si è passati in zone potenzialmente a rischio, e naturalmente fare attenzione all’igiene del proprio cane, che spesso può essere attaccato da una zecca. Contromisure utili per evitare di vivere lo stesso calvario, fortunatamente a lieto fine, di Victoria Cabello. (agg. di Fabio Belli)



14 CASE QUEST’ESTATE NEL BELLUNESE

Non si può sicuramente parlare di emergenza, ma la malattia di Lyme è una realtà diffusa in Italia. Lo dimostrano gli ultimi dati diffusi ad esempio dall’Usl 1 Dolomiti, secondo cui quest’estate sono stati registrati 14 casi di malattia di Lyme solo nelle zone di Belluno. I numeri sono stati considerati in linea con gli anni precedenti, ma la diffusione delle zecche è cominciata in particolare l’anno scorso, quando venne registrato – come riporta Il Gazzettino – un numero elevato di casi di persone costrette a ricorrere al vaccino. Le persone più a rischio sono gli escursionisti, che entrano facilmente in contatto con la natura. Non sono stati registrati casi gravi, ma è evidente che il temuto acaro continui a colpire diverse persone. Per questo l’azienda sanitaria ha invitato a prendere le precauzioni necessarie per evitare di entrare in contatto con le zecche e correre il rischio di riportare la malattia di Lyme. (agg. di Silvana Palazzo)



PERCHÉ SERVE UN SISTEMA DI SORVEGLIANZA COORDINATO

La malattia di Lyme, chiamata anche Borreliosi, è la più comune patologia trasmessa dalle zecche nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale. I dati sulla sua diffusione in Europa sono vari a causa delle diverse caratteristiche geografiche, ma anche per un sistema di sorveglianza non presente ovunque o a volte inefficace. Non esiste infatti un sistema coordinato e unico per la raccolta dei dati; ciò, insieme alla mancanza di un test affidabile per la diagnosi della malattia e ad una sintomatologia molto varia, porta ad una sottostima dei casi. In Italia il primo caso clinico umano, stando ai dati riportati da Associazione Lyme Italia, è stato segnalato nel 1983 a Genova. Non è possibile però definire la reale incidenza della malattia di Lyme in Italia, perché i dati sono molto discordanti. Senza dubbio una sorveglianza più attiva sul territorio, associata a studi epidemiologici più approfonditi del patogeno nelle zecche, potrebbe aiutare a capire la prevalenza dell’infezione e l’eventuale rischio per l’uomo. (agg. di Silvana Palazzo)

COSA FARE SUBITO DOPO LA PUNTURA DI UNA ZECCA

La malattia di Lyme è sempre più diffusa in Europa a causa dei cambiamenti climatici globali, e in Italia è presente soprattutto nel Nord-est. Uno studio pubblicato lo scorso anno su Nature ha lanciato l’allarme, ma in Europa non esiste purtroppo un vero e proprio sistema di sorveglianza, per cui è difficile quantizzare le dimensioni del fenomeno su cui ha acceso in Italia i riflettori Victoria Cabello con la sua testimonianza. Dopo la puntura di una zecca è fondamentale rimuovere immediatamente e correttamente l’animale: bisogna tirarlo dolcemente con una pinzetta, senza toccarlo a mani nude e senza schiacciarne il corpo. Ma se la bocca della zecca resta adesa, bisogna rimuoverla con un ago sterile. In questo modo si evita lo sviluppo della malattia di Lyme: il rischio contaminazione è nullo se si stacca la zecca della cute prima delle 12 ore dal momento della puntura e massima se non si stacca entro le 36 ore. Una volta staccata la zecca, però, anziché assumere l’antibiotico è importante farsi monitorare per 30-40 giorni. Gli esami di laboratorio dopo la puntura non permettono la diagnosi della malattia di Lyme, perché risulta negativa nelle 4-6 settimane successive alla puntura. Va inoltre ricordato, come riporta La Stampa, che la malattia di Lyme non produce immunità, quindi c’è la possibilità di svilupparla nuovamente se si viene punti di nuovo. (agg. di Silvana Palazzo)

LA MALATTIA BATTERICA CHE HA COLPITO VICTORIA CABELLO

Cos’è la malattia di Lyme? E’ ancora poco conosciuta in Italia la borreliosi, malattia di origine batteria che ha colpito la conduttrice italiana Victoria Cabello. Una malattia che non va sottovalutata, tanto che il New York Times l’ha definita “la malattia infettiva che si diffonde più rapidamente (negli Stati Uniti) dopo l’AIDS”. Il nome deriva dalla cittadina di Old Lyme (Connecticut) dove si verificò una prima epidemia di questa malattia, nel 1975. La causa della borreliosi, altro nome per identificare questa malattia, è un batterio spiraliforme (Borrelia burgdorferi) che infesta le zecche, le quali posso trasferirlo agli uomini e agli animali. L’esordio si verifica solitamente in estate e ad inizio autunno, con l’aumento esponenziale della presenza delle zecche del gruppo Ixodes ricinus e le zone più rischiose dove contrarre la malattia di Lyme sono quelle boschive e ricche di cervi, poiché queste rappresentano l’habitat ideale per questo tipo di zecche.

MALATTIA DI LYME, SINTOMI

Il primo sintomo della malattia di Lyme è un eritema cutaneo di piccole dimensioni, che nel corso di qualche giorno o serttimana si estende fino a diventare un eritema di forma circolare, triangolare o ovale, la cui grandezza può variare anche in modo significativo. L’eritema è accompagnato da febbre, mal di testa, rigidità del collo, dolori muscolari e spossatezza. E, soprattutto, se queste non vengono curate in tempo, c’è il rischio che le vittime accusino dolori e gonfiori alle articolazioni per diversi mesi. Il secondo stadio della malattia di Lyme prevede complicanze neurologiche e dolori osseo-muscolari e, più raramente, disturbi cardiaci o agire sul sistema nervoso causando meningite asettica, radicoloneuriti, infiammazione delle radici nervose cervicali, acufeni e paralisi di Bell. Nel terzo stadio, alcuni pazienti hanno accusato perdite di memoria e instabilità comportamentale. La malattia di Lyme è più pericolosa per le donne in stato di gravidanza, poiché trasmettibile al nascitura e aumenta il rischio di aborto spontaneo.

MALATTIA DI LYME, TERAPIA E PREVENZIONE

Se diagnosticata per tempo, la malattia di Lyme può essere curata grazie ad una terapia antibiotica mirata contro l’agente patogeno, con alcuni sintomi che potrebbero protrarsi anche dopo la cura (spossatezza e dolori). Secondo gli Istituti Sanitari Americani, la malattia di Lyme è contraibile più volte nella vita e, per contrastare questo pericoloso fenomeno, l’istituto di medicina della Yale Università ha annunciato recentemente di aver messo a punto un vaccino sperimentale per prevenire questa malattia. Per prevenire questo male, il modo più semplice è quello di evitare di subire infestazioni di zecche: camminare al centro dei sentieri boschivi, indossare indumenti lunghi e cappello, infilare i pantaloni nei calzettoni e indossare scarpe chiuse. Gli insettifughi possono essere efficaci se applicati su indimenti e pelle, ma potrebbero avere degli effetti collaterale, in particolare sui bambini.