Ancora una volta Don Andrea Contin, il prete a Padova accusato di violenza e favoreggiamento della prostituzione, torna al centro della cronaca di Pomeriggio 5: non è la prima e non sarà certo l’ultima volta che il programma di Barbara D’Urso spinge forte sull’acceleratore dello scandalo hot all’interno di varie canoniche italiane. Lo scandalo fa ascolti, ovviamente, lo scandalo hot ancora di più mettendo in risalto un percorso misto scabroso e morboso, se poi è la Chiesa ad essere “protagonista”, tanto meglio. Non solo tv però, con l’ultimo libro di Gianluigi Nuzzi uscito in questi giorni e titolante «Peccato originale» con nuovi presunti scandali e abusi in Vaticano e dintorni. Insomma, la società televisiva e sempre più social accende di nuovo i riflettori sulla cronaca “tocanale-sessuale”: la vicenda di Don Contin purtroppo è un pessimo esempio e un’offesa alle donne e le vittime innocenti, alla parrocchia padovana e alla stessa Chiesa in generale che viene infangata e “oscurata” di tutto quel bene silenzioso che ogni giorno porta avanti in questo Paese e non solo. Attenzione però a non confondere notizie con calunnie: quanto raccontato a Pomeriggio 5 in questi mesi sulla storia di Don Contin ha spesso avuto il giusto taglio di cronaca nel condannare quello che è un reato continuo e un comportamento inaccettabile. Quando però dalla notizia si passa alla calunnia generale su “preti”, “chiese” e addirittura “Vaticano”, il rischio forte di prendere cantonate e non raccontare più la verità ma “una propria” verità è assai presente.
LE ULTIME NOVITÀ SULL’EX PARROCO
L’ultima denuncia è di quelle gravissime e ovviamente andrà verificata con tutte le dovizie del caso dagli inquirenti: per Don Contin parla l’ex amante che tratteggia un profilo dell’ex parroco sospeso dalla Diocesi davvero inquietante. «Aveva sempre con sé una valigetta con vibratori, maschere, capi in pelle già visibilmente usati da altre donne. Aveva postato le mie foto nuda sul sito per coppie “Sexycommunity” e anche sul sito “La moglie offerta”. Mi chiamava “schiava”, mi comprò una ciotola per animali e un guinzaglio», si legge con orrore nelle pagine pubblicate dal Gazzettino. Le ultime accuse sono gravissime e ovviamente vanno tutte ancora verificate: la donna racconta di aver dovuto subire rapporti con uomini di colore, altre parrocchiane e ragazzini che frequentavano il campetto di calcio del patronato. Una canonica “hot”, non certo tenuta come la Casa del Signore, ma dimora di peccato e purtroppo anche presunti reali:«Nei messaggi recuperati dall’ingegner Nicola Chemello con la consulenza informatica sui due pc, sul tablet, sullo smartphone e sulla decina di chiavette Usb sequestrati il 21 dicembre scorso all’ex parroco, sospeso A Divinis dal vescovo di Padova Claudio Cipolla, c’è un riferimento esplicito al fatto che negli incontri sessuali organizzati in canonica circolassero soldi», si legge nelle ultime cronache rivelate dal Gazzettino.