Una nube radioattiva, nelle ultime settimane avrebbe attraversato l’intero Vecchio Continente in seguito ad un incidente che si sarebbe verificato in Russia o Kazakistan. A renderlo noto è l’Istituto di Radioprotezione e Sicurezza Nucleare (IRSN) che ha fornito anche i dati sulla possibile ubicazione della fonte di rilascio e la quantità di sostanze liberate nell’atmosfera. Le prime segnalazioni da parte delle reti europee che si occupano del monitoraggio della radioattività nell’atmosfera sarebbero iniziate già alla fine dello scorso settembre, fino a quando anche l’IRSN avrebbe notato livelli anonimi di rutenio 106 in Europa. Da qui la necessità di avviare una regolare analisi da parte delle varie stazioni di monitoraggio dal 27 settembre al 13 ottobre. Alcune stazioni di monitoraggio in Francia avrebbero rinvenuto tracce di rutenio 106 fino alla metà dello scorso mese. Dalle altre misurazioni, pare che questa sostanza sia stata rilevata anche nella gran parte dei paesi Europei, tracce che però sarebbero andate ad assumere livelli sempre minori fino a non essere più rilevate in tutto il Continente. Lo stesso Istituto ha tenuto a tranquillizzare, chiarendo come i livelli di concentrazione nell’aria di rutenio 106, rilevato soprattutto in Francia e poi nel resto d’Europa, non sarebbe comunque dannoso per la salute dell’uomo e per l’ambiente.



I RISULTATI DELL’IRSN

Gli accertamenti compiuti nelle ultime settimane dall’IRSN sono stati mirati a definire la zona di scarico delle sostanze radioattive ma anche per valutare la quantità di rutenio rilasciato nell’atmosfera e la sua durata. A tal proposito l’Istituto ha eseguito delle simulazioni grazie alle quali è stato possibile stabilire come il punto di scarico si trovi molto probabilmente tra il Volga e gli Urali sebbene non sia possibile stabilire con esattezza il punto. In quella precisa zona, la quantità di rutenio 106 rilasciata sarebbe molto elevata, ovvero compresa tra i 100 e i 300 teraBecquerel. Se un incidente di questa portata avesse avuto luogo in Francia avrebbe richiesto l’evacuazione di tutte le persone in un raggio di pochi chilometri la luogo dell’incidente. Secondo le informazioni raccolte, infine, il rutenio 106 viene rilasciato solitamente nei siti di trattamento del combustibile nucleare così come nei centri di medicina nucleare, mentre è da escludere che l’incidente sia derivato da una perdita in un reattore nucleare, in quanto ciò avrebbe portato alla diffusione di altri radionuclidi.

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