All’inizio del V secolo dopo Cristo Roma si stavano sciogliendo. Era solo se stessa, tonnellate di oro di conquiste accumulate dietro mura non prese da otto secoli. Fuori di lei Costantinopoli era già un impero indipendente, mentre la sicurezza dell’Urbe era delegata a bande di visigoti semi-civilizzati e molto barbarici.

Nel 410 una grande banda di visigoti guidata dal loro generale Alarico si presentò alle porte di Roma a chiedere i suoi compensi. Quando le sue richieste vennero rifiutate, Alarico prese Roma, la saccheggiò e pose fine alla storia antica, facendo entrare tutti nel profondo Medioevo.

Roberto Spada per molti versi è l’Alarico di oggi, e i suoi sostenitori certo sono i barbarici visigoti che da Ostia si preparano a saccheggiare il centro di Roma.

La testata di Spada a un giornalista davanti alla telecamera è una cosa inaudita nel mondo occidentale e civile. Certo anche le mafie hanno ucciso giornalisti, li hanno minacciati, ma mai pubblicamente, ripresi dal vivo da una telecamera. Davanti al cronista insistente hanno chiuso la porta, calato il cappuccio, alzato il bavero, e poi magari hanno incendiato auto, fatto sparire curiosi e testimoni, ma sempre nascondendo la mano e il gesto. In quel nascondere si è celato (e anche a volte gonfiato) il loro potere, ma si è anche salvata la parvenza di civiltà, di stato normale. Anche perché lo stato normale serve a far vivere il parassita (mafioso). Senza il corpo anche il parassita muore.

Solo in alcuni momenti storici organizzazioni mafiose (in Colombia con il Cartello di Medellin negli anni 80, e in Sicilia con i Corleonesi tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90) hanno cercato di ricattare e combattere lo stato apertamente. Il più delle volte, anche se molto forti come la ‘ndrangheta in Calabria, preferiscono nascondersi in cunicoli sotterranei o in remote residenze all’estero.

La sfida allo stato, alle sue parvenze e alle sue forme, che sono la prima sostanza dello stato, non era mai stata data dal vivo davanti alle telecamere. Né mai prima si erano levate tante voci tanto apertamente a sostenere un delinquente colto in flagranza di reato. Se lo stato non inizia un’offensiva subito contro Alarico e i suoi visigoti Roma sarà saccheggiata.

Cosa sarebbe accaduto in Cina in una situazione simile? Semplicemente: Spada oggi sarebbe già stato fucilato e la famiglia degli altri spadini avrebbero dovuto rimborsare lo stato per le spese sostenute nella sua esecuzione: straordinari di giudici, poliziotti e costo della pallottola. Ciò perché in Cina sono puniti con la pena capitale tutti i crimini che provocano terrore, e quello di Spada provoca terrore, e certezza che la tv di stato conta meno di un delinquente di periferia.

Certo le misure cinesi sono troppo forti per la civile Italia, ma il certamente molto incivile Spada ha compiuto un atto di oggettivo terrorismo e come tale andrebbe trattato lui e tutti quelli che lo sostengono.

Ai tempi delle Brigate Rosse nessuno inneggiava loro apertamente; perché i sostenitori di Spada invece sono ancora liberi e Spada non viene trattato come un terrorista mafioso quale è?

Perché l’Italia è arrivata a questo? Cosa deve fare per tornare indietro? Sono problemi di domani, oggi Roberto Spada deve rimanere in carcere per un periodo molto lungo e i suoi sostenitori, se in pubblico, devono essere arrestati per apologia di reato terrorista e mafioso, perché questo è.

Senza questo Roma diventerà la periferia di Ostia. Piazza Navona, via del Corso, ma anche il resto dell’Italia industriosa e operosa del nord, che sogna di unirsi alla Baviera piuttosto che restare agganciata alla Campania, saranno solo la Suburra di una banda di criminali, e comincerà davvero il profondo Medioevo in Italia e dintorni.