TERZA GUERRA MONDIALE? Un articolo del New York Times in questi giorni ha creato non poche polemiche in America sempre sul fronte Trump-Russia-Putin: in sostanza veniva sostenuto da fonti autorevoli della testata che motori ucraini venivano forniti per i missili nucleari della Corea del Nord, mettendo dunque in risalto un possibile coinvolgimento di Putin nell’intera crisi sul Pacifico (in pochi credono infatti che vi sia tutta questa distanza tra il governo ucraino e quello russo, nonostante la guerra continui nel silenzio al confine col Donbass). «L’articolo del NYT, si basa principalmente sul fatto che particolari del motore di un missile lanciato da Pyongyang e recuperati in mare da personale militare americano autorizzerebbero l’ipotesi che tali motori siano stati costruiti dalla Yuzhmash, una compagnia ucraina specializzata in componentistica per missili», spiega il portale Strade che ha così intervistato il capo dell’Agenzia Spaziale Ucraina (SSAU) l’ingegner Pavlo Degtiarenko. «È una fake news, intenzionale ad uso di un pubblico non specializzato almeno per il suo contenuto. Il motore si assomiglia a quello prodotto in Ucraina? Sì. In Ucraina producevamo tali motori? Sì li producevamo e non importa che li producessimo trenta o quarant’anni fa. E allora l’Ucraina potrebbe essere il fornitore della Corea del Nord. In tutto l’articolo però non vi è alcuna affermazione precisa, qualcosa che ad esempio possa essere usato in un Tribunale come prova. Le frasi sono tutte: può essere, potrebbe… tutti segni evidenti che lo scopo era quello di influenzare l’opinione pubblica non addetta ai lavori con un giudizio negativo sull’Ucraina». L’ingegnere spiega che dietro possa esserci ancora Putin con questa falsa notizia diffusa, rimanendo nell’argine di un rapporto fitto e “intimo” tra lui e il presidente Usa; gli americani di contro ritengono che l’Ucraina sia ancora “influenzata” dalla Russia e credono che la guerra mondiale scatenata dalla Corea del Nord potrebbe avere ancora una volta la Russia di Putin dietro le varie trame ordite da Kim Jong-un.
TRUMP DIFENDE PUTIN SUL RUSSIAGATE
Vladimir Putin e Donald Trump, ovvero una guerra fredda all’incontrario: Usa e Russia infatti si fanno la guerra (mondiale), i due presidenti invece si “trovano” bene e cercano di evitarlo. È un po’ una farsa e un po’ un vero rebus quanto sta avvenendo in questi mesi tra la Corea del Nord e l’intera comunità internazionale. Quanto avvenuto ieri con la difesa pubblica di Trump del collega russo sul caso delle infiltrazioni alle Elezioni americane del 2016 è un altro tassello di questo complesso puzzle ancora tutto da decrittare: «ho sempre avuto fiducia in Putin, non ci sono state ingerenze russe nel voto americano», spiega The Donald al termine del viaggio in Vietnam. John Brennan, ex direttore della Cia, ha subito usato toni durissimi nei confronti del presidente: «Dovrebbe vergognarsi per aver attaccato i propri servizi di intelligence” che, lo scorso gennaio,avevano accusato la Russia di aver interferito nelle elezioni americane. Putin è impegnato a minare il nostro sistema, la nostra democrazia e l’intero processo che fa funzionare il nostro Paese. Cercare di dipingere Putin in un’altra maniera è sorprendente e mette il nostro Paese a rischio».
Ieri infatti Trump gli aveva dato del venduto e lo scontro interno 007-Caa Bianca sembra davvero più caldo che mai. E se sul “patto” di non belligeranza tra i due leader mondiali ci sia davvero l’unione più o meno evidente di un rinnovato interesse a fermare la Corea del Nord e impedirne la vera guerra mondiale fatta di missili e testate nucleari? «Per qualche ragione il presidente Trump appare intimidito da Putin, impaurito da quello che potrebbe dire o che potrebbe venir fuori sulle indagini del Russiagate. Le parole del tycoon dimostrano al presidente russo che può essere condizionato se ci si appella al suo ego e si punta sulle sue insicurezze. Questo è molto, molto inquietante, un pericolo per la sicurezza nazionale», conclude ancora l’ex direttore Cia, evidentemente non credendo affatto ad un accordo sul fronte Pyongyang tra Putin e Trump…
LE SANZIONI DELLA CINA
Intanto quanto avvenuto ieri in Vietnam – oltre alla “farsa-accusa” tra Kim e Trump che a distanza si sono dati del “vecchio” e del “basso e grasso” (che alta caratura internazionale, ndr…) – va segnalato ed è degno di nota: Donald Trump ha anche annunciato che la Cina è pronta ad attuare nuove sanzioni contro Pyongyang: «Pechino vuole la denuclearizzazione della Corea del Nord», anche se questo non è ancora stato indicato come data e peso della rivalsa economica che Xi Jinping sarebbe pronto a mandare contro kim Jong-un. L’accordo rinato tra Cina e Usa dopo il viaggio-simbolo a Pechino del presidente americano, oltre alle tante (e segrete) promesse su scambi economici strategici, potrebbe portare una svolta alla crisi solo apparentemente “sonnecchiosa” in Corea del Nord. Con la Russia di cui sopra, l’asse Trump-Xi-Putin potrebbe davvero funzionare per arginare la minaccia nucleare del dittatore nordcoreano: realisticamente, la complessità sul tavolo è talmente alta che l’unico elemento che ad oggi dobbiamo considerare come positivo è che non vi sono stati da due mesi altri lanci di missili. Un silenzio prima della tempesta o una diplomazia-tensione che impedisce a Kim di muovere altre pedine?