IL GOLPE NELLO ZIMBABWE

“Solo Dio può destituirmi”, o almeno così sembrava fino a qualche ora fa: una delle massime più celebri attribuite al 93enne Robert Mugabe, il più anziano capo di Stato nonché Presidente dal 1987 di quello Zimbabwe che la comunità internazionale accusa di aver ridotto a una sorta di regime dittatoriale, potrebbe vacillare dopo che nel Paese dell’Africa Orientale sta prendendo forma un vero e proprio golpe organizzato dall’esercito locale e che è guidato da Costantino Chiwenga, capo di stato maggiore delle forze armate. Secondo quanto riportano diversi media locali e anche il sito del quotidiano inglese Independent, delle colonne di carri armati avrebbero occupato nella capitale Harare gli edifici della televisione pubblica, l’emittente ZBC (Zimbabwe Broadcasting Corporation): al momento, anche se la situazione è ancora in divenire e una ridda di voci contrastanti si rincorre, sui social network sono state postate delle immagini che mostrano chiaramente dei tank e dei soldati che marciavano verso il centro della città più popolosa del Paese.



LE FORZE ARMATE CONTRO MUGABE

Tuttavia, le indiscrezioni secondo le quali in Zimbabwe starebbe andando in scena un vero e proprio golpe non trovano riscontro da parte di diversi esponenti delle stesse forze armate che si sono trincerati dietro un “no comment”: secondo alcuni osservatori, non è escluso che possa trattarsi di una semplice manovra ma è altrettanto evidente come vi sia stato un inusuale assembramento di militari che, dopo aver abbandonato le principali caserme del Paese, hanno cominciato a convergere verso Harare. A capo di questo presunto colpo di Stato vi sarebbe proprio Costantino Chiwenga che, nei giorni scorsi, aveva pesantemente criticato la decisione di Mugabe di procedere a una drastica epurazione di diversi membri del Zanu-PF (Unione Nazionale Africana di Zimbabwe – Fronte Patriottico), il partito di centro-sinistra al potere: tra i nomi di spicco che il 93enne leader aveva cercato di emarginare c’era anche Emmerson Mnangagwa, il 75enne politico che era indicato da tutti come il potenziale successore dello stesso Mugabe.



IL PESO POLITICO DELLA “FIRST LADY”

Infatti, a detta di Chiwenga, l’epurazione di Emmerson Mnangagwa era stata funzionale solo al Presidente per mantenere il proprio potere ed era arrivata dopo che il diretto interessato aveva avuto un duro scontro con Grace Mugabe, la consorte dell’attuale capo di Stato: non va inoltre dimenticato che proprio la “first lady” era stata indicata dal marito come la migliore candidata alla sua successione e, al termine di un duro scontro fatto di reciproche accuse con Mnangagwa, a quest’ultimo era stata revocata la carica di vice-presidente che ha ricoperto dal 2014 fino a una settimana fa. Inoltre, l’intento dei vertici delle forze armate potrebbe essere quello di evitare che l’oramai ex vice-presidente faccia la fine di Joyce Mururu, ovvero il suo predecessore che era stato esautorato tre anni fa proprio a causa di alcuni contrasti con la “first lady” e dopo essere stato accusato di stare architettando un golpe contro Mugabe.

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