Sono trascorsi 16 anni dalla morte di Serena Mollicone, al giovane 18enne di Arce, rinvenuta cadavere nel giugno 2001, nel bosco dell’Anitrella con mani e piedi legati e una busta di plastica sulla testa. Solo nei giorni scorsi, però, si sarebbe registrata l’attesa svolta nel giallo, tanto desiderata per lunghi anni dal padre della giovane vittima. Proprio il caso Mollicone torna centrale, stasera, nel corso della trasmissione di RaiTre condotta da Federica Sciarelli, la quale accenderà i riflettori sull’ultima perizia medico-legale depositata presso la procura di Cassino e che contribuirebbe finalmente a fare chiarezza sulla morte misteriosa di Serena. Secondo quanto contenuto nella relazione stilata dal consulente incaricato dalla procura, la ferita riportata da Serena Mollicone sul cranio sarebbe compatibile con il segno di rottura rinvenuto sulla porta della caserma dei Carabinieri di Arce presso la quale la 18enne si era recata per denunciare uno spaccio di droga. Ad oggi, i soli indagati sono il maresciallo dei Carabinieri, Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Arce, il figlio e la moglie. Secondo i Ris, quei segni di rottura sulla porta potrebbero indicare il punto esatto in cui la ragazza potrebbe essere sbattuta procurandosi la ferita allo zigomo, ma la relazione, pur ritenendolo possibile, non può confermare l’assoluta certezza. Come riporta RaiNews, il corpo di Serena Mollicone, riesumato lo scorso anno, resta ancora a disposizione degli inquirenti, nel tentativo di fare piena chiarezza sul giallo.
LA RICOSTRUZIONE CHOC
La perizia parla chiara: Serena Mollicone non sarebbe stata uccisa per errore ma volontariamente. Una ricostruzione choc ma che sarebbe piuttosto compatibile con i risultati riscontrati: gli aguzzini, rendendosi conto che la ragazza fosse ancora viva nonostante le botte, avrebbero deciso di soffocarla con un sacchetto di plastica sulla testa, avvenuto successivamente. Una ricostruzione certamente inquietante ma che spiegherebbe le circostanze ad oggi riscontrate dagli esami compiuti sulla salva della 18enne. Dopo 16 anni di omertà e depistaggi, ora la verità sembra essere sempre più vicina. Guglielmo Mollicone, papà di Serena ed oggi ospite nella trasmissione di RaiTre, ai microfoni di RaiNews24 ha svelato la sua soddisfazione per i risultati finora raggiunti. “Finalmente la verità su mia figlia che è morta per i suoi ideali. Quel giorno era andata in caserma per denunciare lo spaccio di droga che aveva già fatto tante vittime nel nostro paese”, aveva detto. Ed in quel traffico, come spiega l’uomo, c’era proprio coinvolto il figlio dell’allora maresciallo dei Carabinieri. “Quella denuncia non venne trascritta e Serena fu portata nell’appartamento al piano superiore della Caserma, dove abitava il maresciallo”, aveva aggiunto.