Ha tredici ergastoli da scontare, ma ha lasciato per un giorno il carcere: Donato Bilancia ha ottenuto per la prima volta dopo 20 anni un permesso per uscire dalla prigione e recarsi sulla tomba dei genitori. Il serial killer, a cui sono attribuiti 17 omicidi tra il 1997 e il 1998, è stato super scortato nel cimitero di Nizza Monferrato, piccolo Comune dell’Astigiano. Considerato uno dei più feroci assassini d’Italia, deve scontare i suoi ergastoli nel penitenziario di Padova, ma si sta battendo per lasciare definitivamente il carcere. Prima ha provato la strada della revisione del processo, poi ha presentato un ricorso in Cassazione per chiedere che i suoi reati fossero giudicati con il rito abbreviato, una possibilità che è stata introdotta solo dopo la sua condanna. I suoi legali, sfruttando una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, hanno sostenuto il principio della lex mintior, cioè della legge più favorevole all’imputato anche se entrata in vigore quando il processo è già terminato.
DONATO BILANCIA, PRIMO PERMESSO PER USCIRE DAL CARCERE DOPO 20 ANNI
Dopo aver ottenuto un permesso di qualche ora, Donato Bilancia spera di uscire definitivamente dal carcere. Il serial killer punta ad uno sconto di pena per usufruire dei benefici di legge e ottenere maggiori possibilità di uscire dal carcere. Il primo tentativo è stato respinto, ma i legali dell’assassino stanno valutando altre strade. «Ci sono altre considerazioni da mettere sul piatto, anche se ovviamente non anticipiamo le nostre mosse», dichiarano i suoi avvocati, come riportato dalla Stampa. Intanto Donato Bilancia studia in carcere: dopo essersi diplomato ragioniere con il voto di 83 centesimi con una tesina sul welfare, scritta tra l’altro in inglese e francese, il pluriomicida si è iscritto all’università, nel corso di laurea in Progettazione e gestione del turismo culturale. I suoi professori parlano bene di lui: «Donato è diventato un uomo molto colto e sempre gentile con tutti. Parla benissimo il francese, l’inglese e lo spagnolo. Ha letto molti libri. Ama tutto ciò che è cultura e in particolare è un appassionato di storia. Per cinque anni consecutivi si è impegnato sempre al massimo», ha dichiarato Paolo Piva, coordinatore della scuola in carcere.
“NON SI È MAI PENTITO DEI SUOI DELITTI”
Donato Bilancia terrorizzò la Liguria e il Basso Piemonte uccidendo 17 persone nell’arco di sei mesi. Ladro e frequentatore di bische clandestine, è reo confesso dei suoi delitti. La vendetta o la rapina sono moventi specifici dei primi omicidi, mentre per gli altri le vittime sarebbero state scelte a caso e senza alcuna pietà per loro. Il suo nome è legato soprattutto all’omicidio di una serie di donne, soprattutto prostitute, uccise sui treni in Liguria. Arrestato nel 1998, è stato condannato nel 2000. L’ultima persona che lo ha incontrato in carcere è la giornalista Ilaria Cavo, ora assessore regionale, autrice del libro “Diciassette omicidi per caso”. Lo ha visto almeno sei anni dopo i fatti e non le è parso cambiato: «Aveva mimato i delitti senza pentimento. Era molto lucido. Ha tentennato solo parlando di Carla Scotto – ha raccontato alla Stampa – Spero solo che si consideri che 17 omicidi e 13 ergastoli non valgano, alla fine, come una sola condanna che poi potrà fargli godere dei benefici, ci saranno magistrati di sorveglianza molto attenti».