“Un’intervista anonima è bastata ad infangare completamente il mio nome, il mio lavoro, il mio onore. Oggi, all’indomani di un attacco mediatico ben mirato portato avanti dal format televisivo “Le Iene”, mi sento di invitare tutti gli organi di Informazione, la Stampa e i telespettatori in primis a sviluppare un senso critico durante la visione di questo programma, quando diffonde servizi in cui la notizia non è stata accertata, in cui le fonti della notizia rimangono nell’ombra e nulla possono dimostrare.
Sono servizi studiati ad arte alla ricerca spasmodica di audience, al fine di creare ”la notizia”, anche se falsa, anche se priva di elementi di prova reale a sostegno della sua veridicità, talvolta manovrati da sistemi e interessi occulti, comunque oscuri al telespettatore, così facilmente influenzabile da servizi costruiti in modo artefatto, sì da impedire allo stesso di comprendere se la notizia diffusa corrisponda a verità . Una notizia che non è notizia giornalistica, laddove la stessa sia priva del canone della verità, non riscontrata dalla verifica dell’attendibilità delle fonti.
Le inchieste costituiscono la punta di diamante del giornalismo vero, quello fatto di realtà, testimonianze, verifiche incrociate dei fatti e delle prove. Quello in cui le fonti vengono verificate nella loro attendibilità e credibilità sia intrinseca, che estrinseca, confrontandole con altre. Rinunciando, nel giornalismo serio, alla divulgazione della notizia, laddove non sia stato possibile effettuare quest’ultima operazione di verifica delle fonti. Tutto questo non è stato realizzato dai redattori e ”giornalisti” della trasmissione “Le Iene”. O almeno non hanno saputo o voluto farlo nel mio caso specifico, riguardante presunti brogli elettorali in cui io sarei stato coinvolto nella tornata elettorale, secondo quanto riferito da un presunto informatore, rimasto ignoto al pubblico nel corso del servizio televisivo.
Tale notizia è assolutamente falsa! Il servizio trasmesso da ”Le Iene” è privo di fondamento perché nessuna prova viene portata a sostegno della verità della pseudo notizia riportata. Anzi, il servizio è stato costruito in modo tale da creare la notizia. Una notizia che non sarebbe stata pubblica, anzi nemmeno presa in considerazione, per la sua vacuità e fantasiosità, se fosse stata trattata in modo serio, con la professionalità che si addice al vero giornalismo, a tutti quei giornalisti che, nel silenzio del loro duro lavoro, cercano le notizie, le studiano, cercano le prove della loro veridicità in modo accurato, prima di decidere se diffonderle o meno.
L’inattendibilità del servizio proposto da Le Iene su fantasmagorici brogli elettorali già emerge dalle modalità di sviluppo del medesimo, avente ad oggetto l’intervista di uno sconosciuto che, mostrando le spalle alla telecamera, per tutto il tempo del servizio, col volto travisato da un cappuccio, al fine di non farsi identificare, si professa di essere stato un membro attivamente e materialmente partecipe di una fantomatica organizzazione volta a reperire, nel corso delle pregresse elezioni, voti per il sottoscritto, nella città e Circoscrizione di Colonia. Al di là della circostanza che questa persona non ha avuto nemmeno il coraggio di mostrarsi a volto scoperto al pubblico, indicando il proprio nome, determinando l’assoluta inattendibilità ad origine di tale fonte di informazione, appare alquanto bizzarro che questo soggetto abbia deciso di fare tali dichiarazioni a quasi cinque anni di distanza dalle precedenti elezioni e, fatalmente, al termine della legislatura per la quale io sono stato eletto, determinando un grave pregiudizio per una mia nuova candidatura per le prossime elezioni”.
Un’intervista registrata di spalle ad un uomo incappucciato anonimo, è bastata a Le Iene per accusare me di presunti brogli elettorali o, quantomeno, per fare insorgere negli spettatori il sospetto che io possa essere stato coinvolto in tali brogli, disegnandomi come un uomo di malaffare.
La circostanza che l’innominato intervistato del servizio abbia dichiarato il falso, emerge anche solo dal fatto, veramente lampante, che costui mi ha descritto con i baffi all’epoca dei presunti brogli elettorali, quando, invece, a quell’epoca non li portavo affatto, come non li porto tutt’ora.
Mi ha fatto sorridere il fantasioso racconto del rocambolesco presunto scambio di circa settemila plichi contenenti schede elettorali che sarebbero state usate, da quanto emerge dal servizio costruito da Le Iene, da me per ottenere voti per la mia elezione.
E’ davvero surreale poter anche solo pensare che l’uomo incappucciato si sarebbe procurato oltre settemila plichi, girando per tutta la città e la Circoscrizione di Colonia. E’ umanamente, tecnicamente e logisticamente impensabile.
In merito ai voti da me ottenuti, voglio evidenziare che nella città di Colonia io ho preso precisamente 1.592 voti e non oltre 7.000, come emergerebbe dalle assurde illazioni proferite dall’uomo ignoto e dal servizio costruito da Le Iene. Dai dati ufficiali del Viminale, è in tutta la Germania che ho avuto il consenso di 7.378 elettori divisi tra le città di Berlino (122), Monaco (814), Wollsburg (83), Fraiburgo (362), Dortmund (484) ,Hannover (371), Francoforte (1318) e Stoccarda (2232), oltre che a Colonia. Anche sotto questo profilo, la dichiarazione resa dall’uomo incappucciato è falsa. Anche sotto questo aspetto, emerge che il servizio proposto da Le Iene non solo è privo di fondamento, ma è stato costruito in modo tale da rappresentare artificiosamente un dato irreale. Se Le Iene avessero svolto professionalmente il loro operato, avrebbero dovuto preventivamente verificare l’entità dei voti da me ottenuti, anziché spacciare per reale un servizio fondato su dichiarazioni false rese da una fonte evidentemente non verificata.
Scandalose, quanto prive di qualsiasi benché minimo fondamento probatorio, poi, sono le interviste porta a porta ad uno sparuto numero di persone (sedicenti italiani), che dal servizio paiono risiedere nella città di Colonia. Questi ultimi avrebbero dichiarato a Le Iene di non avere ricevuto dal Consolato italiano, all’epoca, le schede elettorali per votare. Ammesso che questi sedicenti concittadini abbiano dichiarato il vero, in merito al fatto di non avere ricevuto le schede elettorali presso l’abitazione di residenza in Germania, questo non significa che qualcuno le abbia fatte sparire. Inoltre, le ragioni per cui questi concittadini possano non avere ricevuto le schede elettorali presso le proprie abitazioni in Germania possono essere molteplici e differenti: costoro possono non essere regolarizzati all’AIRE; possono non aver trasmesso l’indirizzo della propria abitazione in Germania dopo un cambio di residenza; possono non aver comunicato in maniera esaustiva con la sede consolare; possono non essersi avveduti della presenza del plico nelle loro abitazioni. La circostanza che costoro presuntivamente non abbiano ricevuto le schede elettorali è del tutto irrilevante e non prova nulla in merito a fantasmagorici brogli elettorali.
Ancora una volta, anche sotto questo aspetto, la redazione de Le Iene e lo stesso intervistatore non hanno effettuato il benché minimo controllo al fine di accertare che quanto dichiarato da questi concittadini corrispondesse a verità. Operazione che comunque non avrebbero potuto fare in quanto sono trascorsi molti anni dalle precedenti elezioni, per cui presunte prove sarebbero ormai irrecuperabili e poiché non sarebbe possibile accertare la veridicità di tali dichiarazioni che sono autoreferenziali delle persone che le hanno rese. Proprio per questo motivo, non potendosi accertare la veridicità delle dichiarazioni rese da questi concittadini, l’intervista di costoro non avrebbe dovuto essere trasmessa, poiché non costituisce notizia vera e provabile, come dovrebbe essere la notizia giornalistica, ammessa in quanto espressione del diritto di cronaca, manifestazione del diritto al libero pensiero. Nel momento in cui la notizia sia carente del canone della verità e adombri fatti illeciti a carico dell’interessato alla presunta vicenda narrata, il diritto di cronaca cede il posto alla diffamazione.
Questo servizio, come altri trasmessi dalla rete Mediaset, prodotti da Le Iene e divulgati nello scorso mese di Ottobre, nonché ripresi anche nel mese di Novembre, concernenti la mia persona, sono assolutamente falsi e fuorvianti, in quanto mi hanno rappresentato agli occhi degli italiani come una persona di malaffare.
Questi servizi sono stati altamente lesivi della mia persona come uomo, come datore di lavoro e, soprattutto, come rappresentante non solo dell’Istituzione Parlamentare, ma di tutti gli italiani residenti all’Estero.
Mi riservo, come ho già precedentemente dichiarato, di adire alle competenti Autorità Giudiziarie al fine di ripristinare, anche in queste sedi, l’onore e il decoro fortemente leso da questi servizi televisivi a contenuto meramente scandalistico. Con serietà e professionalità, continuerò a svolgere le mie attività istituzionali come ho sempre fatto: nella totale trasparenza e legalità. Spendendomi, come sempre, con attenzione e dedizione e curando il rapporto con il territorio e con tutti i cittadini italiani”.
Ciò è quanto dichiara in una nota l’onorevole Mario Caruso, eletto alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione estero, in merito ai servizi andati in onda sul programma televisivo di Italia1 ‘Le Iene’.