Quando sposò segretamente Totò Riina era solo “la maestrina di Corleone”, ma quando il capomafia sparì per darsi alla latitanza Ninetta Bagararella non si occupò solo della crescita dei loro quattro figli. La moglie del “capo dei capi” acquisì un ruolo strategico nella gestione di un consistente patrimonio, seppur eroso da controlli, sequestri e confische. Quest’estate il Sos del generale Giuseppe Governale ha messo le mani sul tesoretto che la donna governava: tre società, una villa, 38 rapporti bancari e 84 ettari di terreni. A Ninetta Bagararella venne affidata la cabina di regia. Quando suo maritò finì in carcere però cominciò a lamentarsi: «Soldi non ce ne portano come prima…». La malattia del marito l’ha costretta a ridimensionare il suo ruolo, resta da capire che effetto avrà la morte di Totò Riina ora sul suo ruolo. Non a caso si parla già di un successore… (agg. di Silvana Palazzo)
CHI È LA DONNA UNITA AL BOSS ANCHE NELLA LATITANZA
Antonietta “Ninetta” Bagarella piange oggi la morte di Totò Riina, boss di Cosa Nostra deceduto la scorsa notte nel reparto carcerario dell’ospedale di Parma, lasciando così tante domande senza risposta. Classe 1944, Ninetta si unì in matrimonio a Totò Riina nel 1974, in gran segreto e dalla loro unione nacquero quattro figli: Concetta, Giovanni, Giuseppe e Lucia. La sua famiglia è da sempre stata legata a vicenda mafiose. Quarta figlia femmina, dopo il diploma magistrale divenne insegnante di italiano e si fidanzò con Riina, all’epoca migliore amico del fratello Calogero, fino a decidere di sposarsi, diventando entrambi latitanti, anche se il loro matrimonio fu poi dichiarato non valido. In seguito al suo legame con Riina subì diversi procedimenti giudiziari, tra cui un primo processo nel 1971 in quanto ritenuta complice di colui che sarebbe divenuto suo marito. Nonostante la condanna a quattro anni di soggiorno obbligato in una località del Nord Italia, alla fine Ninetta riuscì a farla franca dopo essersi appellata ai giudici definendosi solo una donna innamorata.
PUNTO DI RIFERIMENTO DEL CLAN?
Ninetta Bagarella non fu solo la “maestrina di Corleone” e la madre dei suoi quattro figli. Come riporta Lettera Donna, lo scorso luglio si scoprì che era proprio lei, moglie del “Capo dei capi” a gestire il patrimonio di Totò Riina. Non solo aveva il compito di “tesoriere” ma svolgeva anche altro ruoli. In assenza del marito, in carcere dal 1993, ad esempio, spettava a lei il compito di mediare tra i boss locali. Alla signora Ninetta spettava anche il compito dio controllare i terreni e tutti in paese la definivano punto di riferimento del clan. Eppure, dal giorno del loro matrimonio, Ninetta e Totò sono rimasti sempre insieme, uniti nella latitanza e separati solo dal carcere. La sua vicinanza agli ambienti mafiosi non fu solo legata al marito ma anche al padre, che entrò in contatto con Cosa Nostra per poi essere condannato negli anni ’60, quando fu mandato al soggiorno obbligato al confine nord dal 1963 al 1968 proprio per crimini di mafia. Fino all’ultimo Ninetta è rimasta al capezzale del marito grazie all’autorizzazione firmata dal Guardasigilli e che riguarda anche i figli e i parenti più stretti.