La trasmissione Pomeriggio 5 ritorna anche oggi sul giallo di Renata Rapposelli promettendo un documento esclusivo ai suoi telespettatori. Nel frattempo, mentre si attendono i risultati degli accertamenti ancora in corso dopo l’ultimo sopralluogo dei Ris proprio in casa della pittrice ad Ancona, si prosegue anche oggi con le indagini fittissime nella speranza di trovare nell’abitazione della donna 64enne elementi utili a fare luce sul giallo. Gli accertamenti si sono concentrati nelle ultime ore anche sull’auto del figlio Simone anche se, come riporta Urban Post, secondo fonti investigative al momento non sarebbero state ritrovate tracce importanti. Gli inquirenti stanno ora tentando di fare luce anche sul possibile movente del delitto del quale risultano indagati ex marito e figlio della donna. Mentre il primo si sarebbe professato ancora innamorato di Renata nonostante i numerosi anni dalla loro separazione non si esclude che il movente possa avere avuto proprio origine passionale. L’ennesimo “no” sarebbe potuto essere la famosa “goccia”. Ci sarebbero poi i tanti problemi economici della donna e le presunte richieste di denaro legate all’assegno di mantenimento sul quale non era ancora stato trovato un accordo. Da vagliare anche la posizione del figlio a partire dalle sue ultime dichiarazioni rese nel corso delle varie interviste televisive e che potrebbero ora incastrarlo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
A CACCIA DI NUOVE TRACCE
Sono ore particolarmente frenetiche, queste, per gli inquirenti che si stanno occupando del giallo di Renata Rapposelli, stasera al centro della nuova puntata di Quarto Grado. C’è tanta carne al fuoco al vaglio di chi è al lavoro per scoprire cosa è accaduto realmente alla pittrice 64enne residente ad Ancona e sparita nel nulla lo scorso 9 ottobre, salvo essere trovata un mese dopo, ormai cadavere, nei pressi di Tolentino. Il suo corpo, la cui certezza arriva dai primi esami comparativi del Dna, purtroppo potrà dire poco sulle cause del decesso, per via dell’elevato stato di decomposizione nel quale è stato rinvenuto, ma molti altri elementi, invece, potrebbero contribuire a fare totale chiarezza su una fine inquietante riservata alla donna. Intanto, nella giornata di ieri si sono compiute nuove indagini e gli uomini del Ris, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, sono ripartiti precisamente dalla casa della pittrice ad Ancona, da cui sarebbe partita in direzione Giulianova, dove si sarebbe recata in casa dell’ex marito Giuseppe Santoleri e del figlio Simone, entrambi attualmente indagati a piede libero per omicidio e occultamento di cadavere in concorso. In contemporanea al sopralluogo, gli stessi esperti del Ris hanno chiesto la presenza del difensore di figlio ed ex marito della vittima, l’avvocato Alessandro Angelozzi, affinché potessero compiere ulteriori accertamenti anche sulla Fiat 600, l’auto che Giuseppe avrebbe utilizzato per accompagnare, secondo la sua versione, la donna in direzione Santuario di Loreto, da cui si sarebbero poi perse le tracce. Come è facilmente intuibile, dunque, l’intenzione è quella di raccogliere prove – tracce biologiche di Renata ma anche di terreno – capaci di collocare l’auto sequestrata per la seconda volta sul luogo del ritrovamento del cadavere. Un percorso, quello che separa Giulianova da Tolentino, piuttosto differente e soprattutto distante rispetto a quello che l’uomo ammette di aver compiuto oltre un mese fa, con a bordo della vettura proprio l’ex moglie.
RENATA RAPPOSELLI, NUOVI SOSPETTI SUL FIGLIO SIMONE SANTOLERI
Si cercano risposte all’assurda morte di Renata Rapposelli e per farlo gli inquirenti vanno a caccia di tracce e procedono, in taluni casi, per esclusione. È quanto avvenuto ad esempio in merito ai risultati dell’autopsia, che al momento non sarebbero stati in grado di dire con certezza come sarebbe avvenuto il decesso. In assenza di segni di ferite da lama o da armi da fuoco, l’ipotesi maggiormente battuta è quella della morte per soffocamento o avvelenamento. Per poterlo dire con certezza, però, occorreranno ulteriori esami medico-legali ai quali saranno sottoposti i resti rinvenuti. Intanto, ad alimentare i dubbi ed i sospetti nei confronti del figlio della vittima, Simone Santoleri, sarebbero le sue stesse parole rilasciate due settimane fa alla trasmissione Chi l’ha visto e che a detta degli inquirenti rappresenterebbero l’ennesimo grave indizio ad oggi raccolto. Esattamente 14 giorni prima del ritrovamento dei resti ritenuti di Renata Rapposelli, Simone si sarebbe fatto sfuggire il nome Chienti nel corso di un suo intervento in tv. “Non so perché mi viene Chienti…”, si sarebbe poi giustificato. È proprio nei pressi del fiume Chienti che sarebbe stato rinvenuto il cadavere della donna nei giorni successivi. Un lapsus rivelatore o solo una coincidenza? Per l’avvocato Angelozzi semplicemente un’ipotesi suggestiva: “Non voleva dire quello che voi giornalisti pensate”, ha dichiarato. Ma i dubbi ovviamente restano.