Non è peccato, dire che fa un po’ di effetto. Anche se si tratta di una chiesa sconsacrata. Perché non capita tutti i giorni di trovare un campo da tennis in piena regola all’interno di un edificio religioso. I curiosi possono dare un’occhiata dal vivo fino al 16 dicembre e magari impugnare racchetta e pallina. Non sia mai che vengano folgorati dalla passione per il terzo sport più praticato al mondo grazie ad un’illuminazione divina. Ma a chi è venuta l’idea di piazzare una rete da tennis in una chiesa? L’autore è il newyorchese, classe 1974, Asad Raza: il nome del suo ultimo lavoro è Untitled (Plot for Dialogue), è rigorosamente gratis e si distingue per la presenza di un pavimento arancione brillante, rete, palline, racchette e perfino dei coach all’angolo, lusso che neanche molti giocatori professionisti possono concedersi. E il pubblico, direte voi? Ai lati non ci sono tribune, né tifosi che fanno la “ola”, ci si accontenta di statue antiche e affreschi che raffigurano conversione, battesimo, miracolo e martirio di San Paolo Apostolo. Vi chiedete perché la chiesa è sconsacrata? Editto napoleonico. In fondo i francesi sono stati sempre amanti della racchetta.



L’INTENTO DELL’ARTISTA

Un conto, però, è dire chi ha piazzato il campo al centro della chiesa. Altro è dire con quali intenti? Asad Raza, nonostante l’edificio dedicato a San Paolo Converso sia stato sconsacrato, sia ancora in grado di emanare un certo alone mistico. Atmosfera che ben si addice, secondo l’artista, ad uno sport come il tennis, in cui gli scambi hanno potere rilassante e distensivo. Ecco perché, a quanti hanno deciso di recarsi nella chiesa sconsacrata nel centro storico di Milano, all’incrocio fra corso Italia e piazza Sant’Eufemia, ha consigliato di approcciarsi al gioco senza la minima pretesa agonistica, che lo scopo è altro, semmai opposto. A ricreare un clima pressoché unico nel suo genere è stata poi l’aggiunta “degustativa”. A margine dell’esperienza religio-sportiva, infatti, c’è l’invito a sorseggiare un tè freddo al gelsomino e a godere del particolare profumo floreale e boschivo creato dalla sorella dell’artista per l’occasione. Insomma, giocare a tennis dopo averlo fatto a San Paolo Converso, non sarà più la stessa cosa.

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