È morto suicida l’ex generale dei Carabinieri che nei suoi ultimi anni di carriera ebbe a che fare molto da vicino con una tragedia immane come quella dell’Hotel Rigopiano: era il 18 gennaio 2017 quando dopo una intensa nevicata e dopo alcune forti scosse di terremoto in centro Italia, l’Hotel Rigopiano – ex rifugio e unico albergo della frazione del comune di Farindola (Pescara, Abruzzo) – è stato investito da una enorme valanga di neve e detriti proveniente da una linea di cresta del Monte Siella. Guido Conti, 58 anni ed ex comandate provinciale del corpo forestale di Pescara, ad ottobre si è dimesso dall’Arma dei Carabinieri e venerdì scorso ha concluso in maniera drammatica una ancora giovanissima vita. Si è suicidato, sparandosi un colpo in testa nella sua macchina trovata alle pendici del Monte Morrone: un epilogo tremendo per degli ultimi mesi assurdi dopo l’immane tragedia che ha portato 29 vittime, 11 sopravvissuti e polemiche a non finire sia per la questione sicurezza dentro l’Hotel e sia sul ritardo dei soccorsi. Sono state trovate due lettere dopo il suicidio dello stimato ex militare: la prima è indirizzata a Matteo Renzi in cui il generale – spiega il Corriere della Sera – avrebbe difeso il Corpo Forestale contro l’accorpamento nei Carabinieri deciso proprio dal Governo dell’ex sindaco di Firenze. Nella seconda, molto più riflessiva e importante, Conti racconta tutto il dolore e i dubbi sorti dopo le indagini sulla tragedia al Rigopiano che potrebbero averlo portato, assieme ad una probabile depressione, alla scelta innaturale del suicidio.
“POTEVO FARE DI PIÙ?”
«Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma». Conti entra poi nel merito, specificando: «Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più»: scrive, come riporta Adnkronos, l’ex generale trovato morto due giorni fa a Sulmona. Dopo le dimissioni, Conti era andato ad assumere un incarico importante nell’azienda petrolifera Total Erg da cui però pare siano arrivate anche qui delle dimissioni negli ultimissimi giorni. La sua morte è un mistero ed è stata aperta subito una inchiesta per valutare i motivi e le cause di questo suicidio. Pressioni, polemiche, fortissime ripercussioni per i protagonisti di quei giorni maledetti: forse Conti non ha retto, non ha retto la pressione dei dubbi e dei rimorsi ed ha scelto per la via immediata e dolorosissima. E forse, neanche l’unica: «Apprendiamo della morte dell’ex generale Conti, che abbiamo conosciuto nel passato per la sua lotta contro le ecomafie. Abbiamo seguito il suo cambio di ruolo alla Total, da meno di un mese, e adesso la notizia del suo presunto suicidio ci lascia basiti. Proprio ieri abbiamo ricevuto una risposta evasiva all’interpellanza presentata da Mirella Liuzzi su un altro caso di strano suicidio che riguarda sempre il petrolio lucano, quello dell’ingegnere Griffa. Circostanze tutte poco chiare. Chiediamo che sia fatta assoluta chiarezza. Alla famiglia va il nostro cordoglio e la nostra vicinanza», recita la nota dei parlamentari M5s che fanno riferimento ad un altro suicidio doloroso e strano come conseguenza di quella immane tragedia avvenuta nel gennaio 2017.