Ha fatto il giro del mondo la notizia della dipartita di uno dei serial killer più noti di sempre: Charles Manson è morto ieri all’età di 83 anni. Fondatore della setta “Family”, il criminale di Cincinnati ha ucciso sette persone, compresa l’attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski. Messo in carcere nel 1969, Manson ha portato avanti il suo regime del terrore anche da dietro le sbarre: come sottolineato da TMZ, ha commesso più di 100 reati dalla sua cella, dalle aggressioni alle minacce agli agenti, fino al posso di armi e traffico di droga. Ad inizio 2016, a febbraio, è stato trovato in possesso di un cellulare, con cui manteneva attivi i contatti con i suoi sodali. Da lì in poi, secondo il Daily Mail, Charles Manson si è comportato da prigioniero modello: nessuna violazione commessa. Un cambio di comportamento dovuto a una possibile redenzione o, più probabilmente, alla vecchiaia e alle precarie condizioni di salute. quasi quaranta anni dietro le sbarre, ieri la morte di uno dei serial killer più spietati della storia recente. (Agg. Massimo Balsamo)



IL FILM DI QUENTIN TARANTINO

Charles Manson è morto, il criminale statunitense si è spento ieri all’età di ottantatre anni. Un curriculum criminale che lo ha reso uno dei killer più spietati della storia americana: dall’omicidio dell’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, all’efferato assassinio di altre sei persone. Dopo alcuni giorni di ricovero, Manson è deceduto. E proprio la sua figura di serial killer farà parte del prossimo film del noto regista Quentin Tarantino, che ha scritto un lungometraggio incentrato sul 1969, anno sanguinario, e l’omicidio di Sharon Tate sarà centrale: l’attrice, come sottolinea Il Mattino, verrà interpretata da Margot Robbie secondo le voci di corridoio. Le riprese del film partiranno nel 2018 e inizialmente si pensava che il film fosse incentrato interamente su Charles Manson. Una ricostruzione errata, come commentato dallo stesso Quentin Tarantino: “Molti media hanno affermato che lo script della pellicola si concentra esclusivamente su Charles Manson e sulla scia di delitti da lui orchestrati ma ciò non corrisponde a verità: sarebbe come dire che Bastardi senza gloria è un film su Adolf Hitler dal momento che il leader nazista appare in una o due scene solamente”. (Agg. Massimo Balsamo)



POLANSKI: “GLI ARTISTI MANCATI SONO PERICOLOSISSIMI”

La morte del truce e inquietante sanguinario Charles Manson non potrà che fare contento il regista Roman Polanski, che venne travolto dalla sua pazzia omicida. Il regista, autore di alcuni tra i più grandi capolavori della storia del cinema moderno, si sbalordì quando venne a sapere del vero movente che portò Manson e la sua setta a compiere quegli efferati omicidi. Racconta Polanski sul sito Repubblica.it: ‘Purtroppo gli artisti mancati sono gli individui più pericolosi in assoluto. Charles Manson spinse i membri della sua setta in quella villa perché, in pecedenza, era stata affittata da un produttore musicale che non aveva voluto pubblicare le sue canzoni. Semplicemente scegliemmo la villa sbagliata.’ Un banale errore, dunque, una circostanza tragicamente sfavorevole, che sarebbe potuta finire anche peggio per il famoso regista. Continua Polanski: ‘Ero il sospettato numero uno per la polizia e pensare che quel giorno non ero nemmeno lì, stavo a Londra. Dissero che c’era stato un rito satanico, dato che era stata trovata una avoletta Ouija all’interno dell’abitazione. Per sottrarmi alle accuse chiesi anche di fare il test della verità.’ (agg. Francesco Agostini)



MORTO A 83 ANNI

Charles Manson, spietato pluriomicida, è morto oggi all’età di 83 anni. La notizia, come riporta Corriere.it, arriva direttamente dal carcere di Corcoran in cui era rinchiuso da anni e dal quale proprio nei giorni scorsi era stato trasferito in un ospedale della California in gravissime condizioni. L’uomo era considerato uno dei più sanguinari serial killer che scosse l’intera America negli Anni ’60. Guro della setta conosciuta con il nome “Family”, tra le sue vittime la più celebre fu certamente Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, uccisa insieme a quattro suoi amici. A loro si aggiunsero altri due omicidi avvenuti nell’agosto 1969 in quello che fu tristemente ribattezzato il “massacro di Bel Air” e proprio per questo fu condannato a sette ergastoli, tanti quante le sue vittime. Insieme ai suoi complici Manson fu condannato a morte ma in seguito alla sospensione delle esecuzioni in California, voluta dalla Corte Suprema nel 1972, le sentenze capitali furono commutate nel carcere a vita. Il più inquietante dei delitti fu proprio quello a scapito di Sharon Tate, al momento dei fatti incinta all’ottavo mese. Durante il processo a carico di Manson emerse che l’omicidio della donna avvenne nell’ambito di un rito satanico compiuto mentre andava in sottofondo la canzone Helter Skelter dei Beatles nella quale, secondo lo spietato killer, i quattro cantanti di Liverpool lo avevano incaricato di dare vita ad una guerra di razza, uccidendo i bianchi affinché le autorità attribuissero le colpe ai neri. Dopo la sua morte restano ancora in prigione altri tre componenti dell’inquietante setta: Leslie Van Houten, Patricia Krenwinkel e Charles “Tex” Watson. A completarla vi era anche Susan Atkins, morta in carcere a causa di un cancro.

L’INFANZIA DIFFICILE, LA SETTA, IL CARCERE A VITA

Charles Manson era nato a Cincinnati nel 1934. Sua madre, una prostituta, lo mise al mondo quando aveva appena 16 anni. Fu un’infanzia difficile, quella vissuta da Manson, che sin da giovanissimo iniziò a compiere furti e rapine, finendo spesso nei guai. A sedici anni fu fermato la prima volta ed entrò in riformatorio. Subito dopo, quando tornò ad assaporare la libertà, incontrò e sposò l’infermiera Rosalie Jeans Willis. Sin da ragazzino la sua vita fu caratterizzata da una escalation di crimini, ma furono gli anni ’60 quelli davvero drammatici. Il primo grave crimine per il quale fu incriminato fu per “trasporto di donne da uno stato all’altro a scopo di prostituzione”. Per questo reato fu condannato a scontare 10 anni di carcere e durante la sua reclusione si avvicinò allo studio dell’esoterismo e della magia nera. Una volta tornato in libertà, sulla base delle conoscenze acquisite, Charles Manson fondò la setta ribattezzata “Family”, “famiglia”. A bordo di un autobus iniziò a viaggiare in giro per gli Stati Uniti con i suoi seguaci che lo consideravano una sorta di leader religioso. Vicini alla cultura hippy, coltivavano l’odio nei confronti dei neri, praticavano sesso di gruppo e facevano uso di droga, mantenendosi con furti e rapine. Fino alla strage del 9 agosto 1969 che gli costò la condanna a morte poi tramutata in sette ergastoli. Manson chiese per 12 volte la scarcerazione ma gli fu sempre respinta.