I giovani italiani non sono più così “mammoni”? Forse è presto per dirlo ma i recenti dati diffusi da Eurostat su uno degli argomenti più cari a coloro i quali non perdono occasione di criticare la tendenza tutta nostrana che vede i figli restare tra le mura domestiche anche oltre i 30 anni (spesso anche a causa della precarietà lavorativa) sembrano indicare una seppur piccola inversione di tendenza. Infatti, per la prima volta dopo dieci anni di crescita ininterrotta, la percentuale di coloro dei ragazzi compresi nella fascia d’età 18-34 anni è in calo: le fonti Eurostat parlano infatti del 66% del totale per il 2016, con una lieve diminuzione dunque rispetto a quel 67,3% fatto registrare invece dodici mesi prima (ovvero due anni or sono). Se invece si fa riferimento al “range” 25-34 anni (quello entro il quale si cerca lavoro dopo aver completato il proprio percorso di studi) la percentuale è ancora più bassa, ma il dato (49,1%) è comunque molto superiore alla media relativa all’Unione Europea (28,1%) e fa riflettere anche perché il 39,4% di questi ha dichiarato di avere già un impiego a tempo pieno.
IL CONFRONTO CON LE MEDIE EUROPEE
Se da una parte le nuove rilevazioni di Eurostat segnalano quello che può essere comunque considerata una parziale inversione di un “trend” che durava da diversi anni, è altresì vero che il confronto con i dati forniti da altri Stati membri fotografa bene ancora il divario esistente col Bel Paese. Nonostante il -1,3% l’Italia continua a occupare infatti il secondo posto in questa particolare classifica, alle spalle della vicina Croazia dove risiederebbero i giovani più “mammoni” d’Europa: la media dei 28 Stati membri invece è del 48,1%, un valore ancora molto alto e che probabilmente è inficiato dalla tendenza, prevalente nell’area meridionale, a restare tra le mura domestiche anche una volta dato l’addio ai vent’anni. Ad esempio, tra i Paesi del Nord Europa si segnala il caso della Danimarca, con solo il 3,8% di ragazzi/e che ancora non hanno lasciato il “nido” domestico, seguita da altri due Paesi scandinavi quali Finlandia (4,3%) e Svezia (6%). Unica eccezione tra gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo è la Francia: i giovani transalpini che vivono con mamma e papà sarebbero solo il 13,4% del totale, anche se il dato è in netta crescita rispetto al 2015 (10,1%).