I datori di lavoro la costringono a dimettersi perché non vogliono concederle i permessi per il figlio malato. Accade a Bergamo, dove una mamma esasperata dalle pressioni dei titolari ha deciso di lasciare il lavoro dopo otto anni estenuanti. È stata la donna stessa a raccontare ai microfoni dell’Ansa la sua storia: “Ho lavorato per quest’azienda per quasi otto anni, ho anche fatto l’apprendistato, durante il quale è andato tutto bene. Quasi alla fine ho avuto la prima gravidanza: mio figlio è nato con una patologia, lì è cominciato a rompersi il rapporto con il datore di lavoro visto che dovevo seguire il piccolo”. Nonostante ciò, ha mantenuto la sua occupazione: “Mi sono impegnata, quindi mi hanno confermato il posto di lavoro”. Le cose sono poi peggiorate quando ha avuto bisogno di qualche giorno di permesso per i ricoveri di suo figlio: “Questo a loro non andava bene”, ha proseguito nel racconto.



MAMMA DENUNCIA: “SONO STATA COSTRETTA A DIMETTERMI”

Nel frattempo i due soci titolari dell’azienda sono cambiati: “Sono subentrati altri due a cui non andava giù il fatto che avevo la 104”. Il riferimento è alla legge 104/92 che garantisce ai familiari di richiedere permessi di lavoro retribuiti. Sono dunque cominciati i problemi per la donna, che ha subito diverse pressioni, anche molto forti: “Da subito hanno cercato di mandarmi fuori: mi hanno minacciata dicendomi che non dovevo più presentarmi sul posto di lavoro e che avrebbero fatto di tutto per mandarmi via, quindi era il caso di dimettermi”. I due titolari hanno quindi deciso di toglierle il suo incarico, relegandola alle pulizie. “Dopo ci sono stati insulti, mobbing, ma non potevano licenziarmi”, ha raccontato all’Ansa. Alla fine la mamma di Bergamo ha deciso di dimettersi: “Ne stavo risentendo fisicamente. Ho cominciato a perdere capelli e il rapporto con i miei bambini stava peggiorando”.

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