I giovani devono crescere nella fede e nella dedizione al prossimo seguendo l’esempio di Santa Cecilia. Lo ha detto Papa Francesco, in occasione dell’udienza generale di oggi, 22 novembre. “Un pensiero porgo infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria di Santa Cecilia”, ha esordito Bergoglio nel passaggio finale. “Cari ammalati, nella sofferenza sperimentate il sostegno di Cristo che è sempre accanto a chi è nella prova; e voi, cari sposi novelli, abbiate lo stesso sguardo d’amore puro che ebbe Santa Cecilia, per imparare ad amare incondizionatamente”, ha proseguito il Santo Padre, come riportato dal sito ufficiale del Vaticano. E ha invitato tutti a pregare Santa Cecilia: “Che ci insegni a cantare con il cuore, che ci insegni il giubilo di essere salvati”, ha concluso Papa Francesco. (agg. di Silvana Palazzo)
PERCHÉ SANTA CECILIA È LA PATRONA DELLA MUSICA
Oggi si celebra Santa Cecilia, la patrona della musica. Il motivo per cui lo sia in realtà è incerto, visto che un collegamento esplicito è documentato solo a partire dal tardo Medioevo. L’antifona di introito della messa nella festa della Santa potrebbe essere stata interpretata erroneamente: si cominciò a raffigurare la santa con un piccolo organo portato a fianco, ma in realtà gli “organi” potrebbero non essere affatto strumenti musicali, bensì di tortura. Quindi, l’antifona non si riferirebbe al banchetto di nozze, ma a quello del martirio, quando Cecilia cantava a Dio. Nel XIX secolo comunque venne dedicato alla santa il cosiddetto Movimento Cecilia, diffuso non solo in Italia, ma anche in Francia e Germania, e a cui aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi che volevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influenza del melodramma e della musica popolare. Così sotto il nome di Santa Cecilia sorsero scuole, associazioni e periodici. (agg. di Silvana Palazzo)
LA STORIA
La nascita di Santa Cecilia è datata nel II secolo dopo Cristo nella città di Roma. La giovane discende da una famiglia nobiliare e a un certo punto viene data in sposa a un cavaliere romano, che si chiama Valeriano. Nel corso del suo matrimonio, Cecilia si mette a cantare, pregando Dio che il suo corpo e il suo cuore possano restare immacolati. Successivamente costei confida a suo marito di avere fatto voto di castità. Valeriano allora si converte alla religione cristiana e la prima notte dopo il matrimonio il cavaliere si reca da Papa Urbano I, che lo battezza. Dopo aver ricevuto il sacramento cristiano, l’uomo torna nella sua abitazione e vede Cecilia che sta dialogando con un Angelo. Alla presenza di Valeriano, l’Angelo fa comparire due corone di fiori e le pone sul capo dei due giovani sposi. Il cavaliere e suo fratello Tribuzio incominciano a seppellire i martiri cristiani, contravvenendo al volere del giudice Almachio, che ha proibito che i seguaci di Cristo vengano sepolti. Per questa ragione, i due fratelli vengono arrestati e uccisi per decapitazione. Cecilia, rimasta vedova, va a pregare quotidianamente sulla tomba del suo sposo. La ragazza allora viene convocata dal giudice Almachio, che la condanna a morte per soffocamento nel bagno della sua casa. Cecilia però sopravvive al martirio, intonando dei canti di gioia al Signore. In seguito, la giovane viene costretta a morire per decapitazione. Il suo boia le infligge ben tre colpi sul collo, ma Cecilia ancora una volta non muore subito, ma il suo cuore continua a battere mentre la ragazza si trova immersa in una pozza di sangue. Dopo aver esalato l’ultimo respiro, la donna viene seppellita dal Pontefice Urbano I nelle catacombe di San Callisto, per poi essere trasferita nella Basilica a lei dedicata, che si trova a Trastevere.
LE CELEBRAZIONI A TARANTO
Santa Cecilia viene molto venerata a Taranto. In questa città pugliese, il 22 novembre, alle tre del mattino, la banda esegue delle musiche popolari, che erano delle melodie suonate dai pastori in terra abruzzese, nel corso del periodo della transumanza. In aggiunta giungono a Taranto, dalla zona della Murgia e dalla Calabria, anche gli zampognari, che sono coperti da alcuni mantelli molto folcloristici. La banda e gli zampognari si incontrano e, suonando, si salutano. Alle 18.30 la statua di Santa Cecilia, portata in spalla dai giovani delle varie confraternite, viene fatta uscire dalla Cattedrale di San Cataldo e viene condotta in processione per le vie del centro storico. In contemporanea, nella città pugliese, il 22 novembre, c’è la sagra delle “pettole”, che sono delle frittelle di pasta di pane.