Non c’è pace tra la Corea del Nord del dittatore Kim Jong-un e gli Stati Uniti d’America di Donald J. Trump. E’ degli ultimi minuti la vibrante reazione dei nordcoreani al reinserimento nella lista nera dei Paesi promotori del terrorismo della loro Nazione. Il portavoce di Pyogyang, come riporta il sito internet Askanews.it, ha infatti detto: ‘Tutta la nostra popolazione, esercito compreso, sono ricolmi di rabbia nei confronti di questi gangsters che si sono permessi di reinserirci nella black list dei Paesi promotori del terrorismo.’ Continua il regime di Kim Jong-un: ‘Washington si permette di agire da giudice internazionale senza che nessuno glielo abbia chiesto. Ovviamente questa decisione non può che essere definita un’assurdità bella e buona, un vero e proprio insulto alla pace e alla sicurezza del mondo intero.’ Il nocciolo della questione rimane il nucleare, che è poi il primo motivo di attrito tra le due fazioni, ma la Corea respinge l’accusa:’Le armi nucleari servono soltanto a proteggere e a difendere la Repubblica demcartica popolare di Corea e nient’altro.’ (agg. Francesco Agostini)



IL FILMATO

Terza Guerra Mondiale, tensione palpitante tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America. E proprio da Pyongyang arrivano nuovi aggiornamenti, con una questione spinosa per i rapporti con Seul e la Corea del Sud. Infatti, come riporta Il Giornale, è stato pubblicato da una tv sudcoreana un filmato, risalente al 13 novembre 2017, che vede la fuga di un soldato nordcoreano verso la Corea del Sud attraverso il varco di Panmunjom: nelle immagini si vedono i soldati che sparano contro il disertore, violando così l’armistizio che concluse la guerra del 1953. I quattro soldati hanno sparato a distanza ravvicinata e il fuggitivo si è salvato per miracolo, dopo due operazioni in un ospedale della Corea del Sud. Un caso che sta facendo molto discutere, con il disertore fucilato dai soldati mentre superava, seppur brevemente, la linea di demarcazione definita “Joint Security Area”. (Agg. Massimo Balsamo)



 

USA VUOLE NUCLEARE IN EUROPA

Da una parte il rischio concreto di una Terza Guerra Mondiale con la Corea del Nord, dallì’altra la volontà di perseguire una strategia geopolitica più aggressiva. Sono gli Usa a dettare il bello e il cattivo tempo quando si tratta di stabilità planetaria, per quanto Donald Trump non possa ignorare un fatto: al Cremlino c’è un certo Vladimir Putin e quando si tratta di muovere i pezzi sulla scacchiera fa onore alla tradizione di grandi campioni di provenienza russa. Ecco perché le intenzioni professate dal Segretario alla Difesa americana, James Mattis, a giugno, in una riunione dei ministri della Difesa della NATO a Bruxelles, difficilmente si materializzerà. Come riportato da una fonte diplomatica greca all’agenzia Ria Novosti, infatti, il capo del Pentagono avrebbe detto che “gli Stati Uniti vorrebbero trasferire i caccia F-35 e le armi nucleari in Europa entro il 2020”. A parte il via libera della Gran Bretagna, gli altri Paesi si sono detti d’accordo su una cosa: bisogna avvertire la Russia. E dite che Putin sarà d’accordo?



COREA DEL NORD NELLA LISTA NERA DEL TERRORE

Prima erano soltanto voci, adesso sono virgolettati del Segretario di Stato, Rex Tillerson. Il responsabile della politica estera Usa, infatti, ha annunciato il ritorno della Corea del Nord nella lista nera dei Paesi considerati finanziatori e sostenitori del terrorismo. Una mossa spregiudicata, che non mancherà di provocare degli scossoni nel già precario equilibrio con Pyongyang, ritenuta però necessaria dal Dipartimento di Stato. Le misure, adottate saranno “simili a quelle del passato”, ha detto Tillerson nel corso di un briefing alla Casa Bianca. L’obiettivo dichiarato è quello di interrompere le relazioni tra la Corea del Nord e Paesi terzi in modo “da dissuadere questi ultimi dall’intraprendere determinate attività con Pyongyang”. Washington chiede da tempo collaborazione a questi Paesi ma, ha ammesso il Segretario di Stato, “è molto difficile determinare se Pechino stia intraprendendo tutte le azioni utili ad esempio a limitare l’approvvigionamento di petrolio alla Corea del Nord”.