Ha sequestrato, schiavizzato e violentato per anni una donna davanti ai figli nati da stupri, ma dopo dieci anni è stato arrestato. Quello che però non si sapeva è che l’uomo di 52 anni era stato condannato vent’anni fa per un reato quasi identico. Nel 1995 fu condannato a cinque anni di carcere per vari reati tra cui sequestro di persona, violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni contro una donna che all’epoca aveva 23 anni. Nel 1999 era già fuori dal carcere: la pena fu ridotta per buona condotta. A svelarlo Pietro Tribuzio, capitano dei carabinieri di Lamezia Terme, al Post. E ha confermato che si tratta di Aloisio Francesco Rosario Giordano. Negli archivi di Repubblica e Corriere della Segna ci sono articoli che raccontano quella vicenda: la donna era stata anche costretta ad abortire due volte, “una a furia di calci e di botte, l’altra, dopo essere stata legata con le mani dietro la schiena, con un bisturi rudimentale e un cucchiaio”. Tutto questo a Gizzeria, lo stesso comune nel quale qualche giorno fa è stata scoperta la baracca. (agg. di Silvana Palazzo)



VIOLENTATA E SEGREGATA PER 10 ANNI IN UNA BARACCA

Oggi a Pomeriggio 5 si torna a parlare dell’ennesima storia di violenza e disagio che vede protagonista una giovane romena 29enne, tenuta segregata per 10 anni dal suo convivente in una baracca fatiscente dove si consumavano ripetute violenze. È accaduto a Lamezia Terme dove nei giorni scorsi, come riporta l’Huffingtonpost.it, i Carabinieri hanno arrestato un uomo italiano di 52 anni con le accuse di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata. Dai numerosi stupri subiti dalla vittima sarebbero nati due figli che ora hanno 9 e 3 anni. I dettagli emersi dalla vicenda drammatica sono davvero inquietanti. Pare infatti che la donna, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, abbia riportato gravi lesioni provocate anche nelle parti intime e perfino durante la gravidanza, le quali sarebbero state suturate dallo stesso suo aguzzino con una lenza da pesca. La vittima era stata badante della precedente compagna, poi deceduta, del suo aguzzino. Costretta a vivere in una vera e propria baracca senza alcun servizio igienico, la donna veniva legata al letto ed immobilizzata, obbligata a subire ripetute violenze fisiche, psicologiche e sessuali, senza possibilità di poter avere nessun contatto con il mondo esterno, tra cui le cure anche durante le due gravidanze.



LE VIOLENZE IN PRESENZA DEI FIGLI

A far scattare le indagini da parte dei carabinieri sarebbe stato un semplice controllo dei militari durante un servizio di prevenzione a carico dell’indagato, visto insieme al figlio maggiore di 9 anni a bordo di un’auto fatiscente. Il suo atteggiamento avrebbe insospettito le forze dell’ordine che avrebbero ritenuto necessario continuare con le indagini fino a scoprire dove abitava il ragazzino, insieme alla sorellina di 3 anni ed alla madre, nelle campagne di Gizzeria, senza acqua né corrente elettrica, tra topi ed insetti. Alla luce delle condizioni in cui vivevano, madre e figli sono stati condotti in una struttura privata. Molte violenze sono state subite dalla donna anche in presenza dei due minori, i quali spesso venivano minacciati affinché partecipassero alle violenze. L’uomo, dopo il fermo, è stato condotto nel carcere di Catanzaro e sarebbe a disposizione dell’autorità giudiziaria.