Noi italiani siamo sempre avanti checché ne dicano i luoghi comuni: è stato infatti introdotto il divieto ai minori di 6 anni per alcuni film, oltre a quelli già esistenti per i minori di 14 e di 18. Insomma, un florilegio di divieti, ci si domanda cosa resterà per i bambini da vedere. Ma la signora Sarah Hall, una mamma inglese, sarebbe felice di vivere in Italia, dopo la protesta che ha inoltrato alla scuola elementare frequentata dal figlio. Evidentemente impressionata dallo scandalo molestie sessuali che ormai monta di giorno in giorno in tutti gli ambienti, dal cinema alla politica alle scuole, ha chiesto ai dirigenti scolastici di vietare la lettura del classico delle favole La bella addormentata nel bosco. Il suo ragionamento presenta spunti interessanti, ma appare più come una sorta di censura preventiva che potrebbe portare a vietare ogni tipo di favola, da Cenerentola a Hansel e Gretel, perché ognuna presenta aspetti inquietanti a suo modo. Nel caso specifico la signora Hall lamenta che il fatto che uno sconosciuto baci una donna mentre dorme, cioè a sua insaputa, è pura e propria molestia sessuale.
Insomma il principino innamorato che salva la vita alla bella addormentata era una sorta di Harvey Weinstein ante litteram che si profittava di ragazze addormentate. Non è un buon esempio per i bambini piccoli, ha detto la donna, perché nessuno si pone la domanda come si possa essere sentita la addormentata dopo “tale abuso”. Ma non le aveva salvato la vita con quel bacio innocente togliendola dal crudele incantesimo? “Nella società odierna, in cui mio figlio ha solo sei anni assorbe tutto ciò che vede” spiega anche se ammette che i ragazzi più grandi possano leggerlo: “Si potrebbe conversare e discutere e affrontare il tema del consenso e della mancanza di consenso e di come la principessa abbia potuto sentirsi dopo quel bacio non richiesto”. “La recente copertura mediatica sul tema del consenso sessuale, compresa la campagna social #MeToo mi ha fatto riflettere sui messaggi nascosti che aiutano a creare una cultura in cui il consenso non è considerato importante” ha aggiunto. Ma davvero? Ciò ci preoccupa: quante scene di stupro possono esserci ne Il gatto con gli stivali di cui non ci siamo mai resi conto?