SANTA FLORA VERGINE E MARTIRE: LA STORIA

Il 24 novembre si ricorda Santa Flora di Cordova, così appellata perché le sue memorie furono scritte dalla penna di Eulogio di Cordova, che fece la sua conoscenza in prigione. Nacque in Spagna, all’inizio dell’800, quando in quei luoghi si professava con forte potenza e passione, l’islamismo. Suo padre era un credente musulmano, così come il fratello. La madre, invece, una fervida cattolica, con molto amore per Dio nel cuore. Per questo motivo, alla morte del marito, la madre di santa Flora educò la bambina al cattolicesimo, instillando in lei una fede così pura e forte che la giovinetta decise, a metà degli anni 800, di fuggire con la sorella Baldegoto, per praticare in libertà la sua fede cattolica e ricercare il martirio, che l’avrebbe resa degna del ricordo eterno come serva del Signore. Il fratello musulmano, però, violento e fortemente contrario alla fede delle sorelle, fece incarcerare alcuni chierici ed alcuni innocenti fedeli della parrocchia che frequentava santa Flora. Mossa a compassione, pur di non essere causa di dolore altrui, la ragazza tornò a casa, dove fu picchiata selvaggiamente dal fratello. Fu denunciata al giudice, per pratica della religione cattolica e restò per lunghissimi anni nascosta, come una criminale, in un piccolo paesino, dove condusse vita da segregata.



Il periodo di solitudine, di sofferenza interiore e di paura non fecero altro, però, che far aumentare ancora di più la passione per Dio nel suo cuore giovane ed ingiustamente accusato. Così santa Flora fuggì dal suo nascondiglio, per la seconda volta, alla ricerca del martirio nel nome di Dio. Durante la sua fuga trovò un temporaneo rifugio nella comunità cattolica di S.Acisclo. Fu proprio nella basilica dedicata a quel Santo che fece la conoscenza di Marta, che diventò la sua più cara amica e la sua compagna di lotta per la libertà di praticare il suo culto. Insieme, sostenute da un acceso desiderio di verità, di libertà e di rispetto di Dio, si costituirono al giudice, confessando di essere due cattoliche fedeli e praticanti. Furono immediatamente incarcerate e torturate con i peggiori mezzi a disposizione delle guardie. Le due vergini, però, non ebbero mai un solo momento di esitazione e la loro fede non crollò nemmeno sotto le più brutali percosse.



In carcere, santa Flora conobbe Eulogio di Cordova. L’uomo fu profondamente impressionato dalla forza, dalla tenacia della fede di quella giovane vergine, tanto che scrisse, ispirato da lei, il Documentum Martyriale, un testo che descrive il martirio, le sue motivazioni ed i sentimenti profondi che spingono a volerlo provare e sopportare, pur di non rinnegare il proprio Dio. Il volume nato dalla penna di Eulogio di Cordova, scritto in onore di Santa Flora di Cordova, è, tutt’oggi, uno degli scritti più importanti, toccanti e significativi del teologismo e della religione cattolica. Il 24 novembre dell’anno 851, vedendo che santa Flora e Marta non cedevano e non rinnegavano il cattolicesimo, le guardie le decapitarono senza pietà. I loro corpi furono gettati nel fiume. È commovente pensare che sono stati ritrovati, giorni dopo, perfettamente intatti: anche le bestie li avevano rispettati, anche i pesci. Le teste delle due vergini furono esposte nella basilica di S. Acisclo, dove si erano incontrate. Per racconto di Eulogio, che fu liberato dopo pochi giorni e attribuì questa grazia all’intercessione di Flora, divennero Santa Flora e Santa Marta.



PATRONA DI SANTA FIORA

Santa Flora è celebrata e molto pregata in Spagna, per le sue origini. In Italia è patrona di un piccolo paese di soli 2600 abitanti, ubicato nella zona di Grosseto, chiamato Santa Fiora. Nell’anniversario della sua morte, si dedica a Santa Flora la Messa e la si ricorda per il suo coraggioso martirio. Nel grossetano esistono alcuni monumenti importanti dedicati a Santa Flora, per esempio la Pieve delle Sante Flora e Lucilla.

I SANTI DI OGGI

Il 24 novembre, oltre a Santa Flora Vergine e Martire, si ricorda Santa Marta Vergine e Marte, la sua compagna di pellegrinaggio, prigionia e morte per martirio.