Don Julián Carrón, da 12 anni alla guida di Comunione e Liberazione, è nelle librerie con “Dov’è Dio? – La fede cristiana al tempo della grande incertezza”, opera nella quale propone una riflessione molto interessante sull’importanza della religione in un periodo storico in cui credere è diventato più difficile. Intervistato da Federico Ricci per il TG2, il prete spagnolo ha risposto con la consueta profondità alla domanda del giornalista:”Ancor prima di domandarci dov’è questo Dio, perché dovremmo cercarlo? Non si vive meglio senza?”. Questa la risposta di don Carrón:”Tante persone pensano di sì in astratto, anche l’Innominato pensava così, fin quando non provano un’esperienza. Ma se non c’è un’esperienza io capisco che per tanti possa essere tutto l’elenco di cose a cui tante volte la gente pensa quando si parla di cristianesimo, ma che sono una riduzione. Come se uno identificasse un rapporto d’amore con la lista della spesa o con le cose da fare in casa: è una caricatura”.

DOV’È DIO?

Ma è nel titolo stesso dell’ultima opera di don Carrón che si cela uno degli interrogativi maggori del cristianesimo: dov’è Dio? Si può iniziare a rispondere muovendosi da una frase dellla guida di CL divenuta celebre:”Il cristianesimo si diffonde per invidia”. “Perché uno vede qualcosa nell’altro che desidera per sé, non sa come raggiungerlo, ma gli piacerebbe che fosse anche sua. Quando vede che certe persone hanno un rapporto libero, gratuito, non-violento, un rapporto di cordialità e di tenerezza: a chi non piacerebbe essere trattato così?”, spiega Carrón.

All’intervistatore che gli domanda se è davvero sicuro di tutto ciò che ripete da anni su Dio, Carrón risponde così:”Io sono come un bambino che descrive tutto quello che vede, stupito di quello che vede. Tutto quello che vedo davanti i miei occhi è quello che mi conferma che occorre guardare il reale, per credere”.