Lucia Annibali rappresenta un esempio emblematico della violenza inflitta su una donna. Avvocato stimato, bellissima, una vita piena tra affetti ed impegni lavorativi e non solo: era la sera del 19 aprile 2013 quando, all’epoca 36enne, la vita di Lucia fu destinata a cambiare drasticamente e drammaticamente. Erano passate da 20 minuti le 21 e la Annibali rincasava nel suo appartamento a Pesaro con il sacchetto della cena in una mano e il borsone della palestra nell’altra. Una volta dentro si rese subito conto che c’era qualcosa che non andava: sedie e tavolo erano spostati. Qualcuno era in casa, ma Lucia non ebbe neppure il tempo di scappare in quanto la sostanza che le fu gettata in pieno viso le iniziò a corrodere la pelle. Nonostante la vista ormai annebbiata, la donna fece in tempo a lanciarsi contro la porta dei suoi vicini e ad urlare il nome di Luca Varani: “E’ stato Luca Varani”. Solo il giorno seguente, quando la Annibali si risvegliò in una stanza di ospedale, le comunicarono che l’uomo il cui nome era stato urlato la sera prima, era stato arrestato. Lucia e Luca si erano conosciuti nel 2009 a Pesaro. Entrambi avvocati, la loro storia iniziò quasi per gioco: la giovane di Urbino perse la testa per il collega che inizialmente si dimostrava cauto e restio a lasciarsi andare a quei sentimenti. Lucia però, era ignara del fatto che proprio Luca da dieci anni fosse legato ad un’altra donna, Ada. La verità non venne a galla neppure quando la Annibali si recò ai funerali della madre di Luca dove si accorse della presenza di Ada, la donna che però credeva essere la sua ex, tanto da non meravigliarsi della sua presenza. Solo un anno dopo Lucia scoprì la verità sentimentale di Luca e decise di vendicarsi rivelando la loro relazione ad Ada e chiudendo ogni rapporto con l’uomo. Da quel momento, proprio Varani che si era sempre dimostrato trattenuto nei suoi confronti, si trasformò nel suo peggiore stalker.
L’AGGUATO CON L’ACIDO, L’ARRESTO E LA CONDANNA
Ebbero inizio le suppliche, poi divenute minacce, fino a quanto Lucia, ancora innamorata, tornò da Luca. A portare la donna a decidere di chiudere per sempre con lui fu uno schiaffo, ricevuto dopo una scenata di gelosia di Varani. Da quel momento ha inizio la vera persecuzione, con appostamenti, cellulare e chiavi rubate. Nella sua abitazione Lucia iniziò ad avvertire qualcosa di strano, a partire dall’impianto del gas manomesso e che divenne un vero e proprio pericolo per la vita della donna. Pur aspettando un bambino dalla sua compagna storica, l’ossessione di Luca per la Annibali non si placò, tanto da pianificare un agguato con l’acido contro la sua auto. I piani però mutarono drammaticamente. Per l’agguato Varani assoldò l’albanese Altistin Prevcetaj, lo stesso che quella maledetta sera di aprile si introdusse nell’appartamento dell’avvocatessa sfregiandole il viso, e Rubin Ago. In quel momento Luca Varani si trovava a una partita di calcetto ma nonostante questo fu prontamente identificato come il mandante di quella drammatica aggressione ed arrestato. Con sentenza della Cassazione, nel maggio 2016 Luca Varani è stato condannato a 20 anni per stalking e tentato omicidio, mentre 12 furono gli anni per i due esecutori materiali dell’agguato. Il caso di Lucia Annibali ha avuto una risonanza mediatica enorme anche per via dell’impegno che la stessa avvocatessa ha assunto nel sensibilizzare l’intera opinione pubblica contro ogni forma di violenza sulle donne, sia fisica che psicologica. Nonostante abbia subito quasi 20 interventi di chirurgia plastica, Lucia non ha mai avuto paura o vergogna nel mostrare il suo viso, simbolo della violenza ma anche del coraggio e della forza, la stessa che ogni giorno cerca di trasmettere alle donne che incontra.