Nel 2017 in Italia si può essere massacrati per un cellulare del valore di alcune centinaia di euro. Questo sarebbe infatti il movente di un omicidio avvenuto a Piombino. A confessare il delitto è stato Marco Longo, guardia giurata 33enne di origine siciliana ma residente a Livorno. Ora è in stato di fermo per aver ammesso di aver ucciso Hamdi Fathel. Il 32enne di origine tunisina è stato trovato legato al letto completamente carbonizzato martedì scorso. La versione dei fatti che ha fornito Longo nell’interrogatorio di ieri è stata riscontrata dagli elementi acquisiti. La guardia giurata, come riportato da Repubblica, ha dichiarato di aver colpito Fathel con due colpi di pistola al petto mentre era ancora in piedi e uno alla testa. Quest’ultimo ha trapassato il cranio, quindi Longo ha potuto recuperare il proiettile facendolo sparire dal luogo dell’omicidio. Questa versione poteva essere conosciuta solo dall’assassino e corrisponde del resto ai risultati dell’esame Tac che il medico legale ha effettuato sul cadavere. All’origine del gesto un telefonino, di cui Hamdi Fathel si era impossessato sottraendolo a Marco Longo. Quest’ultimo, che aveva avuto un passato di tossicodipendenza da eroina, si è recato quindi a casa del nordafricano armato, perché sapeva che il tunisino era armato di coltello. Ha esploso i colpi della pistola Beretta 7.65 modificata da un silenziatore artigianale e poi ha incendiato l’abitazione. Tutto questo per recuperare un telefonino…



GUARDIA GIURATA UCCIDE E DÀ FUOCO AL LADRO DEL SUO TELEFONINO

La guardia giurata ha cercato a lungo il telefonino che il tunisino gli aveva rubato, e per il quale peraltro lo ha ucciso, poi ha deciso di dare fuoco all’appartamento, forse per non lasciare tracce che potevano ricondurre a lui. Anche per questo forse ha messo sugli occhi della vittima delle monete. Probabilmente voleva depistare le indagini. Sta di fatto che Marco Longo ha anche confessato il taglio preciso delle monete, da 20 centesimi, ma non ha invece saputo spiegare il motivo per il quale ha legato la sua vittima al letto. Come riportato da Repubblica, la guardia giurata è stata bloccata nel corso di un blitz di polizia e carabinieri mentre si trovava in un centro estetico di Venturina. Conosceva da tempo il tunisino che gli aveva rubato il telefonino: avevano litigato per la somma corrispondente al valore del cellulare. Quindi ha deciso di recuperarlo e per riuscire si è presentato armato. Non è chiaro cosa sia successo all’interno di quell’abitazione quando ha fatto al suo ingresso, l’epilogo invece è noto.

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