La speranza di una revisione del processo resta altissima in Olindo e Rosa, i due coniugi condannati all’ergastolo ed in carcere in quanto accusati di essere i responsabili della Strage di Erba. Nei giorni scorsi è stato dato l’ok agli esami sui nuovi reperti e questa è stata l’occasione per un ritorno in aula della coppia a distanza di 11 anni. Il prossimo 16 gennaio, dunque, si procederà alla nomina dei periti che saranno incaricati di esaminare i nuovi reperti recuperati dopo la strage. Come spiega Il Corriere di Como, non è dato sapere, fino alla prossima udienza, il numero esatto degli elementi che saranno sottoposti a perizia e sui quali si svolgerà l’incidente probatorio. È probabile anche che si tratti di tutti i reperti messi in luce dalla difesa di Olindo e Rosa. In tutto si tratta di una trentina di oggetti, anche se ad oggi l’attenzione sembra concentrarsi nello specifico su un accendino, due giubbotti, un cellulare, alcune formazioni pilifere trovare sul maglione di Youssef Marzouk e la tenda accanto alla quale fu rinvenuta senza vita Valeria Cherubini. Non è ancora noto chi si occuperà di eseguire le analisi ma non si esclude che potrebbero essere proprio gli uomini del Ris. La decisione, tuttavia, arriverà solo il prossimo 16 gennaio da parte del presidente della Corte d’Appello di Brescia Enrico Fiaschetti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CASO A QUARTO GRADO-LA DOMENICA
Olindo Romano e Rosa Bazzi, da qualche giorno a questa parte hanno una speranza da coltivare in carcere. Quelli che secondo la giustizia altro non sono che gli esecutori di quella che è passata alla storia come la strage di Erba, quella in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni e mezzo Youssef, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini, con l’ammissione dell’incidente probatorio sui reperti mai analizzati – o solo in parte – possono iniziare a sperare nella revisione del processo che li ha condannati all’ergastolo. Se ne parlerà anche questa sera a Quarto Grado – La domenica, il programma di Gianluigi Nuzzi in onda su Rete Quattro che dedica l’appuntamento in prima serata ai coniugi Romano, all’indomani della decisione della prima sezione della Corte d’Appello bresciana. Ma quali sono i reperti che finiranno sotto l’esame di un perito, che con ogni probabilità sarà il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma? Come riferisce Il Giorno, si tratta di “formazioni pilifere sulla felpa del piccolo Youssef, i margini ungueali e i polpastrelli del bambino, le unghie e i giubbotti delle tre donne, un mazzo di chiavi nell’alloggio di Raffaella, un accendino sul pianerottolo”. Ma c’è di più: c’è una tenda, la maggiore speranza di Olindo e Rosa.
STRAGE DI ERBA, OLINDO E ROSA: LA TENDA SEGNA UNA SVOLTA?
La tenda che potrebbe scagionare Olindo Romano e Rosa Bazzi è quella di casa Frigerio, accanto alla quale venne ritrovato il corpo di una delle vittime di quel tragico 11 dicembre 2006, Valeria Cherubini. Nella confessione, poi negata e ritrattata, Olindo Romano non disse di aver inseguito la moglie di Mario Frigerio finendola nella mansarda della donna. Eppure sulla tenda è presente una lacerazione netta provocata da una coltellata, oltre che una macchia di sangue. Valentino Vasino, consulente medico legale della difesa, come riporta Il Giorno, ricorda che “nessuno vede Olindo e Rosa scendere le due rampe di scale. Gli assassini hanno trovato una via di fuga diversa. Non dimentichiamo la macchia di sangue sul terrazzino di Raffaella, che speriamo possa essere analizzata. Valeria Cherubini viene colpita poco oltre l’ingresso di casa Castagna. Fugge lungo le scale lasciando sul muro due impronte delle mani insanguinate. È inseguita. Entra in casa e lì riceve le ultime ferite. Nella tenda c’è un taglio netto. La tenda, mai esaminata, è un punto fondamentale per confermare che Olindo e Rosa non sono mai saliti in casa della Cherubini”. I coniugi Romano vorrebbero che l’esame della tenda venisse eseguito con la tecnica della Bpa (Blood Pattern Analysis), capace di studiare il taglio e capire se il sangue è stato impresso per sfregamento oppure per getto diretto dalle ferite.