A Como, in un centro a favore dei migranti, hanno fatto irruzione un gruppo di Skinhead di stampo neofascista interrompendo la rassegna nel bel mezzo dello svolgimento. Gli appartenenti all’estrema destra hanno letto un breve comunicato in cui esprimevano tutto il loro dissenso per un sistema ‘turbocapitalistico’ che ha portato l’Italia in condizioni difficili. In particolare gli skinhead hanno urlato a gran voce il loro slogan intitolato ‘Stop all’invasione’, sottolineando di ‘non avere alcun rispetto per i migranti.’ Il personale di ‘Rete Como Senza Frontiere’ ha deciso di non rispondere all’irruzione del gruppo di estrema destra ma ha aspettato in modo sereno l’evolversi degli eventi. I partecipanti al blitz, dopo aver letto il loro comunicato, hanno imbrattato le locandine del centro pro migranti e poi si sono allontanati in tutta fretta. Successivamente alla loro irruzione si è scoperto che queste persone erano affiliate all’estrema destra di Vicenza e sono stati accusati di violenza privata per la loro azione politica. Il gesto ha ovviamente lasciato un lungo strascico di polemiche e recriminazioni.
‘FATTO GRAVISSIMO’
Tra i primi a commentare il fattaccio avvenuto a Como c’è stato il centro d’assistenza in favore dei migranti chiamato ‘La prossima Como’ che ha detto sulle pagine di Corriere.it: ‘ L’irruzione degli skinhead avvenuta a ‘Rete Como Senza Frontiere’ è un fatto gravissimo e che merita tutta l’attenzione possibile. Oltre a questo bisogna anche tenere presente l’enorme crescita che ha avuto l’estrema destra nel Nord Italia. E’ un dato allarmante.’ La rezione, però, sarà assolutamente non violenta: ‘Ovviamente non risponderemo alla violenza con la violenza, la nostra risposta sarà pacifica. Continueremo ad intendificare i nostri sforzi nei confronti dei migranti.’ La situazione è delicata e non sempre è possibile tentare di riappacificare una situazione che a poco a poco ci sta sfuggendo di mano, giorno dopo giorno. E’ chiaro, però, che con i metodi intimidatori e violenti la destra non riuscirà mai a far sentire la sua voce senza incorrere in scivoloni come questo: alla base del dibattito, anche aspro, ci deve essere sempre il dialogo e mai l’azione di forza fine a se stessa.