Di video “commoventi” il web ne è pieno, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto: i social hanno portato nella nostra società un grado di “buonismo” mediatico a volte stucchevole, e tra gattini, cagnolini, cagnolini che sembrano topolini, ma anche amorini, piccolini… Insomma, un sacco di “..ini” che finiscono per sollucherare per qualche minuto le nostre coscienze e farci passare sopra fino al prossimo video, sentendoci appunto con la coscienza “pulita”. Bene, qui però ci fermiamo un attimo su Daisy: la piccola inglese in una trasmissione inglese di Channel 4 ha parlato del forte dolore che sta provando di fronte ai suoi genitori che si stanno separando, anzi, che sono proprio divorziati. Poche parole – ha ancora 5 anni! – un sorriso malinconico stampato in faccia e una speranza, che non riesce a far trattenere le lacrime, ma che riveste la sua piccola eppure già dolorosa storia. «La mia mamma e il mio papà si sono lasciati, ma sono ancora amici», spiega la piccola Daisy guardando nella telecamere davanti a sé; «a volte pensano addirittura che un giorno potrebbero tornare insieme e io spero tanto che accada».
“MAMMA E PAPÀ SI LASCIANO”
Lacrime finale e un dolore che per lei e il suo piccolo mondo oggi è enorme. Bene, ora abbiamo due strade: la prima, molto battuta ed estremamente “facile”. Possiamo commuoverci, dire che Daisy è molto carina, che ci dispiace per lei; che il divorzio è bruttissimo (poi però ci sposiamo spesso a caso, ndr); che la legge non fa nulla per tutelare queste piccole vite indifese; che la Chiesa predica bene ma poi dov’è quando succedono queste piccole tragedie della famiglia; che Dio non c’è e manca proprio nel momento del bisogno. Poi, tra un fazzoletto e un like a qualche commento “sensibile” sotto il video, ci giriamo e continuano a guardare la timeline dei social per cercare la nostra prossima distrazione per tornare a vivere felici, contenti (e distratti). Oppure c’è un’altra strada, che include completamente la prima ma che si differenzia da un piccolissimo dettaglio: possiamo seriamente prendere sul serio la piccola Daisy e pensare per la nostra vita – non per la sua, ma proprio per la nostra vita – cosa permette (e se è permesso in noi) una fiducia e una speranza come quella che traspare negli occhi di quella ragazzina. Perché a Daisy il dolore di mamma e papà che divorziano rimarrà sempre, ma la vita dentro a quel dolore sembra quasi che la stia già accompagnando: non sappiamo come né perché, ma avviene e si vede dal suo sguardo e dalla sua infantile ma forte “preghiera”. E noi? Cosa può farci compagnia nei nostri singoli dolori quotidiani fino a questo punto?