E’ caos politico attorno alla norma che prevede l’istituzione, tramite l’approvazione della manovra finanziaria in Parlamento, del Bonus Bebé che dovrebbe essere corrisposto fino al compimento del terzo anno del nuovo arrivato in famiglia. Il condizionale è d’obbligo, visto che non c’è chiarezza sulla norma e che sembra che il Bonus, dopo l’ultima revisione della norma, possa essere corrisposto solamente fino al compimento del primo anno di età del neonato. Molte voci si sono levate contro la mancanza di chiarezza in merito da parte del Governo, a partire da Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che ha parlato attraverso Simona Vicari: “Per Ap il bonus bebé vale per i primi tre anni di vita del bambino, così come previsto dalla legge che l’ha istituita. L’accordo politico strategico sulla famiglia raggiunto in commissione era fondamentale per Alleanza Popolare e per noi rappresenta la più importante condizione per votare questa manovra.”
LA REPLICA DEL PARTITO DEMOCRATICO
Questo potrebbe mettere davvero a rischio la stabilità del Governo? Secondo gli esponenti del Partito Democratico no. Giorgio Santini, capogruppo del PD in Commissione Bilancio al Senato, ritene che la norma sul Bonus Bebé sia rimasta chiarissima: “La norma è chiarissima, il bonus è triennale fino ai tre anni di vita del bambino.” Luciano Pizzetti, sottosegretario ai rapporti con il Parlamento sempre in area Partito Democratico, sottolinea: “Interpretazione fuorviante della norma da parte di Alternativa Popolare: il bonus bebè è misura strutturale, così come definita nella legge di bilancio in fase di approvazione a Palazzo Madama, e trova le coperture per il 2018 e per gli anni seguenti nel bilancio dello Stato così come risulta dall’emendamento approvato in commissione Bilancio che sarà assorbito dal maxi emendamento del governo nel pieno rispetto dei lavori e delle intese parlamentari.” Dunque il bonus di fatto sarà corrisposto per tre anni, ma l’importo sarà interamente coperto solo per il primo anno del bambino.