In questi giorni uno dei sacerdoti più conosciuti e amati della Diocesi di Amalfi è divenuto il nuovo vescovo di Sulmona e salutando i suoi ex parrocchiani ha richiamato la protezione di Sant’Andrea, protettore di Amalfi e Apostolo del Signore di cui oggi si festeggia il Santo del Giorno. «Il Signore ha usato misericordia verso di me. Con grande trepidazione e timore ho accettato la nomina che il 21 novembre, memoria della presentazione della Beata Vergine Maria, mi è stata inviata da Papa Francesco, consapevole della responsabilità che mi attende», scrive nella lettera inviata alla diocesi Don Michele Fusco. «Mi sostiene, nell’accogliere questo servizio l’aiuto della Santissima Trinità, della Vergine Maria incoronata Regina di Positano e l’intercessione dei nostri Santi protettori, in particolare Sant’Andrea Apostolo. Mi affido all’aiuto dello Spirito Santo più che alle mie capacità, come ho potuto sperimentare nel mio cammino di fede», prosegue il nuovo vescovo di Sulmona, affidandosi completamente alla paternità dello Spirito e al sostegno nella preghiera in Sant’Andrea. «Il Signore già altre volte mi ha stupito con proposte nuove e sorprendenti che mai mi sarei aspettato, ancora una volta mi sono trovato a dirgli il mio Eccomi, disposto a giocarmi la vita per Lui a dare la mia piena disponibilità alla Sua volontà, a lasciare la mia terra, per mettermi in cammino come Abramo, come l’Apostolo Andrea e gli altri undici, per seguire con totalità la Sua chiamata ed essere discepolo del suo Amore». (agg. di Niccolò Magnani)



IL RAPPORTO CON LA CHIESA ORTODOSSA

Il rapporto tra il Santo fratello del primo Papa della storia e la Chiesa Ortodossa è uno dei punti di maggiore interesse nella storiografia ecclesiastica: Sant’Andrea, di cui oggi si festeggia in tutta la cristianità l’onomastico di tutti i “discendenti” del primo discepolo di Cristo, dopo il martirio per crocifissione ebbe le sue spoglie spostate da Patrasso a Costantinopoli. Sofronio Eusebio Girolamo scrisse che le reliquie di Andrea vennero portate da Patrasso a Costantinopoli per ordine dell’imperatore romano Costanzo II nel 357. Qui rimasero sino al 1208 quando le reliquie vennero portate ad Amalfi, in Italia, dal cardinale Pietro Capuano, mentre poi nel XV secolo furono addirittura portate a Roma in San Pietro. Dopo secoli però, Papa Paolo VI come gesto di apertura dei rapporti e ritorno ad una fratellanza sincera, decide nel 1964 di  consegnare un dito e parte della testa alla chiesa di Patrasso. Il Duomo di Amalfi, dedicato appunto a sant’Andrea contiene invece ancora una tomba nella sua cripta che continua alcune altre reliquie dell’apostolo. (agg. di Niccolò Magnani)



LA CHIAMATA E L’ABBANDONO

La scena narrata nel Vangelo di Matteo della chiamata di Gesù ai due fratelli figli Andrea e Pietro è simile a quella poco dopo avvenuta di Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo. L’evangelista li mette insieme per fare capire il valore e l’importanza della chiamata divina, della vocazione alla testimonianza con il conseguente abbandono della vita per come era stata concepita fino a quel momento. «In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.  Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono». Non significa per forza che vi debba essere l’abbandono fisico del padre e di tutta la vita precedente, ma il racconto della chiamata di Gesù fa intendere bene cosa significa prendere la propria strada e iniziare a camminare verso la salvezza del proprio destino: un cambiamento radicale, una conversione che fa rilucere anche tutta la faticosa ma decisiva vita “precedente” l’incontro con Cristo. (agg. di Niccolò Magnani)



“ABBIAMO TROVATO IL MESSIA”

“Pescatore di uomini”: Sant’Andrea e San Pietro sono i primi ad imbattersi nell’eccezionalità del Maestro, vengono richiamati da Gesù a seguirlo, ad abbandonare tutto per poter divenire testimoni e discepoli del Figlio di Dio. Loro non capiscono ancora bene ma lo seguono, attratti e affascinati da Uno che ti guardava come nessuno mai aveva fatto. «Abbiamo trovato il Messia»: lo dice Sant’Andrea, discepolo prima di Giovanni Battista e poi inviato e allo stesso tempo “rapito” dall’eccezionalità del Cristo. La fede è tutta lì: credere per San’Andrea e per i primi che si sono imbattuti in Gesù è proprio incontrare Lui, incontrare un fatto, un uomo in carne ed ossa. «In questo modo l’evangelista ci consegna una missione: come sant’Andrea (che secondo la tradizione avrebbe poi evangelizzato l’Asia minore minore) siamo chiamati a cercare il Signore e far sì che tutti i nostri fratelli lo incontrino», scrive il Santo del Giorno di oggi sull’Avvenire. E dunque, auguri a tutti gli Andrea del mondo, con la speranza che Lui oggi possa prenderci, esattamente come ha fatto con quell’Andrea e con milioni e miliardi di altri persone nel corso della Storia. (agg. di Niccolò Magnani)

LA VITA DI SANT’ANDREA

Giovedì 30 novembre 2017 è il giorno dedicato alla commemorazione di Sant’Andrea, uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. Nato il 6 a.C. a Betsaida, antica cittadina che si trovava nella Terra di Israele, della sua vita non ci rimangono numerose informazioni. Era figlio di Giovanni o Giona e fratello dell’altro apostolo Pietro, col quale lavorava come pescatore. I vari testi ci raccontano che Gesù lo aveva scelto come discepolo per diventare pescatore di uomini. Secondo i vangeli, Andrea è stato accanto al Cristo in diverse occasioni molto rilevanti, anche se la sua figura non viene considerata di primo piano. Si dice che fosse stato anche discepolo di Giovanni Battista e che avesse fatto conoscere Gesù al fratello. Nel corso della sua esistenza, ha intrapreso numerosi viaggi in Asia Minore e lungo il Mar Nero, oltre a essere vissuto per circa un ventennio in una caverna dell’attuale Romania. Si tramanda anche che abbia fondato la sede vescovile di Costantinopoli. Fu crocifisso a Patrasso, nell’attuale Grecia, il 30 novembre del 60 d.C, anche se alcuni testi riferiscono che fu soltanto legato su una croce latina. Quest’ultima era a forma di X e ancora oggi a lui viene intitolata come la Croce di Sant’Andrea. I suoi scritti, conosciuti come Atti di Andrea, furono tramandati nei secoli. La loro prima edizione risale al III secolo e la serie fu riordinata e pubblicata soltanto nell’Ottocento da Konstantin von Tischendorf.

IL CULTO

La figura dell’apostolo Sant’Andrea viene venerata in tutte le Chiese d’Occidente e d’Oriente e il suo culto si è diffuso a livello globale, rendendo questo Santo tra i più amati. Dopo la morte, le sue reliquie furono condotte a Costantinopoli nel IV secolo, prima di essere traslate circa ottocento anni dopo ad Amalfi. La sua testa fu poi portata a Roma, presso la Basilica di San Pietro. Quindi, una parte della stessa fu consegnata a Patrasso insieme a un dito di Andrea. A Sarzana, in provincia di La Spezia, fu costruita la chiesa di Sant’Andrea, così come ad Amalfi (SA) fu a lui intitolata la cattedrale. Varie reliquie vere e presunte del martire sono diffuse in diversi luoghi sacri disseminati lungo tutta l’Europa. Oggi è patrono di numerose città della Romania, della Germania, della Russia, della Grecia, della Scozia e dell’Ucraina. Inoltre, è il protettore di almeno un centinaio di località italiane.

ALTRI SANTI

Giovedì 30 novembre 2017 è dedicato alla venerazione anche di altri Santi illustri. Tra questi, menzioniamo l’eremita San Galgano Guidotti, il sacerdote e martire San Giuseppe Marchand, la martire Santa Maura di Costantinopoli, il vescovo San Mirocle, il sacerdote San Taddeo e il monaco Sant’Everardo di Stahleck.