La morte di David Rossi è stata etichettata troppo presto come suicidio? Molti aspetti non sono chiari: dalla caduta del responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena all’orologio, passando per l’ombra dei festini hard. La procura di Genova intanto ha aperto due indagini, una per diffamazione e l’altra per abuso d’ufficio, disponendo il sequestro di tutti i filmati originali, dei quattro servizi finora trasmessi e fuori onda registrati dal programma di Italia 1. Le Iene hanno comunicato che consegneranno tutto il materiale, fatta eccezione per alcune interviste rilasciate da persone che hanno chiesto garanzia del proprio anonimato e per cui vige il segreto professionale. Intanto la procura di Siena ha diffuso un comunicato per sciogliere ogni dubbio sulla morte di David Rossi, ma qualcosa continua a non tornare alla famiglia, a partire dalla figlia Carolina Orlandi. Quest’ultima nel servizio di ieri de Le Iene ha risposto punto su punto alle questioni affrontate dalla procura. Innanzitutto parte dal mancato sequestro e analisi dei vestiti di David, perché potevano avere delle tracce: «La Procura dice che all’inizio, i vestiti, non è stato necessario metterli sotto sequestro perché si pensava tutti “si è buttato dalla finestra” ma un magistrato non può dire a priori “si è buttato di sotto”, non lo può fare. Le indagini si fanno apposta».



La figlia di David Rossi ha perplessità anche sulla questione delle lesioni al volto e alla parte anteriore del corpo, che per la procura potrebbe essersi fatto sul davanzale per un tentativo di ripensamento. «Loro dicono che non c’è la prova che siano state terze persone che hanno provocato la morte di David ma queste tracce di queste terze persone non sono state mai cercate», ha raccontato a Le Iene. Non quadra nemmeno la distruzione dei fazzoletti sporchi di sangue ritrovati nell’ufficio di David Rossi, prima che la famiglia potesse fare opposizione. Quel sangue poteva essere, ad esempio, di qualcun altro. Non è giustificabile neppure il segno dell’orologio, così come non si spiega la mancata richiesta dei tabulati telefonici degli apparecchi cellulari transitati dentro e vicino alla Banca. Infine, l’omessa audizione di Lorenza Pieraccini, ex segretaria dei due amministratori delegati di Mps, Giuseppe Mussari e Fabrizio Viola. «La Pieraccini doveva essere forse una delle prime da sentire, dopo aver scoperto quelle mail», conclude la figlia di David Rossi, a cui restano più dubbi che risposte. (agg. di Silvana Palazzo)



LA MAIL IGNORATA: “STASERA MI SUICIDO, SUL SERIO”

E’ andato in onda il servizio di Le Iene Show che ha ricostruito quanto sia complesso il quadro riguardante la morte e il presunto suicidio di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. In un comunicato la Procura di Siena ammette che nell’indagine ci sono state delle omissioni che, dando per scontata l’ipotesi del suicidio, non hanno permesso di rilevare prove che avrebbero potuto dare una svolta alle indagini: non sono stati sequestrati i vestiti di David Rossi al momento della caduta, non è stata rilevata la natura delle ferite facciali, incompatibili con la caduta stessa, né i segni lasciati dall’orologio. Tutte accuse contestate dalla figliastra di David Rossi, Antonella Orlandi, che non si è mai arresa riguardo le omissioni sulla morte del padre. In più, viene contestato il fatto che una dipendente dell’allora amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, Fabrizio Viola, abbia visto la mail in cui prima di morire Rossi aveva avvertito: “Stasera mi suicido, sul serio”. Secondo la Pieraccini Viola aveva visto la mail, che peraltro risultava aperta sul suo computer, ma nessuno se n’era preoccupato. Ed anzi, la Procura ritiene la testimonianza della Pieraccini non influente sul quadro probatorio. (agg. di Fabio Belli)



SPUNTA UN NUOVO TESTIMONE

Il giallo attorno alla morte di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, continua a ruotare attorno a tutta una serie di elementi mai chiariti. Negli ultimi tempi, grazie anche all’enorme eco mediatica derivata dalla trasmissione di Italia 1, Le Iene, si sono riaccesi i riflettori su quella morte misteriosa, secondo la procura bollata come suicidio, circostanza questa alla quale la sua famiglia, a partire dalla compagna Antonella Tognazzi, non ha mai voluto credere. Era la sera del 6 marzo 2013 quando David precipitava rovinosamente dalla finestra del suo ufficio. A distanza di oltre 4 anni, però restano ancora molti dubbi sulle modalità e sui motivi reali che avrebbero spinto Rossi a compiere quel gesto estremo. In questo clima di ricerca della verità, mentre spuntano testimoni mai ascoltati e possibili ipotesi che potrebbero portare alla riapertura del caso, l’avvocato Luca Goracci, il legale che segue la famiglia della vittima, riporta al quotidiano Repubblica.it un ulteriore episodio che contribuisce ad arricchire ancora di più il giallo. Era il febbraio 2016, tre mesi dopo la riapertura del caso sulla morte di David Rossi, quando l’avvocato riceve la telefonata di un signore che gli dice di volergli parlare del caso. Un mese più tardi finalmente si incontrano. L’uomo in questione, molto riservato, ha circa 40 anni, una personalità distinta, racconta di essere un imprenditore che operava nel mantovano e soprattutto di conoscere Rossi. Il testimone, ricomparso in occasione della riapertura del caso, avrebbe un segreto: “Mi dice di aver fissato un incontro con David alle ore 18 del 6 marzo 2013, giorno della sua morte. Però di essere arrivato in ritardo di quasi due ore”, racconta l’avvocato Goracci. Al suo arrivo però, David è già sotto la sua finestra, precipitato.

IL RETROSCENA SU UN MANCATO INCONTRO LA SERA DELLA MORTE

Secondo il testimone, al suo arrivo avrebbe visto il corpo di David Rossi nel vicolo. Proprio mentre avrebbe tentato di avvicinarsi, però, sarebbe stato aggredito alle spalle da tre o quattro persone. “Dopo una breve lotta si divincola e scappa, mentre sente esplodere un colpo d’arma da fuoco”, racconta ancora Goracci. Ma qual era il motivo del loro incontro mancato? Secondo il testimone avrebbe avuto a che fare con conti correnti aperti dalla Mps con l’intervento di alcuni dirigenti, per finanziamenti necessari alla sua attività imprenditoriale. Secondo il suo interlocutore, con Rossi erano soliti incontrarsi settimanalmente a Mantova. A quel punto emerge un altro particolare poco chiaro: “verso la fine del 2012, lui si sarebbe recato con Rossi a Roma per incontrarsi con una persona che avrebbe consegnato loro una valigetta, e poi David si sarebbe fatto accompagnare all’Ospedale di Siena con quella valigetta”. Solo dopo l’incontro col testimone il legale apprende dal fratello di David che un giorno del 2012 realmente Rossi si era recato in ospedale con una valigetta, mentre era ricoverato il padre. Sempre il testimone ignoto avrebbe rivelato una strana storia di denaro in nero proveniente dalle fatture di operazioni immobiliari a Mantova. Lo stesso Goracci definisce tali confessioni assurde, ma quella fu anche l’ultima volta che lo vide.