Continua a far discutere il caso della 17enne stuprata a Bologna, attaccata dal parroco don Lorenzo Guidotti su Facebook. La madre della ragazzina ha spiegato di essere rimasta delusa da quel commento: “Lo andrò ad incontrare e gli dirò qual è la mia idea di un comportamento cristiano, molto diverso dalla sua. Mia figlia è stata vittima e va difesa, non solo da un prete. La colpa è di chi stupra, non di chi ne è vittima”. In un attimo di grande difficoltà sua figli ha subito una violenza, per questo la donna ha lanciato un appello attraverso l’agenzia di stampa: “A questo oltraggio si è aggiunto il commento di un branco di sciacalli. Alla gente, alla stampa, chiediamo: fermatevi. Abbiamo letto sulla nostra tragedia tante inesattezze e tanti giudizi trancianti che ci feriscono, quando nessuno, tranne noi, sa che cos’è successo”. Intanto don Guidotti non è più su Facebook: il profilo del sacerdote bolognese non è più accessibile. Questa scelta è stata concordata con la curia bolognese? (agg. di Silvana Palazzo)



IL COMMENTO DI SALVINI

Continua a fare discutere il caso della 17enne struprata a Bologna e del commento del parroco Don Lorenzo Guidotti, in cui ha accusato la ragazza di essersela cercata. Tante le condanne dal mondo politico e non, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha preso posizione: “La mia totale solidarietà alla ragazza aggredita, la violenza non è MAI giustificabile, per il verme galera e castrazione chimica”. Continua il segretario del Carroccio, parlando delle dichiarazioni del parroco sulla vicenda: Ma quando il parroco (che si è peraltro scusato) invita a stare sempre attenti a quello che si fa e a chi si frequenta, non posso dargli torto”. Una parziale scusante, dunque, nei confronti dell’uscita di Don Guidotti, analizzando anche la situazione che imperversa a Bologna: “Piazza Verdi a Bologna, fra droga, violenza e clandestini, purtroppo è fuori controllo”. (Agg. Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DELL’ARCIDIOCESI DI BOLOGNA

Pubblichiamo di seguito la dichiarazione ufficiale della Arcidiocesi di Bologna in merito alla vicenda sulle parole di Don Lorenzo Guidotti.

Quanto si legge nelle pagine facebook del sacerdote diocesano don Lorenzo Guidotti a proposito della violenza subita da una ragazza nei giorni scorsi nella nostra città e riferita dalla stampa quotidiana, corrisponde ad opinioni sue personali, che non riflettono in alcun modo il pensiero e la valutazione della Chiesa, che condanna ogni tipo di violenza.

LO STUPRO E LE ACCUSE DEL PARROCO DI BOLOGNA

Se Don Lorenzo Guidotti voleva trovare un modo per passare di colpo nel tritacarne social degli attacchi su praticamente ogni tema “caldo” di questi tempi, beh dopo questo post che troverete in parte qui sotto.. ci è riuscito. Un fattaccio come una violenza sessuale subita e denunciata da una 17enne a Bologna ha scatenato il commento del parroco di San Domenico Savio, quartiere San Donato della città emiliana. Un prete un po’ fuori le righe e con toni molto forti sui social ha l’abitudine di commentare quanto succede nella sua città e provare a dare un giudizio personale «cercando di ristabilire quella verità di cui generalmente si fa scempio», spiega sempre Don Lorenzo nel secondo post di “difesa” scritto poco dopo. L’antefatto è semplice: una ragazza di 17 anni ha denunciato lo scorso 3 novembre di essere stata stuprata in una vagone della stazione dopo che aveva passato una serata in cui aveva perso i sensi in seguito ad una pesante ubriacatura. Oggi però il sito di Radio Città del Capo riporta per intero lo screenshot del post del parroco (la pagina Facebook infatti non è aperta a tutti) scritto la sera del 6 novembre. «Tesoro mi dispiace ma 1) frequenti piazza Verdi (che è diventato il buco del cu… di Bologna, e a tal proposito Merola sempre sia lodato!) 2) Ti ubriachi da far schifo! Ma perché? 3) E dopo la cavolata di ubriacarti con chi ti allontani? Con un magrebino? Notoriamente, soprattutto in piazza Verdi, veri gentleman, tutti liberi professionisti, insegnanti, gente di cultura, per bene. Adesso capisci che oltre agli alcolici ti eri già bevuta tutta la tirata ideologica sull’accogliamoli tutti?». Nel giro di qualche riga si è già “conquistato” qualche record: contro migranti, contro la giunta comunale, contro l’accoglienza e soprattutto direttamente contro la scelta fatta da quella ragazza. La giovane dopo la nottata di sballo si è svegliata semi-nuda e senza più la borsa, il che ha scatenato il commento molto duro del Don.



“CROCIATA” E AUTODIFESA DEL PARROCO

«Tesoro a questo punto svegliarti semi-nuda è il minimo che ti possa accadere, mi dispiace ma, se nuoti nella vasca dei pirana non puoi lamentarti se quando esci ti manca un arto, cioè a me sembra di sognare! Ma dovrei provare pietà? No!»: il post è ancora molto duro con il sacerdote che conclude rivolgendo un appello a tutti i giovani come quella 17enne, «A voi giovani, ragazzi e ragazze: ma non lo vedete che vi fanno il lavaggio del cervello?!? Ve lo state facendo mettere in quel posto e dite pure grazie!», colorito potremmo definire eufemisticamente. Probabilmente resosi conto dei toni usati non propriamente “curiali”, Don Lorenzo scrive un secondo post in cui prova a spiegarsi meglio mentre intanto le sue parole sono divenute di dominio nazionale. «Il mio non è un attacco alla ragazza, ci mancherebbe, ma un tentativo di far pensare gli altri ragazzi e i loro genitori… e, magari, anche chi amministra la cosa pubblica. Chissà forse proprio grazie alle parole forti e a questo articolo, il messaggio arriva a chi altrimenti non avrei mai raggiunto. Vogliamo aspettare la seconda vittima, la terza, la quarta, ecc? io no!», si spiega Don Guidotti. Ormai però è divenuto in pieno il “caso social” del giorno, con valanghe di insulti e critiche piovute sulla parrocchia a San Donato. Il suo è un attacco contro la cultura dello sballo, e su questo ha tutta la nostra approvazione, il problema è come sempre la modalità e i toni utilizzati, oltre forse al contesto non propriamente “adatto”: «sapevo benissimo di usare parole forti… e ho cambiato il titolo più volte per attenuare i toni e immaginarmi di fare il commento all’articolo avendo davanti questa ragazza o immaginando che fosse della mia parrocchia (potrebbe esserlo). Di giovani come lei ne abbiamo tanti, soprattutto in questo quartiere. Non se ne può più di chi favorisce la (sub) cultura dello sballo, dell’alcool, della droga».

 

Pubblichiamo di seguito le dichiarazioni spontanee rese dal parroco Don Lorenzo Guidotti e contenute della nota prodotta dall’Arcidiocesi di Bologna.

In merito a quanto postato dal sottoscritto sulla pagina personale di FB, commentando un articolo di cronaca cittadina che riportava l’ennesimo caso di stupro, dichiaro in piena libertà quanto segue: “Non provo pietà”? Certo che provo pietà per questa ragazza come per tutte le altre vittime di violenza a cui assistiamo ogni giorno sfogliando i giornali. Non posso che dolermi con me stesso per i termini usati nel commentare e per le affermazioni che riesco a capire possano essere intese come un atto di accusa alla vittima. Io stesso leggendo oggi quel post ravviso questo. Ovviamente non era questo l’obiettivo del mio attacco, il mio obiettivo non era accusare la ragazza ma la cultura dello sballo. Che vi siano in particolare zone in cui tutto pare permesso. Ci sono riuscito? No! Certo che provo pietà per questa ragazza. Già all’origine ho più volte corretto il lungo post perché non volevo sembrasse quello che invece appare. Nel farlo pensavo: “questa ragazzina potrebbe essere una delle mie ragazze della Parrocchia, non sai chi sia”. Pensavo al suo dramma e a quello della sua famiglia! Io col mio intervento ho sbagliato, i termini, i modi, le correzioni. Non posso perciò che chiedere scusa a lei e ai suoi genitori se le mie parole imprudenti possono aver aggiunto dolore, come invece accadrà leggendole. Chiedo però a tutti, capaci magari di miglior linguaggio e possibilità (autorità, giornalisti, insegnanti, genitori) di aiutare a smantellare questa cultura dello sballo in cui i nostri ragazzi vivono. Altrimenti domani dovremo provare pietà per un’altra vittima e poi un’altra. Fino a quando? Fino a quando saremo in grado di dire “Basta!” E’ necessario fornire un’alternativa, don Lorenzo Guidotti