“La Santa Sede non coopera con una pratica che danneggia chiaramente la salute delle persone”: così ha affermato ill direttore della sala stampa del Vaticano Greg Burke, annunciando la decisione che a partire dal prossimo anno nel piccolo stato sarà vietata ai dipendenti, ai religiosi e ai diplomatici la vendita delle sigarette. Decisione drastica che, ha detto Burke, è stata presa direttamente dal papa: “La Santa Sede non può cooperare con un esercizio che danneggia chiaramente la salute delle persone. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno il fumo è la causa di più di sette milioni di morti in tutto il mondo. Le sigarette, vendute ai dipendenti e pensionati del Vaticano a un prezzo scontato, erano fonte di reddito per la Santa Sede. Tuttavia, nessun profitto può essere legittimo se mette a rischio la vita delle persone” ha spiegato Burke.
Non è chiaro però da come è stata riportata la notizia dai vari media, se le sigarette potranno essere portate in Vaticano da fuori, se cioè è stata vietata solo la vendita o anche il fumo. Lo Stato del Vaticano diventa così il terzo paese al mondo, dopo il Buthan e il Turkmenistan, ad aver bandito la vendita di sigarette. Il piccolo paese al confine con Cina e India ha anche vietato il fumo, non solo la vendita, mentre in Turkmenistan è ancora possibile fumare nei luoghi privati. Nel resto del mondo invece il fumo è ormai bandito da anni, Italia compresa, in tutti i luoghi pubblici come bar e ristoranti, cinema e teatri, e soprattutto luoghi di lavoro mentre in California il fumo è vietato in qualunque spazio chiuso. Il primo paese al mondo a vietare il fumo nei locali pubblici è stata, nel 2004, l’Irlanda.