“E’ morto, l’hanno ammazzato”: è questo il timore di parenti ed amici di Andrea La Rosa, scomparso misteriosamente da due settimane. Non possono fare altre che pensare al peggio proprio alla luce del carattere del 35enne, le cui tracce si fermano lo scorso 16 novembre. Il settimanale Giallo ha raccolto le testimonianze dei familiari dell’ex calciatore: “Non si è allontanato volontariamente. Non l’avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai lasciato la sua mamma da sola. Aveva una vita perfetta e serena, senza ombre”. Ma allora cosa è capitato davvero ad Andrea? I dubbi si accavallano con il passare dei giorni e gli inquirenti, sin da subito hanno preso sul serio la vicenda indagando a pieno ritmo e lavorando nel massimo riserbo, a testimonianza di come il giallo sia probabilmente più preoccupante del previsto. Presso la stazione dei Carabinieri di Monza sarebbero già state sentite diverse persone legate in qualche modo ad Andrea, le quali avrebbero contribuito a fornire elementi utili alle indagini. L’unica certezza che ad oggi trapela sarebbe la vita limpida dell’uomo, nome noto nell’ambito calcistico locale. Anche la sua azienda non aveva né debiti né particolari problemi, dunque ci si domanda cosa lo avrebbe spinto a far perdere le sue tracce il 16 novembre scorso. Da qui la sensazione macabra che gli sia potuto capitare davvero qualcosa di brutto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

L’AMICO ALLENATORE: “LA SITUAZIONE È GRAVE”

È completamente scomparso nel nulla Andrea La Rosa e ogni giorno che passa a aumentare la sensazione a familiari e inquirenti che possa essergli successo davvero qualcosa di grave: ex calciatore di Serie C, attuale Direttore Sportivo del Brugherio Calcio 1968, molto conosciuto negli ambienti sportivi di Monza e Brianza, dallo scorso 15 novembre è letteralmente svanito nel nulla. Negli ultimi giorni, intervistato dal Giornale di Monza, ha parlato uno dei suoi amici più intimi, ovvero l’attuale allenatore del l’Ac Desio Alessandro Serlenga: «siamo molto preoccupati, la situazione è veramente grave», ha confidato ai colleghi brianzoli. Non è infatti tipo da fuggire così, racconta l’amico che avrebbe dovuto vederlo per una cena a base di tartufi la domenica dopo la sua scomparsa: «Sono quindici giorni che non penso ad altro. Ci conosciamo da almeno dodici anni e se sono qui a Desio è grazie a lui, dovevamo poi vederci per una cena proprio la domenica dopo». Lo ha chiamato lunedì mattina perché sapeva che martedì 14 novembre La Rosa aveva un incontro a Quarto Oggiaro con delle persone sconosciute, «Riguardava dei soldi, non so bene. Poi mercoledì la notizia della sua scomparsa. Mi ha chiamato il suo socio. Andrea è un free lance, lavora nel campo della pubblicità. Diceva che non riusciva a trovarlo. Ho provato a chiamarlo, ma niente. Mercoledì il suo cellulare dava un segnale, il giorno successivo era come se la sua linea fosse stata cancellata». E ancora Serlenga, prosegue: «Sono stato chiamato anche dai Carabinieri, che stanno indagando. Sembra sparito nel nulla. Lo conosco da tanto, non mi ha mai dato impressione di avere dei giri particolari – evidenzia infine l’allenatore – E sono sicuro che non sarebbe il tipo da prendere, sparire e andare chissà dove. Tra l’altro, aveva anche il passaporto scaduto. Ed è per questo che la cosa mi preoccupa ancora di più, che fa pensare che gli possa essere successo qualcosa di brutto».

LA SCOMPARSA NEL NULLA

È mistero che anche questa sera verrà trattato a Quarto Grado: Andrea La Rosa non si trova e le ipotesi di omicidio, suicidio, sequestro o fuga all’estero (anche se sembra esclusa la pista dell’aereo dopo tutti i controlli fatti, ndr) restano tutte drammaticamente aperte. Che fine ha fatto quel ragazzo così cordiale, descritto da amici e conoscenti come persona limpida e senza grilli per la testa? La prima ipotesi formulata dopo la denuncia di scomparsa, formalizzata il 16 novembre, era quella di allontanamento volontario ma con il passare delle ore il timore che Andrea sia stato ucciso è sempre più presente nelle menti dei suoi cari e degli inquirenti. L’elemento ancora più strano è che la sua Audi A3 non è ancora stata ritrovata e la sua targa non è stata rilevata da alcuna telecamera in giro per la Brianza e la provincia di Milano. Quanto raccontava l’amico allenatore al Giornale di Monza era poi stato già scoperto da altre testimonianze: Andrea aveva un colloquio con persone misteriose nel quartiere di Quarto Oggiaro, purtroppo spesso teatro di giri loschi poco raccomandabili e con la presenza della criminalità organizzata. L’abitudine di Andrea di spostare soldi era nota, gli investimenti in Borsa anche: che si sia messo in affari con persone pericolose?