Per un mese il corpicino in decomposizione del figlio di 7 anni è rimasto “in famiglia”, steso sul lettino. In casa hanno continuato a vivere tranquillamente i genitori originari di Detroit ma da tempo residenti nella città di Girona in Spagna e gli altri due figli. Nessuno di loro, evidentemente, ha fatto caso alle conseguenze di un corpo in decomposizione. Eppure l’appartamento era piccolo e dormivano tutti e quattro in una sola stanza, con il cadavere del bambino. Ad accorgersi dell’orribile situazione il padrone di casa recatosi dalla famiglia perché da circa un anno non gli veniva pagato l’affitto. Al rifiuto della coppia ad aprirgli la porta ha chiamato la polizia, a cui hanno dovuto aprire. Il puzzo di decomposizione li ha travolti, riempiva la casa. Quindi la scoperta e l’arresto. Il motivo di tutto ciò? Morte per una crisi asmatica, facilmente risolvibile con il ricorso immediato alle cure.
Ma i due, appartenenti a una qualche setta che non si conosce, non hanno voluto curarlo. Hanno detto di essere andati un paio di volte dal medico ma la madre, che accusa un dottore di averle peggiorata una allergia anziché curarla, ha deciso il “fai da te”: cure omeopatiche alternate a qualche medicinale. Risultato: il bambino è morte. Quello che rimane inspiegabile è la decisione di tenere il cadavere in casa con loro, forse travolti da uno shock che ne ha compromesso le capacità mentali, o forse per gli oscuri dettami della loro fede religiosa. Durante le continue crisi asmatiche invece di portarlo all’ospedale i due pregavano. Nel suo corpo nessuna presenza di medicinali. In attesa di processo con l’accusa di omicidio per negligenza, rischiano una ridicola pena di tre anni e tre mesi di carcere. Sperando che gli altri due figli siano stati sottratti alla loro genitorialità.